Abruzzo tredici

Il voto in tenda

Non essendo più agibili molti edifici, fra cui quasi tutte le scuole, sono allestiti dei seggi elettorali nei vari campi, ecco qualche foto delle operazioni di voto.

Le liste:

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Come normale si forma una piccola fila di fronte a ogni tenda che fa le veci di ogni sezione elettorale:

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L’entrata del seggio, transennata dall’esercito: sullo sfondo, in lontananza si vedono i tetti crollati delle abitazioni.

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Infine la bandiera italiana, su una faccia, ed europea sull’altra faccia, che sventola fra le tende:

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Abruzzo undici

Oggi sono arrivati i militari. Per quanto molti del campo dicano che ciò abbia a che fare con la Digos e col G8, la verità è che sono qui per le elezioni. Anche i terremotati, ovviamente, votano. Sono stati attaccati i cartelloni con le liste, e – sebbene molti dell’entourage qui siano di Sinistra e Libertà – campagna elettorale non è stata fatta.

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L’altro giorno, al telegiornale, si è sentito Berlusconi che prometteva crociere estive ai terremotati e: «hai sentito Mari’, andiamo tutti in crociera!». Inutile dire che c’era molto sarcasmo.

Abruzzo dieci

Questo era un bar, è ancora un bar, ma siccome dentro è pericolante, quel bussolotto blu è diventato il bar di servizio. Mi domando come facciamo per gli oggetti all’interno, se sgattaiolino dentro, oppure no:

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Abruzzo nove

A uno l’ho già detta, e potrebbe lamentarsi. Ma il problema è che il campo è gestito dalla CGIL e ci si connette con una connessione della FIOM, quando ti connetti c’è proprio scritto FIOM, e ora son due giorni che sciopera.

Ho un sacco di cose da dire, avrei.
Ora sto rubando una connessione a una fabbrica mezza distrutta: mi domando come sia possibile che internet ci sia ancora, l’elettricità ci sia ancora, però, tant’è.

Abruzzo otto

Cartelli
Ce ne sono molti di questi cartelli in giro, attenzione a questo, non fate questo: ne ho scelto uno perché è il più ambiguo.
E se hai il casco? Ovviamente tutti entrano in questi magazzini senza casco.

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Ma i cartelli più significativi sono quelli che provano a dare forza agli utenti del campo, ce n’è uno particolarmente forte (anche se manca un “stato”):

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Sotto non si legge, è Benedetto Croce non Danilo Di Luca.

Abruzzo sette

Rilassamento

Più di una settimana non ti ci fanno stare, dice che la pressione psicologica sia troppa, e che si debba staccare ogni poco. Su questo c’è un’attenzione maniacale: ci sono gli psicologi e le sedute di rilassamento per i volontari, io – proprio per non avere pregiudizi – una volta l’ho provato,e ho destato molto scandalo quando – a specifica domanda «a qualcuno di voi non ha funzionato?», ho risposto: a me.

In realtà lo scandalo è stato quando ho detto: «mah, io mi sono annoiato: mi rilasso di più con una partita alla playstation».

Così io ho deciso di tornare a Roma proprio dopo una settimana, Domenica: e mi sono andato a vedere il Giro d’Italia che passava a Roma. Cambio di vestiti, e ritorno lì già oggi pomeriggio.

Abruzzo sei

L’anniversario

A un certo punto, la sera, tutti quelli che lavoravano in cucina sono spariti, di corsa, lasciando tutte le persone in fila alla mensa. Di corsa sono andati in una tenda accanto, che fungeva da magazzino alimentare, dove era stato piazzato un tavolo per due persone. Il lume di candela non c’era, forse n’avranno usate troppe nei primi giorni del terremoto, di candele, e ora vogliono approfittare dell’elettricità, quando c’è.

Siamo tutti scappati, a uno a uno, a fare gli auguri di buon anniversario a questa coppia che faceva l’anniversario dei 10 anni di matrimonio: un pasto in solitaria, uno spumante a sorpresa, e tanti auguri.

Abruzzo cinque

La scossa

tanotte c’è stata una nuova scossa, 3.5, che ha fatto svegliare un po’ tutti nel campo. Io sono uno dei pochi che non l’ha sentita.

Abruzzo quattro

C’è un gruppo di bambine, qui al campo, a cui ho raccontato di essere un folleto. Quando mi vedono corrono ad abbracciarmi e mi chiedono di volare. Dài, vola. Dài, vola. Io ogni volta m’invento che sono stanco, che i miei amici folletti non possono, che mi vogliono in cucina dove devo volare qua e là, etc.

I bambini si divertono un sacco nelle tendopoli, intanto stanno insieme a un sacco di altri bambini, e poi ci sono tantissime attività organizzate dalle più disparate associazioni: ieri c’era addirittura un torneo di calcetto per bambini organizzati dalla FIGC. Non c’è neanche bisogno di ritrovarsi al campetto o al parco giochi: è tutto qui.

Ci sono psicologi che li hanno sotto osservazione dalle prime scosse, con diversi manuali da seguire, ma – almeno qui – tutto appare come un gioco. Secondo me non avranno ricordi negativi del terremoto, tranne – forse – la fuga.

Oggi ero a servire in mensa, e due di quelle bambine sono venute da me, mi hanno preso per mano, e mi hanno chiesto “quei biscotti bianchi rotondi molto buoni”. C’ho messo un po’ a capire cosa intendessero, poi ho capito: ci sono due celiache nel campo, alle quali – invece del pane – portiamo delle gallette di riso. Allora l’ho portate alle bambine e loro si sono messe a mangiarle, entusiaste, impugnandole con due mani.