Giovanni Paolo secondo (me)

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E alla fine ci siamo incontrati, io e Paolo, quello che era venuto in Inghilterra camminando. M’è toccato andarlo a trovare a Cambridge, in aereo però, io. Ci siamo abbracciati (più di una volta), abbiamo giocato a ping pong e a croquet, ci siamo tagliati i capelli dal barbiere di hollywood (dice lui), abbiamo fatto una specie di regata artigianale sul Cam, e abbiamo visto dei fuochi d’artificio con i Sigur Ros in sottofondo. Non mi ha fatto mangiare al McDonald’s, ma in compenso delle salsicce che non sapevano di nulla in un barbecue.  Gli ho portato, oltre al mio abbraccio promesso da lungo tempo, il saluto di una signora che mi aveva fermato su un treno nei pressi di La Spezia «ehi, tu sei Giovanni? Giovanni di Distanti Saluti? Beh, salutami Paolo!».

Poi abbiamo visto tante partite dei Mondiali, un po’ distrattamente – perché abbiamo questa tendenza a impigrirci tutti e due, e quindi finirà che non faremo una radio che volevamo fare, per raccontare il suo viaggio. Per l’ultimo incontro dell’Italia (nei gironi?) ci rincontriamo anche noi: la vedremo all’aeroporto di Stansted, ché subito dopo mi parte il volo. Chissà che non porti fortuna, e io debba andare di aeroporto in aeroporto per guardare gli ottavi, i quarti, eccetera.

Alla fine ho lasciato Cambridge per andare a Londra a fare un po’ mente locale per il prossimo anno – ah sì, mi trasferisco qui per 12 mesi – e ci siamo salutati. Prima di prendere il pullman per la capitale – me tapino! – gli ho chiesto delle indicazioni per raggiungere casa di Michele, quella che mi ospita a Londra, e Paolo mi ha detto: «non ti preoccupare, te la puoi fare tranquillamente a piedi…»

7 Replies to “Giovanni Paolo secondo (me)”

  1. Cosa non darei per essere anche io riconosciuta su un treno… Sei Chiara quella che la mattina butta la differenziata a Via Chiusi? Salutami i tuoi.

  2. “lla fine ho lasciato Cambridge per andare a Londra a fare un po’ mente locale per il prossimo anno – ah sì, mi trasferisco qui per 12 mesi”
    certo uno lo dice cosí, come se andasse dal tabacchino…

  3. quoto fra Alberto scrive::

    “Alla fine ho lasciato Cambridge per andare a Londra a fare un po’ mente locale per il prossimo anno – ah sì, mi trasferisco qui per 12 mesi”
    certo uno lo dice cosí, come se andasse dal tabacchino…

    infatti. adorabile nochalance.

  4. spiego: rimanda molto, sia la maniera in cui l’ha buttata lì Giovanni, sia il commento di fra Alberto, l’uscita delle sigarette di lontana memoria, pregevole scusa di chi se la batteva da casa 🙂

  5. ecco, son felice che tu mi abbia salutato Paolo, ma un pò meno che tu mi abbia definito “una signora”. Ma forse è vero, sarebbe ora che me lo ricordassi anch’io. In ogni caso, grazie!
    Mariarita

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