La tirannìa dei bradipi

Francesco Cundari fa un post perfetto, nel senso che su tutto quello che ha detto la penso esattamente all’opposto. Non solo su come bisogna che vada il mondo, penso che sbagli, ma anche su come pensa che vada.

Io ho esattamente il forte sospetto che la storia dell’umanità sarebbe stata molto diversa, e ci saremmo risparmiati un bel po’ di massacri, tragedie e trasmissioni inutili, se solo ci fossero state in giro un po’ più di persone capaci, al momento buono, di dire semplicemente: “Io, per prima cosa, proporrei di non stare fermi, che mi pare già un buon inizio”

La tirannìa che viviamo è quella dei pigri. È quella che se uno non interviene non è colpa sua. Che l’immobilismo non è mai colpevole. Che la neutralità di fronte a un’ingiustizia esiste. Che se uno critica qualcosa – appunto – non deve confrontarsi con quello che già c’è, e quindi non è necessario che proponga un’alternativa.

È la tirannìa che rende possibile quel solito studio per cui sei su un treno che sta andando a spiaccicare 5 persone, e potresti andare lì e fargli cambiare di binario – eh sì, perché il mondo è crudele, l’autista s’è preso un colpo – ma vedi che sull’altro binario c’è una persona, e allora non fai nulla: perché è peggio essere responsabile con le proprie mani per la morte di una persona, che essere responsabile senza le proprie mani per la morte di cinque. E altre otto persone su dieci farebbero come te.

Perché se si chiude fuori casa il “tu cosa proponi in cambio?” si spalanca la porta al “tanto peggio, tanto meglio”.

2 Replies to “La tirannìa dei bradipi”

  1. d’accordo. a patto che in ogni caso ci sia l’assunzione di responsabilità senza giusticazionise uno non vuole agire, non dica “perché qui perché là“, dica piuttosto “Io non voglio/non mi va/ecché so scemo/non voglio entrarci”. e per questo anche quelli che vogliono agire, agiscano sempre in prima persona. in particolare quelli che vogliono combattere, vadano a combattere in prima persona senza “é giusto ma non é il mio ruolo/non tocca a me/tocca farlo ma io servo ad altro”.delegare le azioni é solo un’altra forma di immobilismo, più che altro ipocrita.

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