Mi spiegate l’omofobia?

Leggo che in Messico hanno iniziato a legalizzare matrimonio e adozione gay, mi stupisco – un po’ – perché, insomma, inutile spiegarlo. Il Messico. E l’Italia no.
Poi però mi fermo un attimo a guardare una fotografia del mondo, e mi rendo conto di quanta strada ci sia ancora da fare, di quanta insensatezza ci sia. Anzi, a confronto con le varie pene pecuniarie, detentive, e capitali che ci sono in giro per l’Africa e il Medio Oriente, l’Italia è un vero paradiso.

E, sì, mi torna in mente una considerazione molto elementare su cui sto riflettendo da qualche mese: io ‘sta cosa che è l’omofobia proprio non la capisco.
Voglio dire – ci sono delle considerazioni collaterali che dovrebbero scoraggiare l’omofobia nelle società, al di là dell’aspetto etico: l’omosessualità conviene economicamente, ad esempio. E non c’è un argomento, non dico caritatevole, ma proprio logico per considerare l’omosessualità una disgrazia.

Sarà che il mio proverbiale sfasamento rispetto alla realtà che mi è intorno si spinge fino al rendermi addirittura incapace di comprendere anche un barlume di fondamento delle motivazioni altrui, ma su altre cose non accade con questa asprezza. Cioè: prendiamo il più banale dei razzisti, quello che odia i negri – almeno quell’altro ha una variante, c’ha la pelle di un altro colore. E “diverso”. Insomma, sei un bello stronzo ma almeno capisco l’origine della tua stronzaggine, e sono anche più preparato a estirparla.

Oppure, chessò, credi in un altro dio. Quel Dio richiede delle cose, la persona che ti sta davanti non le fa, gli vuoi male, lo odi: è un infedele. Sei sempre un bello stronzo oltre che stupido, ma almeno hai qualche appiglio negli occhi con cui guardi la tua malintesa realtà. Mi spingo pure a capire che la gente possa farsi la guerra per una squadra di calcio, per quanto assurdo sia. Sei juventino? ti odio. Supporti un’altra squadra, non hai la mia nella più alta opinione. Sei un bel cretino, ma almeno c’è una ragione.

Per gli omosessuali non c’è niente di tutto ciò: cioè, ma che cavolo mi importa con chi va a letto uno? Sarebbe come se odiassi visceralmente delle persone che – chessò – amano l’insalata, o il gusto del gelato al pistacchio e invece a me piace la vaniglia. Ma che senso ha?
Boh.

59 Replies to “Mi spiegate l’omofobia?”

  1. Cosa intendi dire per «omofobia»? ”opposizione a matrimonio ed adozione gay„ o ”pulsione a spaccare la testa ai gay„?

    1. Cosa intendi dire per «omofobia»? ”opposizione a matrimonio ed adozione gay„ o ”pulsione a spaccare la testa ai gay„?

      Beh, diciamo che nel 99% dei casi sono riflessi molto diversi dello stesso sentimento omofobico.

  2. Io penso che dipenda invece da qualcosa di molto profondo. La sessualità è composta da due cose: istinto e convenzione. L’imitazione secondo me è una caratteristica fondante dei comportamenti sessuali fin da quando a 16 “devi avere la fidanzata”, a 18 “devi aver scopato” e a 25 devi “sedurre più donne possibili”.
    Le differenze di genere, fin quando rimangono circoscritte al binomio maschio/femmina, non creano disorientamento. L’omosessuale, percepito come seduttore (secoli di storie ed una generale propensione ad interpretare il ruolo maschio-cacciatore), è inquietante per l’eterosessuale perché mette in discussione il fondamento del desiderio. Non è ovviamente una questione di contagio ma piuttosto di apertura di possibilità. Siccome l’omosessualità è sempre stata repressa nella società cristiana come comportamento deviante, il timore di diventare oggetto di scherno e violenza spinge alcuni a diventare violenti contro gli omosessuali.

  3. gli omofobi sono tutti maschi?
    credo di si, o perlomeno non ho mai incontrato una omofoba (nel senso di odio profondo, ecc)

    il fatto che siano tutti maschi vuol dire qualcosa?
    credo proprio di si

    che cosa vuol dire?
    non lo so, ma ci sto lavorando 🙂

  4. franco, non voglio interrompere la tua riflessione, ma conosco donne omofobe…non nel senso che vogliono spaccare la testa ai gay, ma che si sussurrano l’un l’altra “hai sentito??? xyz è gaaaay!!! orrore!”, e se poi non è gay ma lesbica “pensa alla famiglia, che situazione, che situazione…poveriiiiiiiiiiiiiini”
    detto questo, credo l’accettazione dei gay sia molto più avanzata nella società di quanto le leggi stabiliscano…
    s.

  5. sissi, non voglio sottovalutare quello che tu dici, ma quel tipo di omofobia è per me paragonabile alle critiche per chi semplicemente fa qualcosa di diverso, come poteva essere 30 anni fa una convivenza anzichè un matrimonio

    insomma sempre di cose negative si tratta, ma li vedo come retaggi culturali superabili senza problemi, dietro a tali comportamenti non c’è vera emozione, solo consuetudini

    per me l’omofobia è quella dove si scatenano violente passioni di repulsione, seguita da odio e violenza

    certo se non c’è la società a dar manforte la parte malata non si può esplicitare, ma esiste comunque ed è aimè una connotazione legata al sesso maschile, spesso al machismo

  6. mmmh. Premetto che non ho pulsioni violente, la mia opposizione a matrimoni ed adozioni gay è basata su motivi strettamente economici ed anropologici.
    Motivi economici: una parificazione del matrimonio gay con quello etero prevederebbe anche per il primo aiuti economici (vabbè che per le graduatorie degli asili nido ed altri aiuti conviene essere divorziati), ad esempio i mutui a tasso agevolato e la pensione di reversibilità. Ma se questa ha senso per i matrimoni etero (in genere quello che moriva, sul lavoro, era il marito, la moglie non lavorava e doveva mantenere dei figli), non c’è senso di fornire una simile protezione sociale ad una coppia per definizione sterile quale una coppia omosessuale, nella quale entrambi i coniugi hanno la stessa possibilità di lavorare.
    Motivi antropologici: non penso assolutamente che il figlio adottato da una coppia omosessuale potrebbe diventare omosessuale, penso solo che quando il bambino vede il padre e la madre, due opposti che si attraggono, due entità radicalmente diverse che convivono e si completano (poi ci sono vedove/i, ragazze madri, etc. ma non è la norma), riceve la sua prima “educazione alla diversità“. Quanto è importante questo fattore nel sano ed armonico sviluppo di un bambino forse non lo sapremo mai, per questo è meglio non eliminarlo.
    Detto questo, penso che la richiesta di una qualche forma di riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali, se a costo zero per la collettività e senza la possibilità di adottare, sia assolutamente legittima.

  7. La mia teoria è questa: esiste un’ampia fascia – a occhio la maggioranza – di persone sostanzialmente bisessuali. Nelle carceri, nei collegi, in assenza di donne i rapporti omosessuali non sono una eccezione. Molti bisessuali hanno nei confronti della loro pulsione un sacro terrore, e sentono l’omosessualità come pericolosa tentazione, anche perchè l’aspetto allettante – per alcuni – potrebbe essere l’estrema facilità della conquista sessuale tra uomini, facilità che raramente si sperimenta nei confronti delle donne. A quel punto l’omosessualità viene vista come una specie di gorgo pericoloso, in cui si può rimanere invischiati. Non a caso gli omofobi pensano che si “diventi” omosessuali, che sia una sorta di malattia contagiosa da combattere isolando l’infetto. Chi ha pulsioni solo eterosessuali o chi vive le proprie pulsioni per quello che sono – senza compulsività – e non cade nel panico la prima volta che prova eccitazione alla vista di un uomo nudo, è esente da omofobia. Gli altri, e sospetto siano la maggioranza, diventano – con gradi diversi – omofobi. Questa teoria spiegherebbe anche perchè l’omosessualità femminile è vista con meno preoccupazione, e anche perchè ci sono più omofobi maschi che femmine.

  8. Sarà che il mio proverbiale sfasamento rispetto alla realtà che mi è intorno si spinge fino al rendermi addirittura incapace di comprendere anche un barlume di fondamento delle motivazioni altrui, ma su altre cose non accade con questa asprezza.

    Questa frase non sò perchè, ma è bellissima.

  9. Concordo con quello che ha detto rosalucsemburg e mi viene in mente la tipica storiella delle docce della palestra… sapete no, la cosa che se dovesse caderti il sapone, ops, meglio non chinarsi a raccoglierlo perché…
    Bè immaginate, dieci uomini in una doccia e ognuno di loro pensa che se si chinasse qualcuno degli altri nove glielo metterebbe in quel posto.
    Bizzarro l’immaginario maschile/machile, no?

    @ Ugo
    “Quanto è importante questo fattore nel sano ed armonico sviluppo di un bambino forse non lo sapremo mai, per questo è meglio non eliminarlo.”

    Ragionamento che ha lo stesso valore di:
    “Quanto è importante questo fattore nel sano ed armonico sviluppo di un bambino forse non lo sapremo mai, per questo si potrebbe provare ad eliminarlo”.

  10. @ Ugo:

    Provo a rispondere con cortesia, anche se non te le meriti, omofobo razzista che meglio non sei, allo stesso livello dei leghisti che dicono “non sono razzista, ma i napoletani sono sporchi”.

    1) Pensione di reversibilità: ti stupirà sapere che viene pagata anche con i soldi di tutti. E che ci sono molte badanti che, dopo qualche anno che hanno assistito un uomo anziano, organizzano un matrimonio quando lui sta per morire, perchè prendano la pensione di reversibilità; anzi questo è uno dei termini dell’accordo (ti pago di meno ora ma ti sposo poi, e ti pagherà lo Stato per tutto il resto della tua vita). Non vedo perchè io debba pagare con le mie tasse queste cose, se non posso offrire lo stesso tipo di protezione alla persona che amo. Oppure tu sei d’accordo a finanziare con le tue tasse la scuola pubblica, salvo che tuo figlio non ci può andare? Il resto del “ragionamento” sul sostegno al più debole fa un po’ ridere, diciamo così: se ho capito bene la tua linea di intervento, alle coppie di due maschi gay non andrebbe nessuna pensione di reversibilità, mentre alle coppie di lesbiche sì, visto che secondo te il concetto di forte/debole in una coppia è sinonimo di maschio/femmina.

    2) La tua teoria che per il sano ed armonico (armonico è la parola razzista chiave) sviluppo di un bambino ci vogliano ecc.. è appunto solo la tua. Il mondo è pieno di orfani di padre, di madre, di padre e di madre, di figli con genitori un po’, molto o troppo incapaci, sposati, divorziati, risposati, conviventi, che sono venuti su bene tanto quanto quelli della famiglia da Mulino Bianco (la famiglia armonica) a cui pensi tu. E in più ci sono gli studi scientifici che confermano che la teoria della famiglia armonica è solo la tua, due gay maschi o femmine che siano sanno crescere un figlio esattamente come gli altri.

    Aggiungo: a noi gay, del riconoscimento a costo zero di cui tu generosamente ti incensi, NON CE NE FREGA UN CAZZO.

    Noi siamo membri attivi e produttivi di questa società, a cui diamo soldi, tasse, tempo, intelligenze, lavoro e sacrifici come tutti gli altri, ed ESIGIAMO di avere indietro quello che ci spetta.

  11. Paolo scrive::

    Provo a rispondere con cortesia, anche se non te le meriti, omofobo razzista che meglio non sei

    E pensa se non eri cortese!

    Caro Ugo, razzista no, ma omofobo mi sembra proprio di sì. La tua risposta ha inquietato anche me, e mi sembra proprio l’oggetto di questo post, l’omofobia incapsulata che non capisco.
    I tuoi ragionamenti mi sembrano molto collaterali rispetto all’oggetto: ad esempio, seguendo il tuo ragionamento sulle pensioni il tuo consiglio dovrebbe essere quello di non permettere di sposarsi a una coppia sterile, o che non voglia avere figli per quanto innamorata. Ne conosco molte, che violenza sarebbe vietarlo loro.

    Di più: se il fondamento del contratto sociale è la possibilità di procreare, nella maggior parte del mondo – che è sovrappopolato – bisognerebbe vietare agli etero fertili di sposarsi e dare premî a omosessuali e sterili.

    Quella dell’educazione alla diversità, perdonami, mi sembra ancora più risibile: semmai la cristallizzazione del rapporto uomo-donna è la cosa che educa di meno alla diversità, che tipizza i ruoli, e che educa – semmai – alla subalternità della donna.
    È vero il contrario, che una società in cui gli omosessuali si sposano è molto più aperta e allenata alla convivenza con altro.
    Ci sarai stato in Olanda: ti sembra una società più o meno “armoniosa” dell’Italia? Io non ho dubbi.

    Insomma, mi sembra che ci sia dell’altro, che tu abbia deciso a priori di essere contro il matrimonio omosessuale, e soltanto dopo – per obliterarla – cerchi le ragioni di questa convinzione.

    p.s. Mi sembra che la risposta di Rosa sia abbastanza convincente, anche se la questione “paura di esserlo” non esaurisce in alcun modo la questione: perché uno dovrebbe essere “impaurito” dall’essere omosessuale? Ma che mi frega. A me non farebbe alcuna differenza essere omosessuale. Di più: se fossi bisessuale, per dire, sarei più contento.

  12. Prendiamo un caso x. Un uomo che ha una sessualità piuttosto “urgente”, ed è attratto dalle donne nella misura di 5 e dagli uomini nella misura di 1, ma ha una probabilità maggiore di soddisfare l’urgenza con un uomo che con una donna, diciamo in una proporzione di 100 a 1 (di solito questo genere di uomo non ha alcun appeal per le donne!). Se la sua sessualità è particolarmente compulsiva questo uomo sa che la disponibilità sessuale maschile per lui è un rischio. Secondo me una condizione simile non è rarissima, è molto spiacevole per chi la vive, e la risposta facilmente può essere una ostilità ingiustificata nei confronti dell’omosessualità, che viene vissuta come alienante dal bisessuale sessualmente compulsivo..

  13. cavoli, non ho mai avuto una sessualità compulsiva …

    è una cosa normale?

    mi pare una cosa un po’ strana per essere normale no?

    e se così fosse, non credo proprio che il maschio preso da raptus si metta a fare calcoli di costi/benefici

    insomma se è razionale non si fa comandare a bacchetta dagli ormoni, se è irrazionale, beh, allora calcoli non ne fa ….

  14. ma porcaputtana.
    1)Allora: come facevo notare, ci sono vedovi, ragazze madri/ragazzi padri, divorziati, etc. NON SONO LA NORMA, ed in ogni caso, se hanno fatto un figlio, un rapporto sessuale eterosessuale c’è stato.
    1 bis) Mi diceva una ragazza francese che nell’ambiente omosessuale di Parigi succede che una coppia di gay si metta d’accordo con una coppia di lesbiche, uno dei due uomini feconda una delle due donne (“naturalmente” o “artificialmente”, affar loro) e poi si “spartiscono” il figlio. Beh, non so precisamente perché, ma ci vedo già più senso che nell’adozione. Vi sembrerà un abominio che un bambino abbia due padri e due madri, ma a me no, proprio perché almeno c’è la diversità.
    2)La so la storia delle badanti, e la ritengo una frode, un utilizzo per fini personali di una legge che come minimo ha delle buone intenzioni. Ma proprio perché si presta a frodi, secondo me (scusa se non l’avevo detto prima), sarebbe meglio che non ci fosse NESSUNA PENSIONE DI REVERSIBILITA’ PER NESSUNO.
    2 bis) E visto che ritengo ingiusto che la scuola pubblica sia finanziata con le sue tasse anche da chi non ha figli, riterrei più giusto che non ci fosse la scuola pubblica. E visto che ritengo ingiusto che la sanità pubblica sia finanziata con le sue tasse anche da chi è sano come un pesce riterrei più giusto che non ci fosse nessuna sanità pubblica. (mi sto allargando, ma spero si noti la coerenza) Ognuno per se’, e, (per chi crede), Dio per tutti.
    3) @ Giovanni: Utilizzando il tuo ragionamento, potrei dire che tu hai deciso di essere a favore del matrimonio omosessuale e poi ne abbia cercato le motivazioni. No, inizialmente ero della tua opinione, poi ho notato cose a cui non avevo pensato.
    4)Non possiamo fare indagini su chi è sterile o no, sarebbe fare un’indebita intrusione nella vita delle persone. Ma visto che da due spermatozoi (o da due ovuli) non nasce niente, non mi serve fare indagini per dire che “una coppia gay è intrinsecamente sterile”. Detto questo, come dicevo, preferirei che non ci fosse nessun aiuto economico pubblico per nessuno.
    5)Non sto parlando di quello che succede in una “società“, sto parlando di quel che accade in una “famiglia”, non sto parlando di una “società armoniosa”, sto parlando di “sviluppo umano armonioso”, visto che almeno fino a tre anni un bambino si rende poco conto di quel che accade fuori da se stesso, figuriamoci fuori dalla sua famiglia.
    6)Non mi ricordo chi l’ha detto: “la famiglia tradizionale sarà piena di difetti, ma non è stato trovato niente di meglio per dare continuità alla specie”. Di questo si tratta: continuità della specie. Impulsi biologici. Ci possiamo fare assai poco.

    Infine, a chi dice “esigiamo di avere indietro quel che ci spetta”, no caro. Chi fa figli da’ maniera ad una società di andare avanti. Chi fa figli “produce” (brrrrr) lavoratori che pagheranno la pensione e la sanità di chi non ne ha. Come detto prima, secondo me questo non è giusto. Ma viviamo in questo Paese, non in un’utopia anarco-capitalista.

  15. x franco rivera: non credo abbia senso parlare di normalità o anormalità ma di frequenza statistica. Tu fai parte della variabile non sessualmente compulsiva e – a conferma della teoria – non omofoba del genere maschile. E ci mancherebbe pure che fossimo tutti fatti con lo stampino, santocielo: qua la domanda era “perchè esiste l’omofobia”, ed essendo una sindrome abbastanza trasversale alle culture, e tipicamente rivolta verso l’omosessualità maschile, secondo me la risposta a questa domanda riguarda pulsioni primitive, più che sovrastrutture.

  16. rosalucsemburg scrive::

    Se la sua sessualità è particolarmente compulsiva questo uomo sa che la disponibilità sessuale maschile per lui è un rischio.

    Ma non ho capito perché. Perché il fatto che vada a letto con gli uomini, eventualmente, dovrebbe impedirgli di andare a letto con le donne valutate 5?

  17. @ rosalucsemburg:
    Rosa, scusa tanto ma la tua teoria è strampalata, non a caso citi a supporto situazioni forzate e patologiche / patogene come carceri e collegi sessualmente segregati. La condizione ‘naturale’, semmai, per l’essere umano è quella in cui esiste la possibilità di libera scelta, attraverso la quale emergono le sue tendenze.
    Se tu ti trovassi alla deriva su una zattera, probabilmente berresti anche la tua urina, per sopravvivere. Se il tuo aereo si schiantasse al Polo, allo stesso scopo potresti mangiare carne umana. Questo significa che tu sei ‘sostanzialmente’ buongustaia _e_ coprofaga, vegetariana _e_ cannibale? Penso proprio di no.

  18. @Ugo:

    Per coerenza dovresti sostenere il divieto di sposarsi per una coppia di anziani, o comunque per persone palesemente sterili (senza bisogno di “fare indagini”, del tipo un uomo con la parte inferiore del corpo paralizzata).

    Per il resto, tu sostieni che sia preferibile per un figlio crescere con un papà e una mamma piuttosto che con due papà o con due mamme. Anche ammettendo che ciò sia vero, è tuttavia irrilevante per decidere sull’opportunità dell’adozione da parte di coppie omosessuali, per la semplice ragione che ci sono enormemente più bambini bisognosi di essere adottati che persone disposte a farlo. La domanda vera è se per un bambino senza più genitori (perché di questo stiamo parlando) sia preferibile crescere in un orfanotrofio oppure con coppia omosessuale (o anche con una persona singola).

  19. Taglio con un colpo netto il nodo gordiano delle discussioni su matrimonio/adozione, non parlandone. E torno al punto del post, che mi pare fallace, nel senso che mi pare che omofobia, razzismo, odio religioso e odio nei confronti degli interisti siano – dal punto di vista in cui ne parli, Giovanni – equiparabili. Anche per l’omofobia c’è un elemento oggettivo che non la giustifica, ma la rende comprensibile. Insomma, credo non sia vero che “per gli omosessuali non c’è niente di tutto ciò”. C’è eccome. Si tratta di qualcosa che ha a che fare con l’identità e i comportamenti sessuali e che instaura una differenza in qualche modo equiparabile a quella istituita dal colore della pelle o dall’identità religiosa (e per certi aspetti ancora più profonda). Insomma: non credo che la via per il superamento dell’omofobia sia “vedi che non c’è niente di diverso?”, quanto piuttosto “sì, c’è qualcosa di diverso. Embe’?”.

  20. x shy: perchè definire sempre patologico quello che non rientra nella nostra variabile? Se sei bisessuale (ed è una condizione non rara) e hai forte libido, hai molte strade: puoi diventare un seduttore e non stare mai con uomini, puoi stare con tutti gli uomini che vuoi, puoi andare a puttane…non è la quantità o l’urgenza della libido ad essere “anormale” o “patologica”, ma la risposta omofoba! E’ terribile questa tendenza a classificare come patologico o anormale tutto quello che non fa parte di noi, e che gli uomini abbiano – statisticamente – una urgenza sessuale delle donne è semplicemente evidente e trasversale a tutte le culture. Poi conosco uomini quasi indifferenti al sesso e sono normalissimi pure loro!

  21. x shy
    Aggiungo anche che la mia teoria sarà bizzarra, ma è basata sull’osservazione. Tutti gli omofobi con cui ho parlato (e tra il virtuale e il reale non sono pochi) temevano il “contagio”. Tutti. Ora non vedo perchè chi ha pulsioni eterosessuali o chi – pur essendo bisessuale – non ha “paura” di perdere il controllo delle proprie pulsioni dovrebbe essere terrorizzato dal contagio. Non saprei spiegarmelo altrimenti, davvero.

    x giovanni:
    beh, non è automatica infatti l’omofobia. Ma ti accorgi che riesce solo a rimorchiare una “seconda scelta”, e con la prima scelta non ce n’è, finisce che te stesso e detesti la “seconda scelta”.

    nb: ovviamente per chi è prevalentemente omosessuale la “seconda scelta” è casomai la persona di sesso diverso, tanto per chiarire che in quel termine non ci sono giudizi.

  22. @ Francesco C.: La mia coerenza mi farebbe dire che il matrimonio dovrebbe essere un fatto privato. Invece ci si mette di mezzo lo Stato, regolamentandolo e sovvenzionandolo. Queste sovvenzioni sono giustificate da alcuni aspetti del matrimonio(come la fecondità) che però, come ben fai notare, non sono assoluti. Ragion per cui io abolirei tout court regolamentazioni e sovvenzioni. Poi dategli anche i bambini in adozione, basta che non mi facciano pagargli lo psicologo (e neanche a quelli delle coppie etero) o che diventi un adulto disadattato e rancoroso perché quando era piccolo i suoi compagni di scuola lo prendevano in giro (Già mi immagino l’orfano che gli dice “meglio senza padre che averne due”). Scusate il materialismo, ma ragionare in termini di soldi rende tutto così maledettamente semplice.
    Sono omofobo per questo? Ok, cercherò di farmene una ragione.

  23. Ugo scrive::

    … Scusate il materialismo, ma ragionare in termini di soldi rende tutto così maledettamente semplice….

    le semplificazioni rendono plausibili soluzioni che in realtà sono errate

    la semplificazione dovuta alla mancanza di strumenti di misura adeguati rendeva plausibile la verità geocentrica tolemaica

    tutte le soluzioni “economiche” che hai proposto prevedono nella sostanza lo smantellamento dello stato sociale e della spesa ad esso associata

    la storia ha insegnato che la spesa sociale in realtà è un “risparmio” perchè la sua funzione di ammortizzatore consente un aumento complessivo della felicità, passando dalla educazione, salla sanità, dal sostentamento della vecchiaia

    tornando IT, quello che tu proponi parlando di Omofobia è una soluzione che prevede l’aumento di felicità (dovuta a un risparmio economico) per una parte dei cittadini (di cui magari tu fai parte almeno oggi) al prezzo di una sostanziale diminuzione di felicità di una fetta consistente dei cittadini

    insomma l’ipotesi del selvaggio felice nell’isoletta sperduta in polinesia

    poi al selvaggio viene il mal di denti e ….

  24. @Ugo:

    Se la tua idea è sostanzialmente di abolire (una buona parte del)lo Stato, compreso l’istituto del matrimonio (per tutti) e le sue conseguenze, beh, è un punto di vista molto radicale ma coerente. Nei commenti precedenti sembrava che tu fossi a favore del matrimonio eterosessuale e contro quello omosessuale usando come discrimine la fecondità, che è un punto ben diverso (e molto scivoloso).

    @Giovanni:

    Sul punto centrare del post, sintentizzato nel titolo, la penso esattamente come farfintadiesseresani. Anzi mi stupisce (in senso reale, non retorico) che tu riesca a “comprendere” il razzismo e non l’omofobia.

  25. x francesco C: La sorella di un mio amico americano ha adottato una bambina, insieme alla sua compagna. Considerata “poco appetibile” perchè con un lieve ritardo mentale, e quindi rimasta inadottata dalle coppie “regolari”. Questa ragazza ora è cresciuta, ha un fidanzato, lavora, ed è una persona serena. Non so se abbia sofferto di qualche presa in giro, (è anche possibile) quello che ti chiedo è: secondo te sarebbe stata meglio a crescere in un istituto, senza le terribili “prese in giro” per avere due madri – orrore orrore – invece che una sola? (Istituto che avrebbero pagato i generosi contribuenti come te, fra parentesi)

  26. Francesco C. scrive::

    @Giovanni:
    Sul punto centrare del post, sintentizzato nel titolo, la penso esattamente come farfintadiesseresani. Anzi mi stupisce (in senso reale, non retorico) che tu riesca a “comprendere” il razzismo e non l’omofobia.

    non la comprende perchè lui cerca una soluzione razionale che non esiste

    ma la soluzione non è razionale, è più che irrazionale addirittura patologica

    mentre anche per il razzismo esiste un fondo di razionalità seppure dovuta a una visione distorta dell’umanità vista come clan in competizione tra loro

  27. Ugo scrive::

    che diventi un adulto disadattato e rancoroso perché quando era piccolo i suoi compagni di scuola lo prendevano in giro

    Quindi vietiamo anche il matrimonio fra un nero e un bianco? Sai quanta gente prende in giro un bambino mulatto? Sai quante prese in giro avrà subito Obama quando era bambino? E, invece, proprio perché una donna del Kansas e un uomo del Kenia, cinquant’anni fa, non hanno ragionato così – quale che sia la tua opinione su Obama – il mondo è un pochino migliore.
    Glielo pago eccome lo psicologo.

    Per questo mi sembra che le tue argomentazioni economiche siano collaterali alla questione, e ti siano stati forniti numerosi controesempi.
    Un liberista nel senso più puro del termine non metterebbe bocca dentro a nessun atto di capitalismo fra adulti consenzienti.

  28. @ farfintadiesseresani:
    @ Francesco C.:
    Sono d’accordissimo sul “è diversp, embè?” come dal link che ho messo anche nel post.
    Ma, appunto quello che non capisco è perché questa differenza venga percepita come così importante: perché è così rilevante con chi vado a letto?
    Perché non ci sono persone che odiano quelli che mangiano i grissini o che comprano i televisori soni o che hanno il lobo dell’orecchio attaccato anziché staccato: sono tutte differenze che mi sembrano più visibili, in qualche modo, del sesso.

    Posto che avete ragione voi, proprio perché il mondo è così, e quindi la mia è una richiesta di spiegazioni, mi sembra che non ci sia nessuna ragione per questo tipo di “predilizione” per l’omosessualità.

  29. Ugo scrive::

    Non metto bocca nell’atto tra adulti consenzienti, infatti: ce la metto nel sostegno economico pubblico.

    e quale sarebbe questo presunto sostegno economico pubblico?

  30. Ma allora rendiamo obbligatoria per legge la procreazione.
    Almeno non si parla più di antieconomicità di alcune unioni e uno si sposa chi gli pare, no?

  31. @ Giovanni: la differenza è percepita come importante perché è impoprtante, ha a che fare con qualcosa di importante, e cioè con l’identità sessuale che è – anche – qualcosa di pancia, di viscere, qualcosa di molto profondo, istintuale. A me non sorprende affatto che su ciò e non su altro si verifichi una forte fobia in alcuni. Guarda, ti faccio un esempio che forse ti aiuterà a capire: io stesso, che conquisto la posizione non omofoba tramite ragionamento, cultura e costruzioni – diciamo così – sovrastrutturali, riconosco una sorta di disagio (che poi non è la parola giusta, ma ora non riesco a trovarne un’altra) di fronte a un atto sessuale tra due maschi, mentre non ne provo (o ne provo una ben diversa) di fronte a un atto sessuale tra un uomo e una donna. Perché? Boh, è un fatto. Banalizzando: mentre se guardo un porno etero mi eccito (al netto dell’idiozia intrinseca in ogni porno, ma è un esempio, facciamo a capirci), mentre non guarderei volentieri un porno gay. Ciò detto, sto parlando di un disagio che metabolizzo con strumenti culturali, non lontano dal disagio – che so – di pensare che i miei genitori facciano sesso. Ribadisco: penso che non ci sia nulla di male nel fatto in sé, ma quel disagio rimane. Capisco – e non giustifico – che su quel disagio possa essere costruita una fobia.

  32. rosalucsemburg scrive::

    x shy: perchè definire sempre patologico quello che non rientra nella nostra variabile? Se sei bisessuale (ed è una condizione non rara) e hai forte libido, hai molte strade: puoi diventare un seduttore e non stare mai con uomini, puoi stare con tutti gli uomini che vuoi, puoi andare a puttane…non è la quantità o l’urgenza della libido ad essere “anormale” o “patologica”

    Rosa, perché prendere sempre cazzi per lanterne? Read my lips:
    “la tua teoria è strampalata, non a caso citi a supporto situazioni forzate e patologiche / patogene come carceri e collegi sessualmente segregati.”
    Ripeto, tenere la gente al chiuso e ossessivamente separata dall’altro sesso è una situazione innaturale, patologica in chi la crea con le sue ubbie sessuofobe e patogena in chi la subisce. Così è più chiaro?
    O pensi che stare al gabbio sia naturale? Com’è che la gente ci s’impicca, allora? O dici che è gente che lo farebbe anche se fosse a piede libero? Perché è questo il punto: situazioni di omo/bisessualità forzata non ci dicono assolutamente nulla su quello che si farebbe in condizioni normali, esattamente come quello che saresti disposta a mangiare per sopravvivere non dice nulla dei tuoi ‘normali’ gusti alimentari.

  33. Giovanni Fontana scrive::

    @ farfintadiesseresani:
    Capito, buon punto. Uhm, a me il sesso sembra sempre molto sopravvalutato.
    Non pensi che questo sentimento di repulsione sia inculcato dalla società? È biologico?

    è sicuramente possibile, anzi probabile, che tutte le turbe psicologica legate al sesso abbiano alla loro origine tabù sessuali frutto di condizionamenti psicologici e sociali

    la “liberazione sessuale” del decennio 1965-1975 nel mondo occidentale ha fatto molto (non tutti) per sistemare i rapporti tra uomini e donne, ma i tabù omosessuali sono solo stati sfiorati da essa.

    Son passati 40 anni, è ora di una nuova liberazione sessuale, no? 🙂

  34. Ripeto la mia domanda a Ugo.
    E’ una provocazione ma è una provocazione inoffensiva.
    Sospendiamo anche le spese di sicurezza? Polizia, militari, pompieri?

  35. @ Giovanni: non saprei dirti, forse un po’ e un po’. Al momento volevo solo sostenere che quel tipo di percezione esiste. Il problema, a mio modo di vedere, non è tanto che cosa essa sia o da dove derivi (anche, ma non principalmente), quanto che cosa se ne ricavi in termini culturali e politici.

  36. Io non capisco n’è il razzismo religioso, nè quello per il colore della pelle, nè quello per la scelta di chi trombarsi…ma quella per il gelato al pistacchio sììì!!!! :-))
    Ciao
    (Poi, se vuoi un commento serio…come al solito i razzismi vengono fuori da pregiudizi e ignoranza, diffusi da chi ci sta intorno: famiglia, amici e mezzi di comunicazione. Noi, li assorbiamo fin da bambini come spugne e, fino a quando non abbiamo sviluppato un certo spirito critico non possiamo liberarcene. Per cui, consiglio a chi ha figli di mandarli in una scuola multietnica, fargli fare un viaggio all’estero, fargli fare un giro all’arcigay e, soprattutto, parlare con chiunque e dovunque di quello che pensa..perchè con la parola possiamo eliminare quei pregiudizi e quell’ignoranza di cui sopra!!).
    Ci si renderà conto, prima o poi, che se uno è stronzo non dipende dal colore della pelle o da chi si tromba, ma che la cosa abbia piuttosto a che fare con la personalità di quell’individuo specifico…e allora: abbasso gli stronzi di qualunque etnia, preferenza sessuale e religione!!
    (eh,eh)

  37. franco rivera scrive::

    Ugo scrive::
    Non metto bocca nell’atto tra adulti consenzienti, infatti: ce la metto nel sostegno economico pubblico.
    e quale sarebbe questo presunto sostegno economico pubblico?

    Pensione di reversibilità, mutui a tasso agevolato, etc.

    Sergio scrive::

    Ripeto la mia domanda a Ugo.
    E’ una provocazione ma è una provocazione inoffensiva.
    Sospendiamo anche le spese di sicurezza? Polizia, militari, pompieri?

    C’è chi dice che lo stato sia nato per gestire il monopolio della forza. Militari e polizia sarebbero quindi “per definizione” statali. I pompieri non sono sempre statali, a volte sono solo gruppi di volontari.

    E c’è chi dice che a gestire tutto con sicurezza privata ed assicurazioni forse spenderemmo meno e meglio. Forse hanno ragione, ma non so darti un esempio storico. Ma stavamo parlando di finanziamenti pubblici alla famiglia, alla scuola, alla sanità. Non alla forza. Ammetto che l’idea che lo Stato debba gestire la forza è difficile da togliere anche a me.

  38. Ugo scrive::

    franco rivera scrive::
    Ugo scrive::
    Non metto bocca nell’atto tra adulti consenzienti, infatti: ce la metto nel sostegno economico pubblico.
    e quale sarebbe questo presunto sostegno economico pubblico?
    Pensione di reversibilità, mutui a tasso agevolato, etc.

    pensione di reversibilità è corrisposta solo in certe particolari condizioni, mutui a tasso agevolato non sono certo “regali”, dato che i soldi sono restituiti e con interessi

    in entrambi i casi non vedo alcun motivo per discriminare le persone in base al sesso, all’età, o alla possibilità o meno di procreare

  39. it seems that homophobia is just ignorance. we usually fear what we don’t know or understand or want to understand. and boy… there is a lot people don’t want to understand about homosexuality…

    most don’t understand because they can’t go past their prejudices, whatever their origin (religious, social etc.).

    there is no justification for homophobia. none. Homosexuality is a trait that persist in the human population at frequencies as high as 10%; It is harmless and “normal”. where homosexuality is allowed and marriage is legal, society has not crumbled…to the contrary it has prospered even more. where adoption is law there are no signs that children of homosexuals are doing any worse, to the contrary for many reasons they seem to be doing better (besides, has any of you ever seen the inside of an orphanage? if so, can’t you really say with a straight face a child would fare worse having a real home and loving parents no matter what their sex and no matter what they do in bed???).

    homosexuals are tax paying citizens and they are entitled to those same benefits of non-homosexuals of comparable tax status: if they have children they should be entitled to the same tax breaks etc., if they need to take time off to care for their partner they should be entitled to with the same rule existing for heterosexuals. By getting married they commit to a relationship, diminish their own freedom to a certain extent and are subject to the force of the law governing divorce for instance. so with all these burdens shared with heterosex couples why not having also the advantages? it’s just a matter of reciprocity and fairness. we want to be fair, don’t we?

  40. x shy: guarda che la condizione di un allupato cronico, che magari vuol fare solo sesso e non batte chiodo è ben più frustrante (sotto il profilo sessuale, intendo) di chi vive forzatamente in un ambiente di soli uomini, ed è costretto dalle circostanze ad essere isolato dalle donne. Il primo può vivere l’attrazione omosessuale come lo specchio della sua sconfitta, il secondo no.

  41. mhhh allora forse possiamo azzardare che l’omofobia, come latente paura di essere omosessuali, sia legata al concetto di virilità, essere uomo. Di solito gli omosessuali vengono tacciati di essere poco uomini, di essere “femminucce” no? Forse si può legare questa paura di non essere uomo alla paura inconscia della castrazione per dirla alla Freud. Se non sono “uomo” il mio apparato genitale maschile, che serve per inseminare, è del tutto inutile, diventa un accessorio, divento castrato.
    Questi ovviamente sono ragionamenti sparsi, buttati lì tanto per farsi un’idea, basati sul fatto che l’omofobia mediamente è paura dell’Uomo omosessuale, non della donna.
    Possiamo anche chiederci se non ci sia di mezzo il tabu del sesso anale.

  42. @ rosalucsemburg:
    Boh, io non saprei stilare classifiche perché non ho provato né l’una né l’altra condizione, inshallah. Tu sì?
    Ma poi, quanti sono gli ‘allupati cronici’? E chi ti dice che non siano troppo occupati a batter chiodo per preoccuparsi di una concorrenza che, a rigor di logica, dovrebbe semmai venire a mancare visto che gli omosessuali si dirigono su target diversi? A meno che l’allupato per te sia quello disposto a fottersi tutto quel che respira, e allora vabbé, condizione patologica fin che vuoi ma ti richiedo, tu quanti ne conosci?

  43. @ franco rivera:

    gli omofobi sono tutti maschi?
    credo di si, o perlomeno non ho mai incontrato una omofoba (nel senso di odio profondo, ecc)

    La mia ex era piuttosto omofoba. (Gli psicologi la chiamano “omofobia interiorizzata”, è la maledizione di moltissimi gay e lesbiche.)

    E pure un bel po’ di donne che conosco non si esentano dal loro “che schifo i gay” – anche davanti alla qui presente bisessuale dichiarata, con grande finezza.

    L’omofobia, ahimé, non ha pregiudizi. Anche se i maschi hanno meno remore a esternarla, ma quello fa parte – temo – del conformarsi delle donne a uno stereotipo di “non si parla troppo di sesso”/”ah che bello l’amico gay ti aiuta a scegliere le scarpe”.

  44. x restodelmondo: tendo a non fare di tutta l’erba un fascio, il pregiudizio e l’odio o la fobia non sono la stessa roba. Il pregiudizio generalizzato è una specie di meme culturale. Da ebrea, penso che trovare qualcuno che sia esente da pregiudizio è pressochè impossibile. Poi ci sono quelli che odiano, e quella invece è una patologia. Ecco, mi pare che il pregiudizio verso gli omosessuali sia diffuso, ma l’odio vero e proprio riguardi una minoranza di maschi.

    x shy: quanti allupati cronici conosco, mi chiedi? Dipende dalle fasce d’età: adolescenti: 90%. Capacità di seduzione del sesso opposto: 10%. Trentenni: 50%, capacità di seduzione del sesso opposto 25%. Continuo?

  45. No. La mia impressione è che molti uomini facciano meno sesso di quanto vorrebbero.
    Oh, ma spiegala un po’ tu l’omofobia, sei bono solo a criticà.

  46. rosalucsemburg scrive::

    La mia impressione è che molti uomini facciano meno sesso di quanto vorrebbero.

    Ti dirò, ho avuto quest’impressione anch’io. Ma proprio perché se stai più di 24h senza bere cominci ad avere dei grossi guai, se stai un po’ senza scopare non è che ti succeda chissà che, ho anche l’impressione che buona parte di costoro, comunque, un minimo di selettività la mantenga e non si getti sul primo buco che capita.
    Quindi non credo che l’omofobo-tipo si senta ‘in competizione’ in quel senso ma come modello di comportamento maschile e di relazione sociale. Se l’omofobo maschio è più visibile, attivo e violento, IMO, è per lo stesso motivo per cui ci sono più maschietti che fanno linciaggi, o pestaggi razzisti: si chiama testosterone, non è che occorra costruirci chissà quali teorie sopra.

  47. Io credo che l’uomo sia quasi sempre bisessuale, in realtà. è la società che ti spinge ad essere eterosessuale a forza, per essere come tutti. Non è una cosa di cui ti rendi conto perché l’interiorizzi precocemente: da bimbo vedi mamma è papà che si baciano, la sorella maggiore col fidanzato, e se cerchi di giocare con la bambola della sorellina subito vieni preso in giro. Se piangi vieni blandito “i maschietti non piangono”. E poi si arriva a scuola, e appaiono le prime ragazzine che le madri provvedono di fornire di gonna rosa e rossetto, e devi avere la “fidanzatina” esattamente come il tuo papà è sposato con la tua mamma. Poi un bambino è isolato, e tu, infante come lui, ti chiedi: perché è isolato? E subito ti dicono che quel bambino si ostina a giocare con le bamboline, è una femminuccia, e appare la prima parolina che contraddistingue le “femminucce” (e che al tempo non comprendi nel suo significato sessuale): può essere “gay”, “busone”, “culattone”, “frocio”, termini che i bimbi hanno appreso dalla tv, dai fratelli maggiori. Scuole medie: comprendi cosa vogliano dire quelle arcane parole. Uomini (hai interiorizzato che sono di sicuro effemminati) che vanno con uomini. Sono checche! Che schifo! Si dice che Tizio ci abbia provato con Caio, ma lo sai che le checche la mettono dietro quando ti pieghi a prendere la saponetta? Scuole superiori. Ora di religione: “la vita di un omosessuale è disordinata. Dio ha fatto l’uomo e la donna, devono procreare. Due uomini non procreano! Essi non si amano, sono anormali, essi sono così perché sono disordinati nella loro concezione del sesso che è atto d’amore. Sono sodomiti e perversi”. E poi forte di questa consapevolezza non puoi non guardare i “fighissimi” video lesbo e la loro perversione pare piacerti alquanto. Ma tanto le lesbiche esistono solo nei video, le tue amichette di scuola parlano sempre di attoricantanti di sesso maschile.

    E questa è la vita di un ragazzo i cui genitori NON sono omofobi. Di un ragazzo che non è particolarmente cattolico. Di un ragazzo che non è interessato alla politica (specialmente non quella particolarmente radicale di destra). Tutto parte dall’infanzia. Questo ragazzo continuerà a stare con le donne senza rendersi conto che potrebbe avere un’altra possibilità. Senza pensare che se baciasse un ragazzo magari potrebbe piacergli di più. Questo ragazzo sarà convinto che quello che prova per il compagno di scuola più grande, genio del basket, sia solo adorazione e ammirazione. Questo ragazzo, quando gli capiterà di eccitarsi alla vista di un uomo, sopprimerà la cosa e mentirà a sé stesso. E magari neanche odierà i gay! Solamente, vuole il quieto vivere.

    Eppure, se veramente TUTTI sono omosessuali, come mai quei teatrini ambigui dei ragazzi sotto la doccia (e non nelle carceri, anche da liberi, dopo una giornata di sport)? Come mai nell’antica grecia tutti gli uomini erano attratti anche dal sesso maschile? Avranno visto troppo Sailor Moon, che notoriamente rende gay mostrando un esempio di donna non asservita al ruolo di silenziosa sferruzzatrice di calzette di fronte al fuoco?

  48. Chi coltiva (davvero) la pedofilia
    Gilles de Rais alla gender theory si è fatta molta strada. Fuori dalla chiesa
    di Francesco Agnoli
    La questione dei preti e dei religiosi che hanno compiuto atti di violenza contro i minori sta occupando molte pagine dei giornali. Giustamente ci si indigna di tale oscenità. Giustamente coloro che non hanno vigilato attentamente, per quanto possibile, vescovi ecc., andrebbero ugualmente puniti, con estrema severità (non basta spostare di parrocchia i colpevoli, per intenderci…).
    Detto questo sarebbe bene riportare la polemica nei giusti binari. Evitare, intendo, di utilizzare l’ennesimo fatto di cronaca per accusare sempre il solito imputato: la Chiesa. Partiamo dalla realtà e mettiamo da una parte l’ideologia.
    La pedofilia, purtroppo, è sempre esistita, come forma di perversione particolarmente attraente per certune personalità molto “disturbate”. Nel XV secolo, in Francia, vi fu la celebre vicenda di Gilles de Rais: questo nobile uomo, forte e inquieto, che aveva combattuto a fianco di Giovanna d’Arco, confessò di aver compiuto svariate violenze sui molti bambini. Lo scrittore francese Karl Joris Huysmans, nel suo L’abisso, così ricostruisce i fatti: “Con voce sorda raccontò i ratti dei fanciulli, le orribili insidie, gli stimoli infernali, gli assassinii impetuosi, gli implacabili stupri. Ossessionato dalla visione delle sue vittime, descrisse minuziosamente le agonie lente o rapide, gli appelli e i rantoli, narrò di essersi avvoltolato nell’elastico tepore degli intestini, confessò di avere strappato cuori palpitanti da piaghe allargate, spaccate come frutti maturi. L’assemblea, atterrita, era immersa in un silenzio da incubo, rotto solo di tanto in tanto da un grido. Allora bisognava portare fuori di corsa donne svenute, folli di orrore. Gilles sembrava non sentire nulla, non vedere nulla, continuava a recitare la spaventosa litania dei propri delitti. Poi la voce gli si arrochì. Era arrivato alle effusioni macabre, a narrare il supplizio di quei bambini che vezzeggiava, per potere tagliare loro il collo durante un bacio. Si dilungò nei particolari, li enumerò tutti. Fu talmente terribile, talmente atroce, che anche i vescovi impallidirono sotto i copricapi d’oro”.
    Gilles andò pentito, e contento, al patibolo. Dopo di lui i pedofili più o meno macabri, hanno continuato ad esistere. Ma con una innegabile crescita nell’ultimo periodo della storia. Ancor di più, negli ultimi anni. Lo dicono le cronache, lo dicono i tribunali dei minori. Le violenze sui bambini piccoli, anche piccolissimi, cioè di pochi mesi, sono sempre più numerose, e vengono compiute al 90 % e oltre da genitori, zii, amici di famiglia … La spiegazione di questo aumento, dimostrabile statistiche alla mano, sta certamente in una cultura sempre più decadente, in cui il sesso diventa una mania, una ossessione continua: viene trasmesso ad ogni ora del giorno in tv, sui giornali, entra nelle scuole dove a fanciulli di quarta elementare viene talora spiegato, brutalmente, l’atto sessuale, nella sua “tecnicità” …
    Un grigio diluvio di pornografia inonda le nostre menti, tanto che anche i quotidiani “seri” online, dal Corriere a Repubblica, il posto per le foto porno non omettono mai di riservarlo…un lettore bavoso in più fa sempre comodo. Si può credere che tutto ciò non abbia effetti? Vogliamo sempre fingere che la pedofilia sia un problema di alcuni preti, e non della società nel suo insieme … Vogliamo proprio soffermarci solo e soltanto sui 17 casi di violenza su bambini, secondo le denunce del governo austriaco, compiuta da religiosi, e dimenticare, come se non esistessero, gli altri 510 casi denunciati dallo stesso governo e avvenuti in ambienti laici di svariati tipi? (Analogamente in Germania dal 1995 sono stati denunciati 210 mila casi di abusi su minori; di questi 94 sarebbero, il condizionale è doveroso, imputabili a religiosi cattolici).
    Il Corriere della sera on line dell’11 marzo ricorda: “Cinquecento siti web pedofili con violenze sessuali su bambini dai 3 ai 12 anni sono stati segnalati oggi in meno di un’ora e 20 minuti alla Polizia postale dai volontari dell’associazione Meter onlus di don Di Noto: “è un orrore senza fine, un fenomeno inarrestabile – commenta il sacerdote – che coinvolge milioni di bambini e tutte le classi sociali”.
    Don Di Noto è un sacerdote; un eroe quasi solitario: la sua battaglia di ogni giorno ha certamente una grande efficacia, ma non argina certo la diffusione sempre maggiore di quel materiale pedopornografico che è sicuramente all’origine di molte azioni criminali, in quanto spinge all’emulazione, e influenza molte menti deboli. Foto raccapriccianti di bambini violentati, su cui degli adulti compiono le più svariate efferatezze, circolano sulla rete e fanno “cultura”. Eppure questo non interessa affatto ai nemici della pedofilia a senso unico. Non interessa, diciamo la verità, neppure a molti politici e giornalisti, quasi a nessuno.
    Così come nessuno si è veramente indignato allorché in Olanda, alcuni anni orsono, nacque il partito pedofilo. L’Olanda, si sa, è paese estremamente libero, estremamente laicizzato, forse per questo gli si può perdonare tutto: dall’invasione islamica, alla droga libera, al divorzio lampo, alla perversione sessuale diffusa … Eppure la nascita dell’NVD (“Amore del prossimo, libertà, diversità”), avrebbe dovuto far riflettere di più. Tale partito infatti rivendica la diffusione in tv di pornografia (infantile e non) anche durante il giorno, e la liceità del sesso con i bambini e con gli animali, come “semplici varianti” dei gusti sessuali. Della serie: a te piace così, a me cosà!
    Non è forse lo stesso messaggio veicolato, più o meno, da molti sostenitori, politicamente correttissimi, della teoria del gender? Non è quello che si sente dire sempre più spesso? Cioè che nessuno ha il diritto di affermare cosa sia l’amore vero, cosa sia la famiglia, cosa sia morale e cosa no? Non si dice sempre più spesso che nessuno ha il diritto di limitare la libera sessualità di chicchessia? Il relativismo trionfante odierno afferma proprio questo, spesso contro la “sessuofobia cattolica”. Non facciamo finta di non capirlo.
    Pochi anni fa i radicali – che non cessano di indignarsi selettivamente per le malvagità dei preti, e che arrivano a manifestare, come è accaduto qualche giorno fa a Bologna, “contro la pedofilia clericale e per sostenere l’istituzione di un’apposita commissione d’inchiesta sui numerosi casi di abuso, perpetrati da ecclesiastici su minori”-, ebbero a sostenere in un pubblico e ben pubblicizzato convegno a favore della libertà in internet, e in parte contro le richieste giustamente severe di don Di Noto, che la pedofilia come gusto sessuale è lecita, basta che non diventi azione criminale!
    Leggiamo alcune delle loro considerazioni: “La legge prevede il sequestro, la chiusura, la revoca delle licenze per coloro che distribuiranno anche per via telematica materiale pornografico minorile. È uno scenario che ben conosciamo: quando un nuovo mezzo di comunicazione mette in discussione i meccanismi di controllo sulla comunicazione di massa ritornano di attualità censura e autocensura (sic). Non meno grave è tutta l’attività di investigazione che questa legge mette in movimento: dalla schedatura di coloro che accedono a siti o newsgroup pornografici della rete Internet, alla intercettazione della posta elettronica per accertare che non vi sia scambio di materiale “pedofilo”, fino alla realizzazione simulata da parte del Ministero dell’interno di siti “pedofili” per incastrare i perversi. È insomma evidente che tabù e ossessioni sessuali diventano pretesto e strumento per limitare e imbavagliare uno dei più straordinari strumenti di comunicazione e di libertà che l’umanità abbia fino a oggi inventato … Infine, la pedofilia senza virgolette. Contestare le forme di questa crociata antipedofila non significa riconoscere il “buon diritto” di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in tenera età; si tratta di difendere il “buon diritto” di ciascuno a non essere giudicato e condannato solo sulla base della riprovazione morale suscitata dalle proprie preferenze sessuali. Nessuno sembra rendersi conto dei rischi connessi a una normativa, che autorizza ogni sorta di sospetto, e consente ogni sorta di persecuzione giudiziaria o di criminalizzazione pubblica nei confronti di individui non già responsabili di atti concreti, ma “colpevoli” di sentimenti o desideri giudicati – a torto o a ragione – anomali, deviati, perversi e patologici. D’altra parte, cosa intendiamo parlando di pedofilia e, soprattutto, di violenza sessuale contro minori? Certo, esistono casi in cui è evidente una coercizione fisica o psicologica dei minori ad attività sessuali, cui essi non possono consentire in modo consapevole. Ma siamo certi, come osserva Gianni Vattimo, che gli adolescenti a cui in molti Paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone” (http://www.interlex.it/regole/convped.htm)
    Si crede veramente che sia possibile scindere la cultura della pedofilia dalle azioni pedofile? Che la pedofilia sia uguale a “qualsiasi altra preferenza sessuale”? Che la “libera” diffusione di materiale pedopornografico, di fotografie di bambini violentati in tutti i modi, sia espressione di libertà, e non invece l’anticamera di concretissime azioni pedofile?
    Se lo chiedeva già Renato Farina anni fa su Libero, ricordando proprio quel convegno radicale da una parte, e il tentativo dei radicali di enfatizzare il fenomeno dei religiosi pedofili dall’altra. Gli risposero i radicali Maurizio Turco e Daniele Capezzone, con un linguaggio di straordinaria ambiguità, un capolavoro di relativismo, volto a giustificare ancora una volta la pedofilia come un “orientamento sessuale” tra i tanti: “Premesso che i fatti di oggetto delle cronache di questi anni non sono episodi di ”pedofilia”, ma di pura violenza e criminalità (vi è dunque distinzione tra le due cose?, ndr), e come tali devono essere considerati e perseguiti, voglio aggiungere che, in termini liberali, è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di “essere”, di uno “stato” … si tratta di affermare il diritto –senza virgolette- di tutti e di ciascuno a non essere condannati –e nemmeno giudicati- sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i “pedofili” in quanto tali, al contrario, non serve a “tutelare i minori”, ma solo a creare un clima incivile, né umano né –vorrei dire- cristiano”. (Libero, 27/4/2002).
    Esiste dunque un “modo di essere”, quasi una natura, pedofilo? Uno “stato” di pedofilia, indipendente dalla volontà del soggetto? Non ci si rende conto che siamo dinnanzi allo sdoganamento della pedofilia come scelta di vita? Alla fine di queste brevi considerazioni sulla schizofrenia di una certa cultura attuale, che difende ogni licenza sessuale, compresa la pedofilia, per poi “stupirsi” dei singoli atti pedofili, ma solo di certi, mi permetto di passare brevemente all’esperienza personale. Insegno in una scuola cattolica che esiste da 150 anni. Non si ha notizia di alcuna violenza, in tanto tempo.
    Come studente ho frequentato, invece, un Liceo statale “in” della mia città: 5 anni di tempo, non di più. In questi anni quanti casi di piccole molestie! Professori che facevano capire alle ragazze che apprezzavano, e premiavano, la gonna molto corta, che tenevano atteggiamenti ambigui, che facevano quantomeno apprezzamenti pesanti, ad alta e bassa voce…Fino, alcuni anni dopo, al caso eclatante: un professore vive una relazione con una alunna, che poi si suicida. Il professore, per anni, ha continuato ad esercitare nella stessa scuola, senza che nessuno lo importunasse, sicuro del suo posto pubblico. Nella stessa scuola un sacerdote che insegnava religione, venne accusato di avere inclinazioni pedofile. Una signora si presentava tutte le mattine davanti a scuola per accusarlo. Spiegò ai giudici, che la condannarono per menzogna e molestie, di aver saputo delle nefandezze del prete, dalla Madonna in persona, in una visione. Ma intanto il poveretto, riconosciuto poi innocente, finì sui giornali e sulla bocca di tutti e dovette lasciare l’insegnamento.
    Un’ultima annotazione: poniamo tutta l’attenzione possibile a questa terribile pestilenza della pedofila; chiediamo leggi più severe, severissime, per tutti, ma non lasciamoci trascinare dalle psicosi, tipiche delle società schizofreniche. Nella mia città una famiglia si è vista togliere i figli per molti anni: la bimba, all’asilo, diceva di aver paura dei serpenti. Qualcuno con ruolo ufficiale ha pensato bene di fare il Freud della situazione. “Dice di aver paura di un serpente, non può che essere il pene del padre che la violenta”: questo è stato l’acutissimo ragionamento. “Quindi la bimba va tolta alla famiglia”. Si scoprì poi che il serpente era un gioco di plastica regalato alla bimba dai genitori. Un regalo che non era stato molto apprezzato.
    Un caso analogo: un sacerdote delle mie zone viene accusato di pedofilia, assolto in primo grado, poi condannato. Non posso certo giurare sulla sua innocenza, ma leggendo la genesi dell’accusa sorgono molti, molti dubbi. Infatti i fatti criminosi subiti da un ex giovane parrocchiana del prete “sono riemersi dalla sua memoria dopo un lungo trattamento di psicanalisi, 350 sedute di un metodo chiamato «distensione meditativa » e che ha molti punti in comune con l’ipnosi. Dapprima è l’interpretazione di un sogno, nel quale la ragazza viene violentata da un gruppo di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio, nome che simboleggia una crasi della realtà presunta, che indirizza le indagini. Le violenze reali e denunciate sarebbero infatti avvenute in un oratorio chiamato San Pio X, e perpetrate da don Giorgio” (Corriere 26 marzo 2009).
    Attenti, insomma, perché esistono i pedofili, ed oggi, ecco il progresso, anche una forte cultura pro-pedofilia veicolata quasi liberamente! Ma ci sono anche, e in abbondanza, i mitomani, e coloro che hanno capito che, con certe accuse, si distruggono le persone e si possono fare i soldi. Poi non mancano, invece, quelli che al posto dei soldi ci fanno gli articoli. Così, con quella superficialità tipica di moti giornalisti che non esitano a dare nomi propri in pasto alla pubblica opinione, anche senza conferme processuali e condanne definitive.
    «Il Foglio» del 16 marzo 2010

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    Etichette: chiesa, omosessualità

  49. tenkiu scrive::

    Chi coltiva (davvero) la pedofilia
    Gilles de Rais alla gender theory si è fatta molta strada. Fuori dalla chiesa
    di Francesco Agnoli

    chiedo venia… non c’entra con l’omofobia purtroppo è successso… è finito nel posto sbagliato!
    avrei dovuto inviarlo a “Pansessualismo un cazzo”… si sarà capito! 🙂

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