marteDIcorsa 3 – coppiebbàrtali

marteDIcorsa
Volevo spiegare a degli amici che il ciclismo è lo sport più romantico che c’è, e allora ho provato a scrivere. E scrivere ciò che raccontavo scrivendo. Così, ogni martedì, per un mese. Io, per me, mi sono convinto. Anche troppo, a rileggere il tono troppo denso?


coppiebbàrtali

E vai, al cine vacci tu!
Diamine, c’è Bartali che sta passando, e tu mi dici che c’è da andare al cinematografo? Non se ne parla neanche, io scalo ‘sta montagna a piedi, così mi vedo il Ginettaccio, di là che sale, e chissà chi avrà fatto più fatica, se io o lui.
Questa qui, parola più parola meno, è di Paolo Conte e si chiama “Bartali”: quello con il naso triste da italiano allegro. Oh, guardate che “quel naso triste da italiano allegro” è un capolavoro che neanche un biografo dell’accademia dei biografi…
Coppi invece ha la faccia triste, in effetti è triste. Ha quell’aria intellettuale, e infatti piace agli intellettuali. Alla sinistra. Vota comunista ma non lo dice, che è la peggio direbbe un democristiano. Uno tipo Bartali, che dedica ogni vittoria alla Madonna, che va in chiesa nei giorni comandati, che è preso a icona dal papa – Pacelli – il quale arriverà a esecrare pubblicamente l’altro, Coppi, quel laico senza fede, con quella faccia disincantata e chiusa in sé stessa che par sempre contemplare chissà cosa. Un mezzo ligure mezzo piemontese, serio, compito, e fin troppo austero, di fronte a quel guascone, sanguigno del Gino Bartali che lo capiresti da lontano dieci miglia che è un toscanaccio con la “c” impastata e la parolaccia facile. Continue reading “marteDIcorsa 3 – coppiebbàrtali”