I numeri delle primarie: un fallimento?

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Molti in queste ore stanno celebrando il successo di affluenza alle primarie, che però – a guardare i numeri – non sembra essere tale.

Per farlo basta confrontare il risultato di queste primarie, di tutto il centrosinistra, con le ultime primarie, quelle del 2009 esclusivamente per la segreteria del PD. L’affluenza è stata praticamente identica, alla decina di migliaia.

Primarie PD 2009: 3.102.709
Primarie csx 2012: 3.107.568

A queste primarie c’erano due candidati esterni al PD, Bruno Tabacci che ha preso 44.030 voti, e Nichi Vendola che ha preso 485.158 voti. È certamente probabile, anche se non quantificabile, che alcuni elettori del PD abbiamo votato Vendola nonostante questi appartenga a un altro partito, ma è altrettanto probabile che alcuni elettori che non appartengono alla coalizione del centrosinistra (Fed Sin, IdV, etc) abbiano votato per Vendola (o Tabacci, probabilmente più dall’Udc) – oltre che Bersani, Renzi o Puppato –, animati dalla voglia di partecipare. Al netto di questi voti, si ha:

Primarie PD 2009: 3.102.709
Primarie csx 2012: 2.578.380

Inoltre va ricordato, in particolare a coloro che spiegano che un’alta partecipazione è particolarmente significativa in “questo periodo”, che questo periodo è un periodo particolarmente positivo per il PD, che è stabilmente primo partito in tutti i sondaggi, e che viene accreditato del suffragio più alto degli ultimi 4 anni, intorno al 30%, superato solamente dal PD di Veltroni di quasi 5 anni fa. È vero che sono soltanto dei sondaggi, ma sono gli unici numeri che abbiamo, confermati da qualunque osservatore politico che dà il PD in netta ripresa. Anche qui c’è un riferimento abbastanza attendibile: le elezioni europee del 2009 che si tennero quattro mesi prima delle primarie del PD, nelle quali il PD riscosse il 26%. Se si volesse aggiungere alle consultazioni precedenti del PD questo margine del 4% di potenziali elettori, ovvero un 15,38% sul proprio elettorato, si avrebbe questo risultato, con più di un milione di elettori in più:

Primarie PD 2009: 3.579.906
Primarie csx 2012: 2.578.380

Se si volesse addirittura raggiungere il paradosso, quello che voleva Renzi votato da elettori (o infiltrati) di centrodestra, si avrebbe uno scenario ancor più desolante:

Primarie PD 2009: 3.579.906
Primarie csx 2012: 1.474.590

Naturalmente quest’ultimo passaggio sarebbe ingeneroso, oltre che inaccurato, perché è certamente vero che molti elettori di Renzi sono effettivamente elettori del PD. Ma è un pensiero che dovrebbe sfiorare coloro che descrivevano Renzi come un oggetto avulso al Partito Democratico: perché, se le cose stessero così, queste primarie avrebbero segnato una drammatica diserzione del 60% dei proprî elettori.

In conclusione, è certamente vero che fare questo genere di stime è sempre difficile, come è vero che nel farle si finisce inevitabilmente per tagliare i numeri – come si dice – con l’accetta. È inoltre vero che un dato di partecipazione nell’ordine dei milioni è sempre un risultato positivo, quali che siano le aspettative e i precedenti. C’è però da riscontrare un fatto, che sia da addebitare alle regole farraginose e ostacolanti o all’incapacità di Renzi di coinvolgere elettori al di fuori del proprio perimetro ideologico, e cioè che i numeri della partecipazione non sono stati il successo di cui tutti parlano.

8 Replies to “I numeri delle primarie: un fallimento?”

  1. Quella degli infiltrati, come dici, è una storia finta o comunque irrilevante. Quella vera, però, è la storia degli elettori liberal-centristi che hanno votato a destra e che hanno votato Renzi con l’idea di spostarsi al csx in caso di sua vittoria. Attenzione, solo in caso di vittoria di Renzi. Ne conosco una mezza dozzina personalmente (e non conosco tantissima gente in generale). Quindi c’è un’ulteriore dato: gente (io stimo un 300 o 400 mila votanti di ieri) che non voterà CSX in caso di (probabile) vittoria di Bersani.

  2. E’ sbagliato in realtà anche il penultimo punto, perchè il 26% di allora e il 30% dei sondaggi attuali non sono percentuali confrontabili così, dato che si basano su un numero di elettori diverso (vedi crescita dell’astensione).

  3. Pippone mostruoso costruito sul falso assioma che le primarie per il segretario siano equivalenti a quelle per scegliere il candidato di coalizione. Usando lo stesso artificio mendace si potrebbero costruire altri ragionamenti altrettanto idioti, ad esempio, che alla fine Renzi ha preso poco più dei voti di Franceschini.

  4. Non ho davvero capito il penultimo punto, quello in cui fai il confronto con le europee del 2009. In ogni caso, la domanda interessante, secondo me, non è tanto se la partecipazione è diminuita, ma se è diminuita nella misura in cui ci aspettavamo. Io francamente mi sarei aspettato una riduzione più consistente. È vero che il PD va bene nei sondaggi, ma rispetto agli altri partiti, non in valore assoluto. La mia sensazione è che coll’inizio della crisi una fetta significativa dell’elettorato si sia mossa verso la zona del non-voto e, in misura minore, verso il M5S. All’interno di un contesto caratterizzato da crescente astensionismo e populismo, la partecipazione alle primarie del centro-sinistra mi ha positivamente sorpreso.

  5. Aggiungo che alle primarie del 2009 votavano anche i sedicenni. Apprezzabile il tentativo di “quantificare” la partecipazione, però sembra essere molto più complesso del previsto 😉

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