Deberlusconizer

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Una cretinata divertente, da usare una volta. Deberlusconizer. Introduci un sito, ed espunge – in un bel giallo fosforescente – tutte le volte che viene citato Berlusconi o addentellati. È un modo scemo per contarle. Io ne ho solo una negli ultimi venti post (anche se questo post alzerà il numero!).

Per fare un giochino, ho confrontato le homepage di un po’ di quotidiani:

Il Post 1 occorrenza (il vero giornale deberlusconizzato)
Il Sole 24 ore 3 occorrenze
Il Manifesto 4 occorrenze
La Stampa 5 occorrenze
Corriere della Sera
6 occorrenze
Il Foglio 8 occorrenze
Il Giornale
9 occorrenze
L’Unità 12 occorrenze
La Repubblica
13 occorrenze
Il Fatto quotidiano 34 occorrenze

Che di berlusconismo ne ho già abbastanza

interesse 5 su 5

Quando il fumo di questa guerra civile si sarà abbassato, e torneremo a vedere le cose più lontane del nostro naso, ci ricorderemo – spero – che non c’è nulla di male nella prostituzione, che due persone consenzienti possono fare del sesso quando vogliono soldi o non soldi, che il limite della maggiore età per stabilire quando una persona è consenziente è un limite necessario ma artificiale, che – come uno non impara di botto a guidare a 18 anni e un secondo – c’è una differenza fra una bambina di undici anni e una ragazza di diciassette e tre quarti.

Ci ricorderemo – spero – che la rispettabilità di quella ragazza non è stata offesa da questa vicenda («andate a marchiare qualcun altro», vi risponderebbe!); che né la dignità sua né quella delle mille altre coinvolte può essere intaccata dall’aver fatto sesso con un anziano per soldi, perché non c’è nessun concetto di dignità che possa essere associato al sesso. Non c’è nessun legame, come ce n’era soltanto nei giorni bui del castigo dei costumi, i giorni che si vivono tutt’oggi nei Paesi dove la dignità di una donna è fondata sulla sua castità e adempienza all’immaginario del maschio patriarcale di cui Berlusconi e il suo “piacere per la conquista” è il primo e il più rivoltante esempio.

Ci ricorderemo – spero – che quella ragazza non è indecente, come penserebbe Berlusconi, per aver ricevuto soldi in cambio di sesso, ma per averne ricevuti in cambio di bugie. Che, come scriveva Bordone, “il corpo è suo, può fare intravedere le tette a chi vuole. E se siamo davvero dei progressisti, in questa vicenda dobbiamo difendere con fermezza un solo diritto fondamentale: quello di Ruby a fare quello che le pare con chi desidera. Qualunque valutazione sul suo comportamento, qualunque giudizio in merito, è moralista, colonialista, peloso, pretesco, maschilista”.

Ci ricorderemo – spero – che il motivo (che ne racchiude i mille altri) per cui è triste sporco e disarmante che Berlusconi sia alla guida del Paese non è nell’aver commesso un reato, peraltro piuttosto veniale, in nome di una legge introdotta al tempo da questa maggioranza bacchettona e che tutti noi avevamo giustamente criticato. Ma che l’oscenità è quella delle espressioni più luride, del meglio donnaiolo che frocio, delle donne nel carnet come titolo di merito; dell’idea ridicola per cui dovremmo essere invidiosi di questa miseria, delle menzogne continue a cui aggiunge sempre un implicito “e se anche fosse… sono un figo perché ho scopato”, neanche avesse tredici anni.

Ci ricorderemo – spero – che Silvio Berlusconi è un personaggio disgustoso perché è l’incarnazione perfetta di quella mentalità fatta di una simile “concezione dozzinale e meschina del rapporto uomo-donna, dell’ironia da caserma fascista. Del suo essere portatore insano e orgoglioso di quell’insieme di sessuofobia e sessuomania che è quella malintesa virilità, il latin lover nella peggiore delle accezioni di questo concetto: quello che ha paura del sesso e se ne vergogna, la considera una cosa insana, ma al tempo stesso ha un’ossessione; la mente sempre puntata lì all’infrazione della norma – ovviamente soltanto nelle orecchie degli amici al bar, che ascoltano le tronfie spacconerie di un millantatore in punta di cazzo”.

Spero tutte queste cose, perché altrimenti l’inesorabile giorno in cui finalmente Berlusconi sarà finito, lascerà un’Italia plasmata dalla sua immagine, come temo che accadrà sulla giustizia. E non parlo delle televisioni, ma di un Paese uniformemente reazionario, dove i progressisti sono diventati codini conservatori, lasciando i codini conservatori tali e quali, abituati come sono alla loro doppia morale. Qualcuno ce ne scampi, ché non voglio vivere con le conseguenze – contrarie e uguali – del berlusconismo per altri cinquant’anni.

Un Paese di Humbert Humbert

interesse 3 su 5

L’ho avuta anch’io quell’impressione: che quel fatto lì – che la negretta, come la chiamano, mostrasse una pervicacia carnale piuttosto esplicita – sembri aver rovinato la festa a chi rapace sarebbe saltato sul carro, sull’altare, della madonna-vergine-bambina sfruttata dal lurido scabroso e potente vecchio.

Come se questa cosa, anche solo in parte, estinguesse lui e condannasse lei.

Bordone:

Ruby è scappata dal paesino di merda, e per farlo ha usato il proprio corpo. E non bisogna, in tutto questo casino inenarrabile di festini africani e igieniste dentali, dimenticare che ha fatto il cazzo che le pareva, il corpo è suo, può fare intravedere le tette a chi vuole. E se siamo davvero dei progressisti, in questa vicenda dobbiamo difendere con fermezza un solo diritto fondamentale: quello di Ruby a fare quello che le pare con chi desidera. Qualunque valutazione sul suo comportamento, qualunque giudizio in merito, è moralista, colonialista, peloso, pretesco, maschilista.

Ché le persone ragionevoli tra la morte e il bunga bunga scelgono il bunga bunga. E a molti piace il bunga bunga a priori, senza sacrifici di sorta all’orizzonte.