Venerdì 7 novembre

Di necessità virtù – Diario dalla Palestina 96

Da casa mia di Betlemme al Check Point per andare a Gerusalemme c’è un km e mezzo. Distanza che percorrevo a piedi o in bici, costeggiando – per gran parte del percorso – il muro. Complice l’incidente, e quindi l’impossibilità d’utilizzo della bici o di percorrere lunghi tratti a piedi, ho cominciato a prendere i service (letto alla francese, taxi collettivi) che fanno un’altra strada.

Nel frattempo succedeva questo: c’è questo ristorante che sorge di fronte al muro. O meglio, c’è il muro che sorge di fronte a questo ristorante. Inizialmente questo causa un crollo degli affari del ristoratore – Betlemme è vicina a Gerusalemme, e molti clienti erano israeliani – che porta anche alla chiusura per un certo periodo. Complice il notevole afflusso di turisti che vengono a vedere il muro, gli affari riprendono ad andare nella direzione giusta, cosicché quando io arrivo a Betlemme – a luglio – il ristorante è aperto sempre, quando ci passo alle 5 del pomeriggio o quando ci passo a mezzanotte.

Poi l’idea geniale: visto che il muro “toglie” vista ai propri clienti, perché non dargli un senso? Leopardi ne avrebbe tratto considerazioni filosofiche, il ristoratore ne fa di molto più pragmatiche: così costruisce una piccola veranda proprio dal lato del muro e dipinge il menù del proprio ristorante proprio sulla barriera di cemento, riuscendo nell’inopinata impresa di rubare spazio al niente.

Io, badate il caso, vengo a saperlo dalla BBC! Identifico il posto, e mi dico: non è possibile, passavo esattamente di lì fino a una settimana fa, possibile che debba venirlo a sapere da un network inglese? Mi armo di macchina fotografica e decido di farci un salto:

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Assieme, una buona idea e una zona così capillarmente coperta dai mezzi d’informazione quale la Palestina, fanno anche questo.

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