Due foto

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Sul Family Day non credo ci sia bisogno di altro commento, che non queste due foto, una di fianco all’altra:

Foto uno
Ieri in Piazza San Giovanni per il Family Day, a Roma
marriage
Qualche anno fa alla National Equality March a Washington

(Qui il post che avevo fatto al riguardo).

Vittoria / 2

Aprii questo blog quasi cinque anni fa, alla vigilia della campagna per le primarie di Barack Obama. Il mio primo post fu un suo, piccolo, sconosciuto, endorsement.

Questo, quattro anni fa oggi.

I will do enough good to make it up to you

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Ieri era l’Anniversario, quello con la “a” maiuscola, e ho pensato che non ci fosse molto da scrivere, cioè, che non ce l’avessi io. C’è anche che sono molto impegnato, in questo periodo, e quindi forse non ho avuto neanche il tempo di pensarci.

Così ne scrivo ora, il giorno dopo, meno come reazione all’anniversario e più come reazione alle reazioni all’anniversario, che ho letto sfuggitamente ieri. E ho pensato che tutti coloro che hanno detto “forse sarò impopolare ma”, per poi aggiungere considerazioni – delle volte condivisibili – sulle conseguenze della guerra in Iraq, in Afghanistan, di un mondo più polarizzato. Della necessità di mettere quell’evento in un contesto, di raccontarlo come un evento internazionale, di restituirlo alla propria dimensione, eccetera. Ecco, ho pensato che tutti questi – lungi dall’essere-impopolari-ma – sono il mainstream, dicono quello che dicono tutti e che tutti si aspettano che tutti gli altri dicano, perlomeno in una certa fetta di società. E se, invece, per una volta si dà un pensiero a quell’evento come tale, lasciando da parte – per un giorno, nell’anniversario dei dieci anni – quello che ci viene ricordato ogni settimana da ciò che succede in Iraq, in Afghanistan, in tutto il mondo, non possiamo che trovarne del sollievo, nel raccontare un evento, una storia, per quanto piccola.

Così quando ho visto questo video ho pensato che fosse perfetto, che forse era quello che dovevo mettere ieri, ma forse oggi è meglio, per toglierlo da quel contesto lì.

I fantastici quattro

Dio benedica tutti voi
Grazie di tutto

A me non importa che questi quattro personaggi siano in buona o in cattiva fede, mi importa che abbiano preso la decisione giusta.

E quelle persone lì – molte delle quali non sarebbero in vita se non fosse stato per quella decisione – glielo riconoscono. È un bellissimo mondo, oggi. Quanto mi piacerebbe essere in piazza con loro.


Chissà se avessero fatto un cartellone con “i peggiori quattro” chi ci avrebbero messo.

EDIT – Fabio Mignani commenta, come meglio non si può, il perché oggi – nell’aver dimostrato che siamo una sola umanità – ci si può azzardare a dire che è un mondo bellissimo. Non ce n’è mai stato uno così. È la sua risposta a chi, come tanti che ho sentito, lamentava che i bilanci si fanno solo alla fine.

Le somme si tirano in qualunque momento, se non si ha paura di sbilanciarsi. Io mi sbilancio e dico che i libici un deciso passo avanti verso un futuro migliore l’hanno fatto eccome. Ed ora, esattamente come i sudafricani alla fine dell’apartheid o come un paese che si libera da una dittatura o da un giogo coloniale, davanti hanno tante alternative e tanti rischi. Però rispetto a prima sono un bel po’ più padroni del loro futuro. E sono felice (soprattutto per loro) di poterlo scrivere. E di augurargli di seguire un percorso non dissimile da quello di chi 66 anni fa venne liberato da una dittatura.