Gay, Washington e barboncini

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Qualche ora fa il governatore dello Stato di Washington ha firmato la legge che permette anche agli omosessuali di sposarsi.

Tempo fa avevo ascoltato la storia di una coppia di omosessuali che vive proprio a Seattle, la principale città dello Stato di Washington. L’avevo tagliata da questa puntata per mandarla a un amico, ma – a questo punto – perché non metterla anche qui per festeggiare?

La storia, dura un quarto d’ora, è divertente e commovente e racconta le contraddizioni e le paure di una coppia di genitori omosessuali, il cui primo timore – nella crescita del proprio figlio – è il modo stereotipato in cui la televisione dipinge gli eterosessuali (avete capito bene!).

Dan Savage è il narratore e protagonista della storia. È un celebrato autore (qualcuno dei lettori di questo blog ricorderà quest’altra storia, altrettanto divertente e commovente – come solo le migliori storie sanno essere), oltre che un famoso attivista gay, e l’inventore della – bella, famosa e di successo – campagna “It Gets Better”.

Ascoltatela! (premendo play qui sotto, è in inglese)
Quello che ho imparato dalla TV, Dan Savage

P.s. ho invece visto lo spot Arcigay “Ti sposerò”: è bello e fatto bene; ma davvero siamo ancora al livello in cui una coppia gay frequenta solo coppie gay, come amici ha solo coppie gay, invita solo coppie gay, etc? Davvero non ci rendiamo conto che fare uno spot in cui l’unica coppia etero è quella che evita schifata due omosessuali contribuisce alla ghettizzazione e alla sindacalizzazione delle cause?

Il commento del mese

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Tiro fuori il blog dalla perdurante abulia per menzionare il commento del mese, scritto da uqbal sul blog di Francesco, in risposta a chi – non è importante il contesto –, alla fine di un ragionamento sull’esclusione di alcuni temi dal dibattito, gli contestava che fosse “Tutto legittimo per carità, ma vediamo di non essere ingenui”:

e invece vediamo proprio di essere un po’ più ingenui, perché non se ne può più delle continue analisi dietrologiche che spesso fanno somigliare la sinistra ad una Lega capace di usare i congiuntivi.

Un voto di protesta

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Per tutti quelli che quando la mamma diceva «mangia piano, sennò non te lo gusti» avevano già capito che è tutto l’opposto.
Per tutti quelli che «allora, Big Mac, senza formaggio, senza salsa, ci puoi aggiungere il bacon? Ah, e la Coca senza ghiaccio. Anzi no, senti, scusa, anche un milkshake».
Per tutti quelli che 5 euro è il vero pranzo proletario.
Per tutti quelli che non hanno mai creduto alle catene di Sant’Antonio sui Nuggets rosa.
Per tutti quelli che supersize me ti voglio vedere se mangi per un mese solo amatriciana pranzo e cena.
Per tutti quelli che hanno l’amico che dice «no, ma non è per questioni politiche, solo che non mi piace».
Per tutti quelli che pensano che sarebbe quasi meglio fosse per questioni politiche.
Per tutti quelli che, in fondo, non gli credono mica a quell’amico lì.
Per tutti quelli che «ci mettono le sostanze chimiche per renderlo così saporito», «appunto!!!».
Per tutti quelli che le lumache c’hanno sempre fatto un po’ senso.
Per tutti quelli che quando leggono “un piacere alimentare dotto” pensano a uno dei sette nani.
Per tutti quelli che «è bianco».
Per tutti quelli che hanno un estratto conto così.
Per tutti quelli che avrebbero rovinato La vita è bella prendendo i funghi fritti fritti fritti.
Per tutti quelli che si commuovono guardando questo.
Per tutti quelli che anche loro sarebbero stati in fila (e, comunque, si commuovono guardando).
Per tutti quelli che quando leggono la targa a Piazza di Spagna (mano sul petto) si sentono tanto fortunati.
Per tutti quelli che “americanata” è una bella parola, ma evviva anche il kebab.
Per tutti quelli che i leghisti ci stanno sui coglioni. Ovunque.
Per tutti quelli che sanno cos’è un hashbrown.
Per tutti quelli che, quando hanno introdotto le insalate, è stato un po’ come quando scopri che la fidanzata ti tradisce.
Per tutti quelli che pensano che la mancia sia una cosa da Ottocento.
Per tutti quelli che la parte migliore di Alta fedeltà è quando lui pensa «a quel punto interruppi la discussione, perché io sapevo a menadito ciascuna delle differenze fra McDonald’s e Burger King».
Per tutti quelli che amano mangiare bene. E la risposta a quello che state pensando voialtri è: «sì».

Twitter

Mi sono iscritto a Twitter, Giovannifontana era già occupato così ho scelto Distantisaluti. Se siete già iscritti al mio account su Friendfeed non c’è bisogno di iscriversi su Twitter perché quello che non metto qui sul blog, lo metto su entrambi i social network. Se, invece, non siete iscritti a Friendfeed: beh, non sia mai che vi perdiate qualche mio importante contributo al dibattito mondiale! Ecco il link:

Giovanni Fontana su Twitter

Era il 4 Luglio 2006. La Germania, lì a Dortmund, non aveva mai perso.

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Questo qui è il post dell’anno, leggetelo tutto. Assolutamente. Obbligo. Dovere:

Se avvicinate qualche tifoso prima di un match contro un’arcirivale e gli chiedete che cosa sogna, le risposte che otterrete saranno generalmente due: c’è chi vorrà una sofferta battaglia risolta in extremis, che porti a un’esplosione di gioia e getti il nemico nello sconforto; e ci sarà invece chi spera in una dimostrazione di forza e superiorità, in una vittoria netta e insindacabile.

Incredibilmente, Germania-Italia è stata entrambe le cose.

La lüserta equilibrista

Cronaca di un pomeriggio milanese su Friendfeed

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Alcune cose che ho scritto:

– Instant poll, intention poll. Tutti a consigliare cautela. Macché, io consiglio euforia! È fatta! È vinta! Almeno, nel caso, ci saremo goduti due ore felici, in questa vita di depressioni seriali.

– A giudicare dai risultati, se Gigi D’Alessio avesse suonato anche a Milano, Pisapia avrebbe preso il 65%.

– Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Grosseto, Novara. A Pavia il candidato del centrodestra è avanti di 78 voti: dobbiamo tifargli contro!

– È il caso di dirlo: SUCATE!

– Il sito di Libero non funziona per overload, quello della Padania uguale. Siamo così amabilmente sadici.

– Prego!

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– Arcore

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E alcune che hanno scritto gli altri:

vic
– quei giorni in cui brigitte bardot e charlie brown vanno a braccetto

Francesco Costa
– Lavorare sodo http://yfrog.com/hsjsgdzj

Lavorare sodo http://yfrog.com/hsjsgdzj

Luca Sofri
– RT @danycapp60: dai è tutto un trucco di #Pisapia – i milanesi in piazza Duomo e lui a svaligiare case – già rubate 28.000 auto – canne gratis in Centrale

dario
– pacatamente.

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Federico D’Ambrosio
– Se faccio la spesa ora mi fanno pagare o è già tutto libero?

Filippo Costa Buranelli
– Milano Napoli Torino Bologna Cagliari Trieste e Grosseto a parte, è stato un pareggio.

jAsOn
– “Papà mi porti in quella piazza dove ci sono gli arcobaleni arancioni?”

Leonardo
– Eppure era ovvio: Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini erano gli unici veri coordinatori del PdL. Morti loro, crolla tutto.

Deberlusconizer

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Una cretinata divertente, da usare una volta. Deberlusconizer. Introduci un sito, ed espunge – in un bel giallo fosforescente – tutte le volte che viene citato Berlusconi o addentellati. È un modo scemo per contarle. Io ne ho solo una negli ultimi venti post (anche se questo post alzerà il numero!).

Per fare un giochino, ho confrontato le homepage di un po’ di quotidiani:

Il Post 1 occorrenza (il vero giornale deberlusconizzato)
Il Sole 24 ore 3 occorrenze
Il Manifesto 4 occorrenze
La Stampa 5 occorrenze
Corriere della Sera
6 occorrenze
Il Foglio 8 occorrenze
Il Giornale
9 occorrenze
L’Unità 12 occorrenze
La Repubblica
13 occorrenze
Il Fatto quotidiano 34 occorrenze

Apologie e contro

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In questi giorni ho riflettuto molto su come la gente usa l’espressione “estremismo”, e volevo scrivere un post per spiegare quanto – per certe cose – siamo tutti estremisti: contro la schiavitù, ad esempio. Il problema è, appunto, non l’estremizzare ma le idee che si estremizzano. Lo volevo chiamare “apologia dell’estremismo”.

Poi mi sono reso conto che quel titolo lì è una sorta di marchio di fabbrica, che quando ci sono cose comunemente celebrate che io invece critico, o quando ci sono cose comunemente criticate che io approvo, finisco per dargli sempre il medesimo titolo. Nel primo caso lo chiamo “contro X” e nel secondo caso lo chiamo “apologia di Y”.

Così ho pensato bene di andarli a raccogliere: per certi versi sono fra le cose migliori che ho scritto, e ci sono dentro molte delle cose che penso. Chi vuole può andarseli a leggere, senza farsi fuorviare troppo dal titolo.

  • Apologia della prostituzione
    Un vero capitalista non mette bocca su un atto di capitalismo fra due adulti consenzienti.
    Un vero socialista non mette bocca su un atto di socialismo fra due adulti consenzienti.
  • Apologia dell’invidia
    Accusare qualcuno di essere invidioso è accusarlo di volere essere, o avere, cose migliori di quello che ha. Checché ne dica Berlusconi, se non fosse per l’invidia vivremmo in un mondo peggiore.
  • Apologia dei tifosi della Lazio
    O del tifare contro. Le rivalità sono anche questo. È il suo bello. Quella volta i laziali tifarono contro la propria squadra, e fecero bene.
  • Contro la famiglia
    Il concetto santificato su cui si fonda l’aura di sacralità che cinge la famiglia è quello dell’amore a prescindere: ma siamo sicuri che sia una bella cosa?
  • Contro il patriottismo
    È scemo avere alta stima d’una cosa che c’è capitata per caso, come il codice fiscale. Le persone che dicono d’essere fiere d’essere nate in un posto direbbero lo stesso se fossero nate in un altro.
  • Contro questo femminismo
    E insomma, hanno fatto una manifestazione delle donne, e hanno detto che ne era in gioco la dignità. Non doveva essere delle donne, e non c’entrava nulla la dignità.
  • Contro lo sciopero, in genere
    Non l’ho articolato bene, ma a me questa faccenda che ogni minuscola categoria difende sé stessa – i metalmeccanici brianzoli coi capelli rossi di nome Marco – non mi va proprio giù.

Quelli che devo ancora scrivere:

  • Apologia del proselitismo
    Permettere agli altri, e viceversa, di convincerti delle loro ragioni è la cosa più bella che c’è. Qui una parte.
  • Apologia della blasfemia
    L’intenzione di offendere è scema, ma esserne offesi è ancora più scemo.
  • Apologia dell’estremismo
    È solo il nome che diamo alle idee che non ci piacciono. Io sono estremista della libertà di parola.
  • Contro il rispetto
    L’unico modo per rispettare una persona è non rispettarne le idee.

Non siamo diventati tutti caschi blu olandesi

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Una domanda brutale: quanti ne possiamo uccidere, controvoglia, per salvarne quanti? E’ una domanda cui non saprei rispondere. Perché come molti, sono stato pigro, davanti alla Libia. Ho pensato, prima, all’inizio, che per una qualche benedizione seriale, potesse finire come in Tunisia e in Egitto. Poi ho pensato che ineluttabilmente sarebbe finita in altro modo, con la vittoria scontata e feroce di Gheddafi, che lasciava anche alle anime brutte il conforto di una meditazione sul cinismo dell’occidente, e sul destino infame dei ribelli. Invece no, non c’è stata un’altra Srebrenica, non siamo diventati tutti caschi blu olandesi.