Partiamo da un concetto semplice: se una persona è disposta a rischiare seriamente la vita facendo una traversata in mare vuol dire che l’alternativa che ha, quella di rimanere dov’è, è peggio che rischiare la vita. Se è disposta a pagare per farlo, vuol dire che l’alternativa è molto peggio. Detto in altre parole, non attraversare il Mediterraneo significa per queste persone una delle due seguenti cose:
– rimanendo nel proprio Paese quelle persone correrebbero un rischio maggiore di essere uccise
– rimanendo nel proprio Paese quelle persone vivrebbero una vita che loro considerano chiaramente peggiore che rischiare la morte
Nei fatti, ciò che questa preferenza dice è che – contrariamente a quanto suggerirebbe l’intuito – pagare uno scafista per fare la traversata del Mediterraneo permette a chi lo fa di diminuire il rischio di morire o di vivere una vita peggiore della morte. Lo scafista non lucra sulla vita delle persone, lucra sulla possibilità di offrire un futuro migliore a quelle persone. Naturalmente non mi spingo a dire che siano personaggi positivi, perché per la maggior parte sono delinquenti con pochi scrupoli affiliati a piccole o grandi mafie locali.
Ma non è il loro operare a portare più morti, come dimostra il ragionamento. A portare più morti sono le leggi assurde dei Paesi europei che costringono questi esseri umani disperati a rischiare la vita per muoversi da un luogo all’altro del mondo. A portare più morti sono le frontiere chiuse dai nostri Paesi, che sono anche l’unica ragione per la quale gli scafisti esistono: via frontiere chiuse, via scafisti. A portare più morti siamo noi.
E c’è di peggio. La ragione più diffusa per rifiutare di accogliere queste persone è che il migrante venga a sottrarci la nostra ricchezza, sia essa posti di lavoro, sussidî o welfare. Non li accogliamo per la banale ragione che vogliamo tenere per noi quei soldi, e questo vuol dire – matematicamente – uccidere più persone. Più chiaro di così. Quelli che lucrano sulla morte delle persone non sono gli scafisti. Quelli che lucrano sulla morte delle persone siamo noi.