“Nobody with a sense of humour ever founded a religion”

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Alla Atheist Convention 2012, in Australia, è arrivato un gruppo di mussulmani, uno di quelli con le scritte “morte agli infedeli”, “brucerete all’inferno” e tutto il resto. La cosa era particolarmente sgradevole perché non si limitavano alla condanna generica, ma hanno indirizzato ad Ayaan Hirsi Ali e Christopher Hitchens – non so se vi rendete conto, Ayaan e Christopher, chi c’è meglio di loro? – diversi cartelli e cori della stessa serie, infedeli, le fiamme dell’inferno, eccetera.

Dopo un po’ che questi gridavano, hanno iniziato a raccogliersi là fuori diversi partecipanti alla convention che hanno deciso di rispondere per le rime: o meglio, di rispondere con tutta l’ironia che dei picchiapetto come quelli meritano di ricevere.

C’è l’appropriatissimo «dove sono le donne?»; ci sono tutti in coro che si mettono a cantare Always Look on the Bright Side of Life, a presa in giro; c’è il semplice “cazzate”; c’è la fantastica invocazione «ZZ Top!», un gruppo musicale noto per andare in scena con queste barbe; e infine, forse il migliore, i contestatori che gridano «Infedeli! Infedeli! Infedeli!» indicando gli atei lì davanti, e gli atei lì davanti che replicano «Infedelì! Infedelì! Infedelì!», indicando sé stessi.

Israele, gli attivisti cacciati, e il divieto di criticare gli uni e gli altri

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per Il Post

In queste ore Israele si sta adoperando per impedire l’arrivo di centinaia di attivisti pro-palestinesi della “flytilla”. Ad alcuni è stato già negato l’imbarco, altri sono stati rimpatriati dall’aeroporto di Tel Aviv, ad alcuni turisti è stato fatta firmare un’impegnativa in cui si giurava di non essere attivisti pro-palestinesi. A molti ancora succederanno cose simili.

È molto probabile che le idee politiche di alcuni di questi attivisti siano sciocche o semplificate, ma questo non assolve il provvedimento – anzi lo aggrava: perché parliamo di un delibera preso sulla base di un reato d’opinione. Queste persone non vengono respinte per la loro acclarata pericolosità: sono individui incensurati che vogliono partecipare a una manifestazione nei Territorî Occupati.

Non mi interessa approfondire qui il punto di vista legale, ci sono tante cose che gli Stati nel mondo hanno diritto di fare e noi non condividiamo, e perciò le contestiamo. Ma vale la pena ricordare che questi attivisti non vogliono mettere piede in Israele, vogliono andare in Palestina e per farlo sono costretti a passare da una frontiera israeliana: che sia Ben Gurion, Allenby (Giordania), o il Sinai (Egitto). Non a caso alcuni mediatori hanno proposto a Israele di caricare gli attivisti su un pullman per Betlemme, accertandosi che non mettessero piede su territorio israeliano. Israele ha rifiutato.

Il governo israeliano ha accompagnato questi provvedimenti con una lettera che dice, sostanzialmente: ci sono governi che fanno molto peggio, perché ve la prendete con noi? Questa lettera è la perfetta definizione di “benaltrismo” – il fatto che altri Stati facciano peggio non legittima eventuali misfatte d’Israele –, ma al tempo stesso dice cose tristemente vere. Non ci sono dubbî che – in moltissime persone – c’è un’enorme sproporzione di attenzione fra le violazioni che compie Israele e quelle, spesso ben più gravi, che perpetrano molti altri Stati al mondo, fra cui quelli citati nella lettera.

Qualcuno dice che ciò succede perché da Israele ci si aspetta di più: Israele è una democrazia, è uno Stato occidentale, etc. Ma in realtà le critiche più feroci vengono spesso da persone che di Israele e dell’Occidente (talvolta perfino della democrazia) hanno opinioni tutt’altro che positive. E questo è il grande equivoco che si trovano a vivere tante persone di sinistra, o anche liberali, incastrati fra i due fronti di ultrà israeliani e palestinesi.

Costretti dalla solita strategia dei primi, a dover sempre accompagnare ogni legittima critica a Israele con un contraltare palestinese, per poi sentire quelle considerazioni contestate sulla base della canaglieria di chissà chi altro. Ma vivendo sempre il sottile malessere del rendersi conto di come gli unici disposti ad ascoltare quelle stesse critiche siano quelli ai quali – di tali violazioni – non interessa davvero nulla quando non c’è sopra il timbro con la Stella di Davide.

Pensare male

Questa è una piccola postilla-anticipata a un post molto più lungo e articolato che dovrò scrivere un giorno. È un tema di cui ho parlato a tante persone, quindi tante di queste si sentiranno destinatarie di quello che sto scrivendo (una in particolare, L., ha più ragione di altri a pensarlo, anche perché gli sono in debito di un’email sentita, voluta e faticosa).

Oggi stavo seguendo la partita del Pescara di Zeman, e la stavo commentando su internet con altri amici tifosi di Zeman. Uno di questi, che non conoscevo e la cui identità è irrilevante, ha scritto (a proposito di un gol): «da approfittarne o da sospettarne – ma io sospetto sempre». Io ho risposto «non te ne vantare, almeno, di sospettare sempre». Lui mi ha chiesto «perché non dovrei?». Io, pensando di fare leva sul sentimento calcistico e scherzando un po’, ho detto: «perché non penso che Giulio Andreotti sia l’intellettuale di riferimento per uno zemaniano». Lui ha risposto che per chi segue il calcio «il sospetto non è un’opzione, è un dovere».

Perché ve lo sto raccontando? Perché novanta secondi dopo, la stessa persona, ha aggiunto: «Si vedono le prime morti improvvise e resurrezioni miracolose», facendo del sarcasmo sulla simulazione che, secondo lui, un giocatore del Livorno stava compiendo. Solo che quel giocatore è rimasto a terra più del previsto. Io ho aggiunto: «ecco, vedi che figure di merda si fanno a sospettare sempre?». Poi è arrivata la barella. Poi l’ambulanza. E poi Morosini è morto.

Il CaGo, Campionato dei GOMBLODDI

Non so se è vero che i social network stanno fagocitando i blog, io al blog ci tengo (anche se ci scrivo poco ultimamente). Però ci sono cose che si fanno meglio sui social network, una di queste è fare gli scemi. E uno dei modi migliori per fare gli scemi è organizzare campionati. C’è stato quello dei sughi (ha giustamente vinto la carbonara, battendo in finale il ragù), con campagne elettorali denigratorie, appelli all’elettorato, lanci, testimonial.

Questa volta è quella del campionato dei GOMBLODDI!!!1!!!11!! (si noti la grafia), questo è il tabellone, con 24 partecipanti e 8 teste di serie:

Ogni giorno c’è una sfida, e chi ottiene più voti passa il turno, fino a eleggere un vincitore. Abbiamo anche scritto a Giacobbo per avere una maglia firmata come premio, ma dubito che risponderà.

Chiunque può partecipare, se è iscritto a FriendFeed (ci vuole un attimo a iscriversi, è integrato con Facebook).

Qui c’è la presentazione. Fino a domani alle 14 si può votare per la prima eliminatoria, Area 51 contro Alimentazione Pranica. Chi vince andrà a incontrare una delle favorite, il Signoraggio. Il miglior modo per seguire il CaGo è cliccare qui (oppure iscriversi qui).

Per la prima eliminatoria, si vota qui.

Insomma, partecipate, votate, fate vincere il più GOMBLODDO di tutti.