I più furbi

2 su 5

Io penso che molte persone, a sinistra, abbiano avuto una posizione immatura nei confronti dell’Iraq, facendosi ingoiare in un dibattito bacatamente manicheo. Però penso anche che ci sia una distinta posizione, del tutto logica e idealmente stabile, per essere a favore della Libia e contro l’Iraq. Poi, magari, in un altro post spiego perché. Quindi, pur avendo sempre avuto delle perplessità su alcuni parossismi di una parte della sinistra sull’Iraq, in questi giorni leggo scuotendo la testa tutti coloro che lamentano questa presunta incoerenza fra essere a favore della Libia e contro L’Iraq – come se la valutazione di costi e benefici non fosse, appunto, una valutazione –, e devo dire che è un mantra che va abbastanza di moda nella destra sia italiana che americana.

I migliori, però, sono quelli di destra – tipo molti repubblicani, ma anche il Giornale – che erano favorevoli all’Iraq. Lamentano e prendono in giro l’incoerenza di quelli di sinistra – tipo Obama, ma anche il PD – che sono favorevoli alla Libia ed erano contrari all’Iraq. E poi ti spiegano con grande cinismo e disincanto quanto sia sbagliato essere favorevoli alla Libia.

I fantastici quattro

Dio benedica tutti voi
Grazie di tutto

A me non importa che questi quattro personaggi siano in buona o in cattiva fede, mi importa che abbiano preso la decisione giusta.

E quelle persone lì – molte delle quali non sarebbero in vita se non fosse stato per quella decisione – glielo riconoscono. È un bellissimo mondo, oggi. Quanto mi piacerebbe essere in piazza con loro.


Chissà se avessero fatto un cartellone con “i peggiori quattro” chi ci avrebbero messo.

EDIT – Fabio Mignani commenta, come meglio non si può, il perché oggi – nell’aver dimostrato che siamo una sola umanità – ci si può azzardare a dire che è un mondo bellissimo. Non ce n’è mai stato uno così. È la sua risposta a chi, come tanti che ho sentito, lamentava che i bilanci si fanno solo alla fine.

Le somme si tirano in qualunque momento, se non si ha paura di sbilanciarsi. Io mi sbilancio e dico che i libici un deciso passo avanti verso un futuro migliore l’hanno fatto eccome. Ed ora, esattamente come i sudafricani alla fine dell’apartheid o come un paese che si libera da una dittatura o da un giogo coloniale, davanti hanno tante alternative e tanti rischi. Però rispetto a prima sono un bel po’ più padroni del loro futuro. E sono felice (soprattutto per loro) di poterlo scrivere. E di augurargli di seguire un percorso non dissimile da quello di chi 66 anni fa venne liberato da una dittatura.

“Scandalo permanente”

2 su 5

Luca Massaro ha trovato l’ossimoro giusto per definire i privilegi economici di cui gode la Chiesa Cattolica in Italia. Sono invariabilmente lì da tanto tempo che uno finisce per stupirsi se, finalmente, qualcuno lo fa presente.

Ci pensavo l’altro giorno, quando è uscita fuori quella dell’accorpamento – così, come fosse normale specifica – delle feste “non religiose” nella finanziaria, perché quelle religiose sono concordatarie. Ripensavo proprio al concetto del Concordato, che suggerisce che lo Stato italiano sia tenuto a patteggiare qualcosa con il Vaticano. Il Concordato: un convenientissimo accordo unilaterale con cui lo Stato italiano si impegna a garantire diverse cose al Vaticano e in cambio il Vaticano s’impegna a… un bel niente. Il paragone giusto trovatelo voi.

Prendiamoci un tè

Inglesissimi, nel borough di Hackney hanno deciso di prendere un tè tutti assieme a una settimana esatta dallo scoppio della rivolta.

Le prime quattro persone che servono tè e biscotti, guardate espressione e movenze, sono la Londra che mi piace.

Vignetta.

Filmi

2 su 5

Qualche tempo fa,  in un periodo di vacanza,  avevo chiesto su Friendfeed di consigliarmi dei film da vedere in quel mentre. Ora è estate e per me non è vacanza, ma per molti lo è. Quindi sta a me consigliare dei film.

Una dozzina, come le uova, divisi in quattro categorie. In ordine di “l’hai visto di sicuro”: vale a dire che, in cima ai tre, c’è quello che è più probabile che abbiate già visto. Gli asterischi, invece, sono la mia personale classifica: secondo me questi son tutti da vedere, ma quello con tre asterischi più di quello con due, e quello con due più di quello con uno.

Non sono necessariamente i film che mi sono più piaciuti in assoluto, non ci ho messo niente di davvero o specifico per appassionati di un genere (sono un po’ più così i bonus), perché vuole essere una valigia di consigli un po’ per tutti i gusti.

Naturalmente, per chi ne avesse voglia, questo è anche il luogo per consigliarne degli altri, a me o a chi legge, nei commenti.

Italiani, ridere e belli.
– La vita è bella ***
– Aprile *
– Si può fare **

Amicizie, amori e amicizie.
– Les invasions barbares (Le invasioni barbariche) **
– Once *
– Everything is illuminated (Ogni cosa è illuminata) ***

Se un elefante ha il suo piede sopra alla coda di un topo, e tu decidi di essere neutrale, il topo non apprezzerà la tua neutralità.
– Das Leben der Anderen (Le vite degli altri) **
– No Man’s land *
– Shooting dogs ***

Altro che ti aspettavi altro.
– Dogville ***
– Crash *
– Le scaphandre et le papillon (Lo scafandro e la farfalla) **

Bonus, per arrivare a quindici:
Il film scemo con il miglior finale, finisce che ti frega proprio: Nueve reinas.
Il film che per tutto il film speri che finisca, ma poi ci pensi per una settimana: Antichrist.
Cortometraggio (link), Israele e Palestina in chiave fast food: West Bank Story.

Parliamo di islamofobia

5 su 5

Islamofobia è una parola che qualifica più chi la usa che chi ne è destinatario. Parlo naturalmente di chi lo fa consapevolmente, perché ci sono molte persone che non hanno mai riflettuto sul portato semantico e ideologico di quella parola (come del resto ho fatto io in passato, anche su questo blog). È per questi ultimi che scrivo questo post.

Islamofobia è una parola fasulla perché cerca di accostare al razzismo il rifiuto di una religione. È una parola clericale, come lo è cristianofobia, che Ratzinger usa tutte le volte che quelli come me fanno richieste sacrosante come la rimozione del crocifisso dalle aule. È una parola che cerca di accusare chi non è d’accordo con te – chi non sottoscrive la tua sottomissione a un dogma – di non esserlo per una paura irrazionale, e non per un più che ragionevole diritto di critica.

Invece il razzismo contro l’Islam non esiste né esiste quello contro il Cristianesimo, perché Islam e Cristianesimo non sono razze. Sono sistemi di pensiero con cui ognuno di noi può decidere di essere d’accordo, oppure no. È come parlare di razzismo contro il Fascismo, contro il Liberalismo, contro il Marxismo, cose che è legittimo non sottoscrivere. Eppure nessuno potrebbe darmi del leghistofobico, nonostante la metà dei post di questo blog siano una critica alla Lega Nord: molto semplicemente, è la mia idea, non è “una paura irrazionale e persistente”.

Un’obiezione sensata potrebbe essere l’antisemitismo, ma anche questa mostra una scarsa indagine di cosa si intenda per antisemitismo. Per ragioni storiche, il Giudaismo è considerato sia una religione che una nazionalità: quale che sia la nostra opinione al riguardo, tale distinzione è un dato di fatto – un ebreo ateo è un ebreo, non esistono cattolici atei. L’antisemita è chi lotta contro l’Ebraismo per questione di sangue, non per ideologia religiosa: ci mancherebbe altro che non si possano criticare gli ebrei ortodossi per la condizione femminile, o per le ridicole pratiche bibliche a cui sottopongono i proprî figli. Chi vi accusasse di antisemitismo per queste legittime critiche farebbe lo stesso uso contraffatto della parola islamofobia.

Questa distinzione fra ideologia ed etnia è fondamentale: essere contro i tunisini o gli egiziani, contro i tailandesi o i filippini, è razzista (forse sarebbe il caso di concentrarci su questa battaglia?); essere contro l’Islam, quindi compresi quelli come John Cristopher Lindh che di arabo non hanno nulla, è – per quanto mi riguarda – l’unica posizione razionale (fino al giorno in cui non ci portano le prove della veridicità di quelle credenze).

Non so quando sia successo, ma è arrivato un giorno in cui abbiamo deciso che le religioni che vanno di moda – in genere Cristianesimo, Islam ed Ebraismo: nessuno mi accuserebbe di scientologyfobia – andassero trattate in maniera del tutto diversa, e privilegiata e pregiudiziale, da qualsiasi altro fenomeno nel mondo.

Non c’è dubbio che oggi questo equivoco sia alimentato principalmente in relazione all’Islam, e non al Cattolicesimo o ai testimoni di Geova (perché vi sarà capitato di scrivere che vi stanno antipatici i Testimoni di Geova, o no?). Se cristianofobia è usato soltanto dal Papa e da qualche teo-con in piena sindrome d’accerchiamento, la parola islamofobia – come dimostra la copertina qui a fianco – è invalsa anche fra persone che, almeno fino a quindici anni fa, nessuno avrebbe mai potuto accusare di clericalismo. Eppure per quanto le religioni non siano uguali fra loro, il principio è lo stesso. È bene spiegare che essere contro l’Islam non vuol dire essere “contro i mussulmani”, per la semplice ragione che – per fortuna – le persone sono molto più che una sola cosa: possiamo non essere d’accordo con le convinzioni politiche dei nostri amici, senza per questo rifiutarli del tutto. Tanto più che l’Islam è composto di almeno tre cose: la Sunna, quindi il Corano e gli Hadith; la tradizione della legge islamica, la Shari’a; e le persone che ci vivono dentro. Si possono considerare infondate, sessiste, violente, le idee espresse nelle prime due senza estendere questa valutazione a coloro che queste idee decidono di ignorarle.

Anzi, proprio in questa distinzione c’è un grande segno di speranza, tanto che se non ci fosse saremmo perduti. Confido spesso – è ciò che muoveva la mia azione in Palestina, e ciò che la muoverà in futuro – nella quantità di persone, di mussulmani, che vivono con dignità e altruismo nonostante i pessimi insegnamenti che sono dentro a un libro (e una teologia) fra i più sanguinosi e immorali che l’umanità abbia mai creato, che – guarda caso – è molto vicino a quello che penso dei cristiani.

Ah, e buon Ramadan a tutti (gli adulti).

Un voto di protesta

3 su 5

Per tutti quelli che quando la mamma diceva «mangia piano, sennò non te lo gusti» avevano già capito che è tutto l’opposto.
Per tutti quelli che «allora, Big Mac, senza formaggio, senza salsa, ci puoi aggiungere il bacon? Ah, e la Coca senza ghiaccio. Anzi no, senti, scusa, anche un milkshake».
Per tutti quelli che 5 euro è il vero pranzo proletario.
Per tutti quelli che non hanno mai creduto alle catene di Sant’Antonio sui Nuggets rosa.
Per tutti quelli che supersize me ti voglio vedere se mangi per un mese solo amatriciana pranzo e cena.
Per tutti quelli che hanno l’amico che dice «no, ma non è per questioni politiche, solo che non mi piace».
Per tutti quelli che pensano che sarebbe quasi meglio fosse per questioni politiche.
Per tutti quelli che, in fondo, non gli credono mica a quell’amico lì.
Per tutti quelli che «ci mettono le sostanze chimiche per renderlo così saporito», «appunto!!!».
Per tutti quelli che le lumache c’hanno sempre fatto un po’ senso.
Per tutti quelli che quando leggono “un piacere alimentare dotto” pensano a uno dei sette nani.
Per tutti quelli che «è bianco».
Per tutti quelli che hanno un estratto conto così.
Per tutti quelli che avrebbero rovinato La vita è bella prendendo i funghi fritti fritti fritti.
Per tutti quelli che si commuovono guardando questo.
Per tutti quelli che anche loro sarebbero stati in fila (e, comunque, si commuovono guardando).
Per tutti quelli che quando leggono la targa a Piazza di Spagna (mano sul petto) si sentono tanto fortunati.
Per tutti quelli che “americanata” è una bella parola, ma evviva anche il kebab.
Per tutti quelli che i leghisti ci stanno sui coglioni. Ovunque.
Per tutti quelli che sanno cos’è un hashbrown.
Per tutti quelli che, quando hanno introdotto le insalate, è stato un po’ come quando scopri che la fidanzata ti tradisce.
Per tutti quelli che pensano che la mancia sia una cosa da Ottocento.
Per tutti quelli che la parte migliore di Alta fedeltà è quando lui pensa «a quel punto interruppi la discussione, perché io sapevo a menadito ciascuna delle differenze fra McDonald’s e Burger King».
Per tutti quelli che amano mangiare bene. E la risposta a quello che state pensando voialtri è: «sì».