Tutte le beghe di (Bel)paese in 15 minuti

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Tutti quelli che vivono all’estero vi diranno che la liberazione è non stare dietro alle piccole beghe di paese della politica italiana, perché le dieci pagine quotidiane di cronaca politica che hanno tutti i giornali, tutte le singole dichiarazioni di Maroni (o chi per lui), in un orizzonte più ampio hanno valore zero.

Io, poi, aggiungo che c’è un’altra ragione: che l’Italia è un Paese conservatore, ma nel senso più preciso del termine. Fa le cose che fanno gli altri Paesi, ma con trent’anni di ritardo. Quindi viva l’America di Obama, e chissene – un chissene da scontare per trent’anni – dell’Italia di Berlusconi.

Ma su quel discorso lì, della sopravvalutazione della cronaca politica, c’è dell’altro. C’è che l’enormità di questioni avvicendatesi quest’estate a dominare il dibattito pubblico, poi, si possono riassumere in quindici minuti.

Vi direi: “beati voi che siete andati al mare”, ma a me il mare non fa impazzire.