L’arresto del bambino palestinese inventato dai media italiani

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Dico spesso che il tifo da squadra nelle questioni del Medio Oriente è quasi più deprimente dello stesso Medio Oriente. Mi dimentico di dire che la copertura mediatica del Medio Oriente è perfino peggio – Repubblica oggi:

Uno strafalcione così gigantesco – fasullo in ogni singola parola – non l’avevo mai visto: “Arrestato il bimbo palestinese che era stato investito dal colono. Mufid Mansur, 8 anni, è stato prelevato dalla sua casa di Gerusalemme Est. Impedito al padre di accompagnarlo. L’uomo che l’ha travolto con l’auto rilasciato subito.” Ci credete che non c’è un solo dato veritiero? Andiamo con ordine:

Arrestato il bimbo palestinese che era stato investito dal colono

Notizia inventata, non è stato arrestato.

Mufid Mansur

Mufid Mansur non esiste. Il ragazzino si chiama Imran Mansour

8 anni

Non ha 8 anni, ne ha 11.

È stato prelevato dalla sua casa di Gerusalemme Est

Falso.

Impedito al padre di accompagnarlo

Due versioni, entrambe incompatibili con questa: Ma’an cita un testimone che riferisce di un interrogatorio a un altro bambino senza la presenza della famiglia, Palestine News Network dice invece che sono stati interrogati i genitori al posto del bambino.

L’uomo che l’ha travolto è stato rilasciato subito

Non è vero. È stato interrogato e poi liberato su cauzione: le indagini su di lui continuano.

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Come sono andate veramente le cose?

Il video potete vederlo da voi, e risale a qualche giorno fa: ho però l’impressione che – come al solito – confermerà i pregiudizî dei tifosi delle due squadre su quanto siano gli altri i veri farabutti. Una cosa che ho notato io è la quantità di telecamere e macchine fotografiche presenti sul luogo in attesa dell’evento, e di come per diversi secondi nessuno faccia nulla per soccorrere il bambino investito.

Il filmato fa il giro del mondo, e viene visto anche dagli israeliani che identificano i ragazzini che hanno partecipato all’agguato. Fra questi ce n’è uno – di otto anni – che si chiama Umram Mufid Mansur, un nome simile a quello del ragazzino investito: alcune fonti molto schierate li associano per la forza evocativa che ha, così, la notizia.

In tutto il mondo, gli unici a bersela senza fare neanche un abbozzo di controllo, sono gli italiani: prima l’Adnkronos, poi Repubblica, Messaggero, Quotidiano Nazionale, etc. I risultati su Google per Mufid Mansur provengono tutti dall’Italia (tranne un paio, in francese, che citano Repubblica come fonte). Basta cercare il nome corretto e i risultati, questa volta in tutte le lingue, non trovano traccia di alcun arresto per il ragazzino investito.

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Aggiornamento del 17/10: è uscita un’agenzia dell’AFP (che io ho trovato citata solo qui, ma presto sarà più diffusa) che racconta che uno dei due bambini che erano stati investiti da Beeri è stato portato ieri (sabato), accompagnato dal padre, in commissariato per essere interrogato “for questioning” a proposito del lancio di pietre.

Ognuno si farà la propria opinione sulla legittimità di questa iniziativa, e probabilmente questa opinione ricalcherà gli schieramenti di cui sappiamo: quello che mi preme sottolineare è come la stampa italiana abbia scritto di un evento che non era mai avvenuto, sbagliando identità ed età della persona a cui si riferivano, e citando particolari fasulli (il mancato accompagnamento da parte del padre – si è poi appurato il contrario anche per l’altro bambino – e la liberazione di Beeri, che è invece stato rilasciato su cauzione).

Devo dire che, a giudicare da tutte le reazioni che ho visto a questa notizia e poi alla sua smentita, sono rimasto scioccato dalla quantità di persone – a onore del vero, su entrambi i fronti – che invece di domandarsi, e voler appurare, quale fosse la verità, hanno ragionato solo col cui prodest?