Hai detto integrazione?

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L’altro giorno ero in ascensore con un po’ di gente fra cui un poliziotto, io non ho quel riflesso di cercare di distogliere l’attenzione – poi essendo spesso il più alto, difficilmente ci fanno caso –, così mi guardavo intorno e ho notato che il poliziotto aveva una spilla con, oltre alla Union Jack, una bandiera francese. Perciò, preso dalla curiosità sul perché un poliziotto inglese avesse la bandiera francese sull’uniforme, semplicemente l’ho chiesto a lui, che mi ha risposto «perché sono francese». Che era al tempo stesso una risposta certamente pertinente, ma incomprensibile dal mio punto di vista (come se mi avesse risposto «tonnarelli all’amatriciana!»).

Io ho fatto una faccia un po’ stranita, perciò quello con tono molto professionale mi ha iniziato a spiegare: è per i cittadini, così che sappiano che possono parlarmi in francese. La polizia di Westminster parla 63 lingue, quella di Londra chissà. La spilla è una bella idea, semplice ed efficace, per favorire l’inserimento degli immigrati.

Intendiamoci, questo non è per dire che il modello d’integrazione britannico – che molti dicono che stia fallendo proprio perché settario – sia un successo, di problemi ce ne sono: il 43% dei mussulmani fra i 15 e i 30 anni vorrebbe l’introduzione della Sharia, ad esempio, e ogni comunità tende a isolarsi sempre più.

Però Londra è la testa di ponte del futuro, quasi certamente la città più internazionale al mondo, e vedere come sarà fra 15 anni ci dirà molto di come sarà il resto del mondo fra trenta. Perciò bisogna essere contenti delle buone idee.