Eluana Englaro

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Ho sempre avuto un moto di repulsione verso il chiamarla con il solo nome, come fosse un’amica.

Due anni fa finiva la vita biologica di Eluana Englaro, mentre la sua vita e basta era finita tanti anni prima.

Al tempo scrissi un bel post in cui sbattevo la testa al muro per quanto fosse magistralmente assurdo che fossero proprio i cattolici a lamentarsi di quello che era successo. Dicevo, fra le altre cose:

I cattolici sono (fra) quelli che credono in Dio; credono – in vari e diversi modi – che c’è una vita dopo la morte. Credono anche che questa vita successiva, se meritata, sia mirabilmente migliore di quella che viviamo qui. Quindi li si dovrebbe ritenere più inclini a considerare prossimo al ridicolo il valore di questa vita, tantopiù che morire prima significa traslocare nel luogo più bello, nei pressi del Creatore.

Muore giovane colui che è caro al Cielo. (Menandro)

Se ne avete voglia, è un buon momento per rileggere quelle considerazioni: è una delle poche cose che riscriverei proprio così.