Cominciò tutto con Gianluca, solitamente abbigliato nella maniera meno formale che si possa immaginare: vestiti larghi, qualche volta bucati, strascicanti – il prototipo del sinistroide che fa lettere, per lo meno al tempo.
Ebbene, Gianluca si presentò alla propria laurea vestito di tutto punto. Giacca. Cravatta. Stirato, laccato e servito.
Fu così che il mio cuore disse: «Basta! Alla mia laurea ci vado con la maglia della Fiorentina..!»
Fra il dire e il fare c’erano di mezzo due mesi: passarono…
Mio zio si prodigo nello scrivere la seguente lettera che mandò a www.fiorentina.it e www.violanews.com, oltre che a La Nazione.
Grazie, anche, allo spirito divertito della lettera, l’indomani fu pubblicata con molto risalto su entrambi i siti. La Nazione gli dedicò addirittura due pagine interne, stravolgendo però il contenuto della lettera che apparve come articolo a firma di Non- ricordo-chi.
Qualche giorno dopo una radio toscana mi telefono per farmi una breve intervista in diretta, che fu ascoltata trionfalmente da parenti e loro vicini di casa: «Quello lì è il nipote dei farmacisti della suocera di mio cognato..!»
Con questo si conclusero i miei cinque minuti di celebrità, aspettando di poterlo raccontare ai miei nipoti fra qualche decennio.