A me tutto questo giubilo per la pretesa ammissione di incapacità da parte di Berlusconi genera un po’ di imbarazzo: nessuno è stato colto in castagna, non si tratta di dichiarazioni strappate. Sono parole di Berlusconi in un’occasione pubblica.
Il capo dello schieramento avverso – come lo chiama Veltroni – ha sempre dimostrato di essere molto più in grado della sinistra di fare una cosa molto di sinistra, ovvero quella di non prendere l’etichetta alla lettera. Se alle volte il suo fare marpionesco, e la trivialità del personaggio hanno connotato negativamente questo tipo di uscite, non bisogna confondere la forma con il contenuto: delle altre volte la sostanza è stata all’altezza e per nulla mal calibrata. Come in questo caso o come quando disse che «L’Islam è indietro di qualche secolo» (ehi, ma un capo di governo non lo può dire!), parlando certo semplicisticamente, ma dando voce a un pensiero che ognuno sa essere fondato.
Come già scrissi, trovo il concetto di ‘opportunità’ molto instabile: figlio di una concezione della politica nascosta sotto il tappeto. Dei vizi privati e delle pubbliche virtù.
È chiaro, niente di quello che dico va estremizzato, ma se dovessi giudicare soltanto da questa vicenda e da queste dichiarazioni, avrei l’impressione – davvero, come titola Sofri – che Berlusconi sia l’unico sincero (oppure qualcuno dubita che Prodi, per dirne uno, abbia maggiore dimestichezza con la rete?). E temo che questa sia proprio l’impressione che – una volta di più – ha dato il ‘nostro’ aitante candidato.
P.s. Ovviamente non ho dubbi nella malafede di Berlusconi, convinto come sono, che se Veltroni facesse una dicharazione simile, il Cav. sarebbe pronto ad azzannarlo sotto al collo, citandola in ogni occasione. Ma questo conta poco, tantopiù che discettare sulla buona o la cattiva fede, non è esercizio da elettore, ma da amico (o da prete).