Le regole del gioco

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Tutte le persone per bene avrebbero preferito battere la Francia con Zidane in campo. Ed è vero, senza di lui in quegli ultimi dieci minuti, e per i rigori, è stata tutta un’altra partita. Per diverse ragioni: Zidane se l’era conquistata quella finale. Di più: era stato votato ed eletto il miglior giocatore dei mondiali. Era il leader della squadra, e senza Zidane quella compagine valeva molto meno. Tantopiù che, per un giocatore così anziano, voleva dire finire la sua carriera così.

È chiaro, tanti di noi – e, anche io, lo ammetto – hanno  avuto un moto di gioia quando l’arbitro ha tirato fuori il cartellino rosso. Però, almeno un po’, ce ne siamo pentiti. Sappiamo tutti che sarebbe stato più bello, più pieno, vincere regolarmente contro Zidane. Ma non è che abbiamo fatto nulla di irregolare. Noi. D’altronde, l’arbitro mica ha espulso tutta la squadra avversaria, soltanto un giocatore che aveva tirato una testata.

Mica è colpa nostra: lo sai come funziona questo gioco, se decidi di giocare. E una testata a Materazzi – che, te lo dico, non è che stesse così simpatico a tutti – non la puoi dare. Ci sono delle regole, e vanno rispettate. Puoi essere il miglior giocatore del mondo, anche Maradona quando diede una pedata ai mondiali dell’82 fu espulso (e, comunque, Zinedine: checché tu ne dica, non sei mai stato Maradona). Niente di più: sono le regole del gioco.

Perciò sì: il 6 aprile c’è la prova TV, per appurare se la testata l’hai data. Vai, e fatti processare.