Sono sempre fatti tuoi

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Uno dei mantra di questo blog è che non esiste neutralità di fronte a un’ingiustizia, nelle grandi cose – come i massacri perpetrati di fronte all’ignavia del mondo –, o in quelle più piccole: episodî che capitano a tutti, e nei quali il “non sono fatti miei” tradisce solamente uno sterminato egoismo (il privato è politico, dicevano le femministe ai bei tempi).

La trasmissione dell’ABC “What would you do?” (cosa faresti?) si basa proprio su questo concetto: il meccanismo è quello delle candid camera, ma invece di fare scherzi alle persone ignare delle telecamere, si tenta di porli in delle situazioni che mettano alla prova il loro senso di giustizia contro il loro “non sono fatti miei”.

In questo caso, in Texas – uno degli Stati degli USA in cui un cameriere può rifiutarsi di servire degli omosessuali –, una cameriera (complice) inizia a criticare e insultare una coppia di omosessuali (complici anche loro) con figli. La maggior parte degli avventori del ristorante interviene, ognuno con la propria strategia: chi trattando a male parole la cameriera, chi chiamando in causa Gesù, chi parlando rivolgendosi direttamente alle due lesbiche.

Vedere queste reazioni, assieme a questa notizia, è un bel segno d’ottimismo.

River

Cos’altro c’è da discutere?

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Zach Wahls è stato cresciuto da due madri. In questo bell’intervento – sono in discussione le adozioni per coppie omosessuali in Iowa – spiega la sua esperienza. Lo conclude con una considerazione semplice e irrefutabile:

Questo voto toccherà la mia famiglia o la vostra famiglia? Nelle prossime ore – sono sicuro – sentiremo un sacco di deposizioni su come avere genitori omosessuali danneggi i bambini. Ma la verità è che nei miei diciannove anni, neanche una singola volta ho incontrato una persona che si sia resa conto da sé che sono stato cresciuto da una coppia omosessuale. E sapete perché? Perché l’orientamento sessuale dei miei genitori non ha nessun effetto su quello che è il mio carattere.

Cos’altro c’è da discutere?


Unreasonable Faith

Se l’omosessualità è una scelta

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Tu quando hai scelto di essere eterosessuale?

Un pensiero molto diffuso è che l’omosessualità sia una scelta. Tuttavia, in pochi fanno il passaggio logico successivo.

Questi qui sotto ci hanno pensato. Sono andati in giro e, il modo del tutto neutrale, hanno cominciato a proporre il quesito alla gente che passava: «secondo te essere omosessuale è una scelta?». Alcuni rispondevano che no, non si tratta di una scelta. Altri hanno risposto che lo è, così l’intervistatore gli ha chiesto: «e tu, quando hai deciso di essere eterosessuale?».

Il bello è che praticamente tutti cambiano idea, perché non c’è davvero modo di controbattere: non ho deciso. Pensi che sia lo stesso per gli omosessuali? Fine della disputa.

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Naturalmente è sempre bene ricordare che, anche se fosse una scelta, non cambierebbe assolutamente nulla.

Unreasonable faith

Secondo l’ONU i gay possono anche essere ammazzati

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Nessuno dei canali d’informazione che seguo ne ha parlato – oppure mi è sfuggito – ma la scorsa settimana è successa una cosa scandalosa: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato un emendamento che in molti hanno riassunto con “non c’è nulla di male nell’ammazzare gli omosessuali”.

In sostanza, doveva essere approvata una risoluzione in cui si richiamava al dovere di ciascuno Stato nel rispettare il diritto alla vita di tutti i proprî cittadini, combattendo e investigando sugli omicidî commessi con ragioni discriminatorie. È un documento che viene approvato ogni anno. Tuttavia, quest’anno è stato proposto un emendamento per escludere dalle discriminazioni omicide – quelle da combattere e investigare – quelle ai danni degli omosessuali: come dire, in tale caso la discriminazione va bene.

A votare contro questo disgustoso emendamento sono stati solamente in 70 (su 192 Paesi aventi diritto al voto). Una lista che varrebbe la pena di ricordare, specie per ricordarsi chi non è presente:

Andorra, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Belgium, Bhutan, Bosnia-Herzegovina, Brazil, Bulgaria, Canada, Chile, Costa Rica, Croatia, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Dominican Republic, Ecuador, El Salvador, Estonia, Finland, France, Georgia, Germany, Greece, Guatemala, Hungary, Iceland, India, Ireland, Israel, Italy, Japan, Latvia, Liechtenstein, Lithuania, Luxembourg, Malta, Mexico, Micronesia (FS), Monaco, Montenegro, Nepal, Netherlands, New Zealand, Norway, Panama, Paraguay, Peru, Poland, Portugal, Republic of Korea, Republic of Moldova, Romania, Samoa, San Marino, Serbia, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Former Yugoslav Republic of Macedonia, Timor-Leste, Ukraine, United Kingdom, United States, Uruguay, Venezuela

Qualche considerazione:

  • Nella lista, grazie al Cielo, c’è l’Italia.
  • Sono presenti tutti gli Stati europei (il Vaticano non è uno Stato riconosciuto all’ONU, anche se ho qualche dubbio su come avrebbe votato).
  • Non c’è neanche un singolo Stato africano (su 53).
  • L’unico Paese del Medio Oriente contrario all’emendamento è Israele.
  • Nessuno dei 47 Paesi a maggioranza mussulmana ha votato contro (anche se in Bosnia i mussulmani sono quasi il 45%, pochi meno dei cristiani)
  • Sia l’Afghanistan che l’Iraq hanno votato a favore, il regime change non ha portato anche un prejudice change.
  • L’India, che ha recentemente legalizzato l’omosessualità, ha votato contro. La Cina a favore.
  • Fra i contrari c’è il Venezuela di Chavez, nel recente passato politicamente vicino a smaccati omofobi come l’Iran di Ahmadinejad (naturalmente, ha votato a favore), la Cuba di Castro (a favore) e la Bolivia di Morales (assente).
  • Sembra esserci un chiaro collegamento fra democraticità dei governi e rifiuto di aberrazioni come questa. Pare un’ovvietà ma è sempre bene notarlo in questi tempi di lotta per la democrazia appaltata alla destra.

Che mondo.

EDIT – Dopo un mese di pressioni, in particolare degli Stati Uniti, la clausola è stata ripristinata.