Venerdì 18 luglio / sera

L’Intifada dei bambini – Diario dalla Palestina 5

Mi hanno chiesto dei soldi e non gliel’ho dati. Appena ero abbastanza lontano hanno cominciato a tirarmi dei sassi. Uno mi ha preso in faccia. Ho pensato che il modo migliore per non dargli soddisfazione fosse fingere di non essere stato colpito. Ci sono cascati.

Stavo andando a comprare un cocomero e ho visto un bambino in cima a un balcone con un mitra giocattolo: “sparava” a tutti i passanti mimando il suono dei colpi  con la bocca e il rinculo del fucile con il corpo. Dopo aver puntato tutti i passanti ha rivolto il fucile verso di me e ha scaricato il suo caricatore; io con gesto fluido mi sono accasciato al suolo, in mezzo alla strada, a braccia larghe. Il ragazzino per due secondi è rimasto paralizzato, poi ha guardato la canna del suo fucile, incredulo. Non ricordo di aver mai sentito fare a nessun bambino una risata fragorosa come quella che ha fatto quando mi sono rialzato e l’ho salutato. Alla fine mi son dimenticato di comprare il cocomero.

P.s. Lo ammetto, erano trenta secondi che pensavo «dài spara a me, dài».

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