Bene a farsi

Avevo promesso un racconto della serata a Città di Castello, all’associazione Il Fondino, che aveva invitato me, e le altre persone di cui racconterò a parlare delle nostre iniziative. L’evento – che si chiamava “bene a sapersi” – aveva ospitato delle lectio poco magistralis, e anzi molto presenti e vive, di Ettore Scola e Vincenzo Cerami; per l’occasione aveva cambiato il nome in “bene a farsi”, che già come titolo era – come dire – ben fatto.

Intanto che bravi, i ragazzi che hanno organizzato tutto: non è facile trovare tanta gente così bella, così spigliata, così operosa. E diciamocelo, anche così cazzona. Evviva!

Cosa ho fatto io? Ho raccontato della scemata di Piazza del Popolo, cercando di spiegare perché la trovassi la cosa più naturale del mondo. Poi, introdotta dal mio proposito per l’anno nuovo – che sarebbe quello di fare il “testimone che Geova non c’è”, ovvero andare a casa dei testimoni di Geova la domenica mattina con la Bibbia sottolineata da me e i libri di Russel, Dawkins, Hitchens, Harris per convincerli che Dio non esiste – ho fatto una bella, e sentita, apologia del proselitismo.
Perché quello che voglio fare, di andare dai testimoni di Geova per convertirli, non è mica una vendetta: è il riconoscimento che hanno ragione loro! Che la loro spinta, la loro decisione di voler portare gli altri a fare del bene è altruista. Solo che la risposta è dentro di loro, epperò è sbagliata.

Era stato chiesto, a ciascuno di noi, di esprimere un pensiero a chiosa della nostra esperienza: il mio è stato questo. Tutti mi avevano fatto i complimenti per come avevo saputo ascoltare le persone: ecco, ascoltare le persone è una cosa facile, invece la cosa eccezionale di quella giornata era stata che le persone volevano sentire il mio parere, e volevano darmi il loro. Cioè, in una parola, volevano convincermi della bontà delle loro ragioni, che è la cosa più altruista che c’è.

Ho spiegato che l’idea per cui la propria idea sia degna, e sensata, e fedele, solo se rimane immutabile e inintaccabile dalle opinioni altrui, e che chi cambia idea sia una traditore, è un’idea sciocca e che non contribuisce al progresso dell’umanità. Che cercare di convincere gli altri, e volere che gli altri convincano te, è l’unico dispositivo che abbiamo per progredire, a poco a poco, tutti. E che, se gli altri non avessero cercato – nel tempo – di convincermi delle loro idee, ora sarei una persona molto peggiore di quello che sono.

Insomma ho fatto il saltimbanco, al cospetto e come intermezzo di tante cose più belle e strutturate.
Quello mi riesce bene ogni volta, comunque, e come mi diceva sempre un caro amico: in tutta la corte, il giullare era l’unico che poteva insultare il re.

Siccome ho già scritto troppo, gli altri tre partecipanti, e le loro idee, le racconto in un altro post.
Uno per ciascuna idea, ché se lo meritano!

9 Replies to “Bene a farsi”

  1. Ma guarda che roba strana, anche io, senza conoscerti, ho scritto un pezzo simile sulla modificabilità delle idee ecc. ecc., poi dopo, da Lucas, vedo questo Distanti saluti, fammi dare un’occhiata, dico.
    Ah, ciao.

  2. Ciao giovanni,
    Dawkins lo conosco bene e ho letto quasi tutti i suoi libri, invece di Russel, Hitchens ed Harris non ho mai letto nulla. Che libri di questi autori (su religione, religiosità, ateismo e correlati) consiglieresti per iniziare?
    Grazie

  3. @ Andrea:
    Russel
    http://www.amazon.com/Christian-Essays-Religion-Related-Subjects/dp/0671203231/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1260668289&sr=8-1-fkmr0
    Hitchens
    http://www.amazon.com/God-Not-Great-Religion-Everything/dp/0446579807
    Harris
    http://www.amazon.com/End-Faith-Religion-Terror-Future/dp/0393035158

    Se vuoi seguire il mio consiglio, prima Harris.

    Hitchens è l’unico che trovi tradotto in italiano. Se non hai problemi a leggere sul computer e in inglese scrivimi una mail.

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