Nel frattempo la Fiorentina vinceva in Champions League – Diario dalla Palestina 34
In questi giorni sto scrivendo poco per due motivi in uno: approfittando della venuta di Angela e Davide, e soprattutto di Umberto, Angela, Gabriele e Plastic (vero-finto nome Andrea), sto girando molto: sono stato a Nablus, sono stato a Hebron (di cui racconterò), andrò a Jericho, sommando a questo le lezioni d’italiano non ho mai tempo per raccontare. Il secondo motivo da questo causato, è che non avendo i giorni liberi che di solito uso per preparare giochi o attività per l’indomani, ho meno da raccontare degli incontri con i bambini.
Eppure ieri è stata una giornata bella piena: dalle 10 e qualcosa a mezzogiorno e qualcosa ho fatto la lezione d’italiano. Finalmente sono riuscito ad avere il pennarello (qui ti propongono di fare un corso d’italiano e ti dànno un lavagnone dove non si puà scrivere, e una lavagna senza pennarelli), e a gestire la lezione come piace a me, in modo più partecipato e anche un po’ teatrale. Sono contento di ciò che n’è venuto fuori.
Sono poi andato dalle suore, corrono voci che le vogliono un po’ attaccate al quattrino, ma con me sono sempre state molto gentili e coprentimi di offerte, erano un po’ di giorni che dovevo andare a fare la raccolta dell’uva e ieri è stato il giorno. La mia altezza è particolarmente apprezzata per queste opere. Qui la foto del raccolto, la suora che siede accanto – si chiama Giacinta, per me “bella mia” – pensava che non mi volessi fare la foto assieme a lei, ed era quasi stupita che le avessi chiesto di esserci: le ho spiegato che sono un mangiapreti, mica un mangiasuore!
Prima c’era stato il pranzo in cui ho fatto la figura di quello supercolto: l’imperscrutabilità del destino ha voluto che si parlasse delle due o tre cose che so bene, e insomma, ho fatto un figurone. E come è colto ‘sto Giovanni, e com’è colto ‘sto Giovanni. Certo che, se voglio mangiare e/o parlare italiano, vado lì.
Sono poi corso al centro, perché alle 4 avremmo avuto l’incontro e volevo preparare qualcosina, perché Ahlam sarebbe potuta arrivare in ritardo per la combo di un altro impegno+check point, Angela e Davide tornavano da Gerusalemme, e il CollettivoAUTONOMO (così sono memorizzati sul mio cellulare) da non ricordo dove. Dato l’elevato numero di volontari in questo periodo abbiamo convenuto con Ahlam di focalizzare più l’attenzione sui giochi, che sulle altre attività, riprendendo quest’ultime quando ci saranno meno poli d’attrazione (e disattenzione).
Rowan viene presa in giro dai due fratelli perché ha le lentiggini, ogni volta viene scura in volto e bisogna farle capire che è la più bella lo stesso: e glielo abbiamo detto, ma non funzionava. Allora le abbiamo chiesto chi fosse il più bello fra noi (e m’ha preferito Davide!), così Davide le ha raccontato di come anche lui veniva preso in giro perché basso. Alla fine Plastic, intenditore di donne, ha trovato la carta vincente: ha digitato su google Vanessa Incontrada in tutto lo splendore delle sue lentiggini. Ottima mossa.
Giochi, cazziatone, delusione. Giochi: un ruba bandiera palestinese con delle regole sgangherate, poi altri che avevamo già fatto. Cazziatone: c’è stato poi la mezz’ora di reprimenda da parte di Ahlam ai bambini perché in questi ultimi pochi giorni si stanno comportando peggio: cosa vuoldire? A me sembra che, principalmente, vogliano farsi notare dai vari volontari, e per questo delle volte cercano di distinguersi, di fare i preziosi, etc. La risposta dei bimbi è stata buona, e me l’aspettavo: in questo Ahlam è molto, molto brava a capire il momento e le parole giuste.
Delusione: la prima delusione che Amal mi ha dato è stata oggi, quando è stato commissionato ai bambini un disegno dal titolo “preghiamo tutti lo stesso Dio”. Era un’attività che avevamo programmato da un po’, e io avevo sempre espresso le mie riserve, usando proprio questa formula. Se è la prima delusione vuoldire che per ora mi è piaciuto tutto molto, più di quanto pensassi. Se è una delusione – però – vuoldire qualcosa. E specificatamente che un’associazione laica non dovrebbe permettersi questo. Perché si tratta di indottrinamento. Ci vorrebbe così tanto un bagno di laicità per questa società, per le donne, per i conflitti fra mussulmani e cristiani, per quelli fra mussulmani e ebrei, per gli uomini stessi, e questo qui è stato un piccolo passo in senso opposto: se è vero, come è vero, che i bambini a casa subiscono un’educazione molto invasiva sul tema, questa è una ragione per fare sì che almeno alla casa di Amal questo non succeda.
Non sopravvaluto la questione, ovviamente è una cosa minima, se l’avessi considerata una cosa importante mi sarei adoperato per impedirla, ma vorrei che non risuccedesse. Il colmo è che – mi è sembrato di capire – eravamo più o meno tutti d’accordo sul punto (in primis il Collettivo, ma anche sul non ripeterlo, Ahlam e Angela).
Poi la sera tutti al parking, che non è un parcheggio ma un parco. Anzi no, non si va là, ma si sta a parlare di Dio e di religione e religioni: da registrare il tenero tentativo di Umberto di avere la benedizione da parte dell’unica suora presente della sua relazione con Angela. Vive nel peccato!
Dopodiché all’una e mezza di notte sono tornato a casa, o meglio, c’ho provato, perché son riuscito a perdermi e mi sono ritrovato mezz’ora a girare in bici, finché non ho ritrovato una strada conosciuta e già che c’ero ho svoltato per il forno. E son riuscito a convincerli a vendermi il pane appena fatto, buono buono, caldo. Poi avevo sete e sono andato a cercare l’unica botteghina che so aperta alle 2 di notte, e l’ho trovata. C’era un ragazzetto della mia età che non parlava una parola d’inglese. Ho preso la Tapuzina al pompelmo, e lui ha iniziato a chiacchierare, la luce era spenta quando sono arrivato, sarò stato l’unico cliente da 3 ore: così ho sfoggiato quel poco di arabo che so, e gli ho spiegato che sono italiano, un volontario italiano, queste cose noiose… e lui scarta di lato e mi fa vedere una modella palestinese su google, e mi dice che è «’na bonazza». E io gli dico, ovviamente dovevo stare al gioco, gli dico che le italiane son più belle (potete immaginare la difficoltà nel trasmettere queste informazioni). Allora lui mi dice che no, son più belle le palestinesi, «anvedi questa» (che non era sto granché), dunque io dovevo rispondergli qualcosa, faccio tutto il giro per andare al suo computer, tronfio e convinto della mia e da bravo bacchettone moralista non mi viene in mente il nome di un’attrice bonazza che sia una. Colpo di genio, penso all’intuizione del Plastic di poche ore prima e scrivo “Vanessa Incontrada” e gli dico “quayes!” “good!”. Lui deve ammettere che effettivamente je l’ammolla e mi chiede: è italiana eh? E in quel momento mi rendo conto della magagna… Vanessa… Incontrada, esito due secondi e poi gli dico che «ehm… no, è spagnola».
Lui mi guarda con una faccia come dire: «e allora che cazzo stai a dì?».
E vado a dormire.
e pensare che avevi tutte le mie foto scandalose sul web!
“… vinceva in Champion League” …
diciamo – se vogliamo essere precisi – che vinceva una partita nei PRELIMINARI di Champion League.
Mo’non ci montiamo la testa eh !!!
Un abraccio
questo a me non sarebbe mai capitato.
vanessa incontrada è di madre spagnola e padre italiano.
ha la nazionalità italiana, ti sei fatto fregare dal pizzicagnolo.
ha studiato al cervantes di Roma, per quanto ne so è romana quanto noi due. non si capisce perché parla con accento, io e sarah ne abbiamo discusso in passato e pe’nnoi fa’ finta.
ti ricordi che dovevo trovare la foto di Vanessa per la Tim, quando ancora non era molto conosciuta, quando ancora faceva la modella(ora non potrebbe: è una vacca)e tu avevi detto che mi assomigliava molto?
tu, al solito, neghi.
mi rimetto a cercarla.
se qualcuno ha notizie della foto della campagna pubblicitaria estiva Tim 2001 in cui Vanessa indossava un cappello da cowboy, mi faccia sapere.
credo fosse la promozione della carta estiva, ma potrei sbagliare.
non sto dicendo di essere figa quanto la incontrada: di più. almeno non sono una vacca.
aggiungo: lo so che Vanessa Incontrada ha appena fatto un figlio, ma è grassa da più di due anni.
Ci sono molte foto su Google ,quando faceva lo spot Tim
Poi non capisco una cosa:
E’ nata in Spagna ma e’ di nonni calabresi e napoletani,e padre romano,infatti si vede che non ha i tratti somatici del tutto Spagnoli.
Ma tu Giovanna andavi al Cervantes con lei ? .
Baci.
Su questo colegamento c’e’ una foto
194.177.97.39/forum/viewtopic.php?t=170120&highlight=&sid=3b819994342898456da172aef809204b – 105k –
raffaele, il collegamento non funziona.
no, me l’ha detto una mia amica e la cosa è abbastanza affidabile.
funziona così: se sei, come me, francese a Roma e frequenti un liceo franco-italiano, finisci per sapere un po’ tutto di tutti della comunità francese a roma.
la mia amica ha un percorso simile ma con lo spagnolo.
Giovanna scusa,mi vuoi dire che Vanessa Incontrada ,non e’ realmente Spagnola e fa’ finta di esserlo ? ( Scusa L’ignoranza)
no: è spagnola.
ma è anche italiana.
http://it.groups.yahoo.com/group/vanessaincontradafansclub/
Prova questo collegamento e’ un sito non ufficiale