Sonno stanco – Diario dalla Palestina 67
Come la storia degli spari. Non li noto più, ormai, e se li noto penso: «staranno festeggiando qualcosa», come fanno tutti qui. Invece i primi giorni era tutto un cercare di capire da dove provenissero, e vedere se c’erano segni visibili. Al contrario, qualche settimana fa è passato un aereo, in Italia ovviamente ci siamo abituati, ma qui lo spazio aereo è chiuso, quindi era un po’ che non ci facevo caso senza farci caso, e per un attimo ho pensato «ma che è ‘sta cosa?».
Così, mi svegliavo sempre alle 6 di mattina perché c’era l’omino con il carrello del pane che passava davanti a casa mia urlando «AE!» con voce incredibilmente nasale, non è che abbia un particolare significato in arabo, vuoldire A-E cioè nulla, ma tutti sanno che quando sentono «AE!» c’è il pane; sanno anche che quando sentono un carillon tipo Profondo Rosso c’è il gas. Purtroppo in questo humus (da non confondere con la specialità locale) che gli sarebbe così congeniale, dell’arrotino nessuna traccia; poi – come si dice a Roma – c’ho fatto er callo, e «AE!» non lo sento più.
Stanotte però s’è messo a piovere, ero lì lì per dormire, ma ho deciso di alzarmi: effettivamente era la prima pioggia che vedevo qui, neanche una goccia d’acqua da 3 mesi, vado a dare un’occhiata, per vedere l’effetto che fa. Non l’avessi mai fatto, sarà che m’ero condizionato, ma neanche chiudendo le finestre (erano sempre rimaste spalancate dal momento in cui ero entrato in casa). Non mi sono addormentato fino alle 2.30-3.00 quando la pioggia ha smesso.
Vabbè che gli fa? Dice. Dormi l’indomani fino a tardi, ché in effetti oggi non avevo né l’incontro coi bambini né le lezioni. Eh, non c’è stata abitudine che tenesse. Stamani alle solite 6, quando quello ha gridato «AE!», i tacchini che alleva il mio padrone di casa hanno iniziato a schiamazzare. Ma non come se fossero disturbati, proprio a rispondergli. Per una quindicina di volte sono andati avanti che lui urlava «AE!» e quelli rispondevano «aaak» (come si trascrive il goglottare del tacchino?). E se lui passa abbastanza lontano in strada, i tacchini sono proprio sotto la mia finestra. Come possa succedere rimane un mistero, tantopiù che «AE-AE» c’è tutte le mattine. L’uno faceva il suo verso, e gli altri rispondevano con il proprio.
Insomma, ho sonno.
gluc gluc, mi pare.
io però in una settimana non ho sentito uno sparo.
Dal tuo intervento colgo una conferma ad una cosa che ho sempre creduto; l’abitudine, sia essa relativa a suoni o fatti concreti, sembra dare assuefazione.
E un aereo che passa, suono assai comune da noi, diventa per te una novità tale da scatenare la tua attenzione.
E’ proprio curioso il funzionamento della mente umana.