Il fatto che donne famose si battano su temi dei quali lei ha parlato, solitaria, per anni, la fa sperare?
“No, questo no. Quella a cui fa riferimento lei è una deformazione occidentale. Voi pensate che Suzanne Mubarak, Mozah del Qatar, Rania di Giordania e altre donne come loro siano agenti del cambiamento. Da egiziana che conosce il proprio Paese, posso assicurare che non lo sono. Sono agenti dei mariti, figure cosmetiche messe lì per accontentare l’Occidente. E continuare a parlare di loro, e con loro, non vi aiuterà a capire il mondo arabo. E’ ai dissidenti veri che dovreste parlare per capire cosa vuole la gente, quali sono i problemi reali: chi viene imprigionato o esiliato dai mariti di queste signore per aver osato criticarli”.
Il resto dell’intervista, qui
parole sante.