Oggi mi hanno scritto che, visto il ridimensionamento che la faccendo di Gaza ha avuto, non sono più interessati alla nostra collaborazione. Per quel che mi riguarda il solo fatto di aver scritto cinque articoli per l’Unità è stata un’esperienza fantastica, anche per la loro gentilezza e professionalità. Non mi hanno mai fatto sentire “fortunatissimo”, solo per la possibilità che mi veniva offerta, come nell’altra mia breve esperienza editoriale.
Magari nei prossimi giorni proverò a scrivere in giro per vedere se ci sia qualcun altro interessato a pubblicare le mie cose dalla Palestina. Anche qui potrà essere utile dire che ho collaborato con l’Unità.
Mi dispiace solo che, diversamente da come avevo inteso, a questo punto io abbia trovato quest’occasione solo in relazione a questa guerra, ma forse è normale in una visione più disincantata delle cose, e dovrò augurarmi – dunque – di non scriverne più. Ma, appunto, sono fastidi momentanei: il bilancio è solo positivo.
E poi, volete mettere la vivace bellezza di mio nonno che – con tanto orgoglio per il nipote primogenito – per la prima volta in vita sua chiede all’edicolante l’Unità?
E’ vero-grazie agli scritti di Giovanni ho conosciuto meglio l’Unità -Non l’avevo mai acquistato, come del resto a suo tempo il Popolo,l’Aavanti,l’Avvenire, la Voce Repubblicana etc in quanto li ritenevo giornali di partito e quindi troppo schierati.Comunque qs ultima Unità (forse per merito della brava e bella Concita De gregorio)anche se ovviamente di parte, mi sembra ben fatto e , soprattutto per il formato,si legge molto bene. Il “mio Corsera” è cmq un’altra cosa!! A Giovanni dico solo. Continua così!!
that tells a lot about the attention span of the Italian “free” Press: they are full of hot air, that’s the sad truth. just look at their shallow websites to get the gist….
Prova a chiedere a http://www.peacereporter.net se cercano collaboratori.
ciao
nicola.