Molte volte mi sono trovato a spiegare l’assurdità della situazione attuale, fra occupazione e non occupazione, Palestina che c’è e Palestina che non c’è, dove possono andare i palestinesi, dove possono andare gli israeliani e dove nessuno dei due. E la verità, quella più semplice da spiegare, è che a Oslo ’94-’96 c’era una vera speranza di pace, ci furono delle concessioni, e degli accordi. E degli impegni. Quegli impegni dovevano essere rispettati, e nessuno li rispettò (per la precisione i palestinesi rispettarono lo 0,00% e gli israeliani, forse, lo 001%), cosicché quella situazione che doveva essere provvisoria, e trasferire – nei successivi 20 anni – via via nuovi territorî si è cristallizzata, e l’attuale Autorità Nazionale Palestinese, sembra una sorta di arcipelago di isole. Certo, mai avrei pensato che qualcuno la rappresentasse per davvero così:
p.s. Quell’aeroporto, in mezzo al mare come da titolo, è quello (israeliano, ma su territorio palestinese) di Atarot. Sarebbe l’aeroporto di Gerusalemme, ma è chiuso da anni, perché nel raggio dei potenziali missili palestinesi.
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l’immagine colpisce!
In effetti il frazionamento del territorio è tale da renderlo un arcipelago di isolette separate tra di loro da un mare che non possono che sentire ostile.
mamma mia, è incredibile, quando arrivi pensi di arrivare in uno stato compatto e poi guarda che macello!
😉
http://www.informazionecorretta.com/index.php forse Giovanni l’ha già linkato per chi non lo conoscesse è interessante, è un po’ sbilanciato, ma in fondo in fondo, chi non lo è?
Alberto ha scritto:
è molto sbilanciato.
Quanto a chi non lo è, io, tu, molti altri lettori del blog.
@ Giovanni Fontana:
ahahhahah! certo, in effetti noi lo siamo molto meno di loro!
😉