La pace putativa

Ho letto una citazione bellissima a proposito della “guerra silenziosa”, di tutti quei posti del mondo dove non ci sono libertà, dove le persone vengono ammazzate quanto e più che nelle guerre rumorose, dove i diritti di donne e omosessuali sono umiliati, quella stabilità che qualcuno si ostina a chiamare “pace”:

Il problema è che una volta che l’hai vista, non puoi cancellarlo. E una volta che l’hai vista, stare zitto, non dire nulla, diventa un atto politico come prendere una posizione. Non c’è innocenza. In entrambi i casi sei responsabile. (A. Roy)

One Reply to “La pace putativa”

  1. Scusa ma si parla poco (per non dire niente!) di persone che vanno in quei posti per prendersi cura di quelle persone e che vengono rapite e uccise proprio perchè parlano di libertà, in effetti parlando di libertà portano via il “potere” a qualcuno.
    Non trovo sia un “atto politico” andare in quei posti (prendo una posizione!)- senza una gran pubblicità – con le “maniche fatte su” per dare loro l’aiuto di cui hanno bisogno.

    Piuttosto penso alle guerre silenziose, subdole che ci sono in certe famiglie…
    Cosa è possibile fare?
    Si, perché – come dice il tuo “amico” Roy – una volta vista la cosa non la puoi cancellare.
    Si parla poco (per non dire niente!) dei Centri di Ascolto – dove non si ascolta solo – e dove si presentano persone di “tutti i colori” e che ne hanno di “tutti i colori”!
    Altro che stendino in piazza!

    Hai ragione, dove manca la libertà non c’è la pace.

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