Far arrabbiare gli dei

In una regione dell’India, Bihar, dei contadini hanno chiesto alle loro figlie non ancora sposate (leggasi vergini) di arare i campi, nude.
La ragione è presto detta – come avete fatto a non arrivarci? – la nudità di queste ragazze imbarazzerà gli dei, cosicché questi, arrabbiati, invieranno per punizione la pioggia. E la pioggia è quello che serve ai contadini del Bihar.
Niente male, eh?

Safe!

Io concedo sempre un timido bonus di credibilità quando vedo una rissa verbale, o qualche colpo di teatro in parlamento: dico, saranno ridicoli, ma almeno significa che ci credono, al contrario del solito luogo comune che i politici siano lì – mostrine di una determinata posizione popolare – senza credere minimamente alle idee che portano.

Ma certo non arrivavo a tanto fervore: in Corea si prendono davvero a cazzotti, e si tuffano – tipo battitore del baseball – per cercare di impedire un voto:

parlamento corea

La differenza fra i buoni e i meno peggio

Asif Zardari, presidente pachistano, e vedovo di Benazir Bhutto ha imposto imposto un divieto sulle barzellette che lo prendono in giro. Per quanto in Pachistan la situazione sia notevolmente migliorata, c’è ancora molta strada da fare. Alcune facevano anche ridere:

  • “Alcuni terroristi hanno rapito il nostro amato Zardari e chiedono cinque milioni di dollari o lo cospargeranno di benzina, e gli daranno fuoco. Per favore, donate ciò che potete. Io ho donato cinque litri.
  • Per commemorare l’elezione alla presidenza, il Pakistan Post ha ufficialmente lanciato un nuovo francobollo, Ma la gente pachistana è confusa: non sa su quale lato del francobollo sputare.
  • Ladro: «Dammi tutti i tuoi soldi!»
    Zardari: «Ma non sai chi sono? Sono Asif Ali Zardari»
    Ladro: «OK, allora dammi tutti i miei soldi»

Imprese miracolose

L’Huffington post è riuscito a mettere insieme una lista di 10 leader mondiali in cui Berlusconi è di gran lunga il migliore statista, e il più attento alla cura e alla felicità dei proprio cittadini.

Cazzo, devono aver sudato di brutto per farcela.

Non vuole mica la Luna

Se siete degli appassionati della Luna, delle varie spedizioni lunari, e soprattutto di quella dell’Apollo 11 in cui Armstrong mise il primo piede umano sulla superficie lunare, c’è uno più appassionato di voi che  – con l’occasione dell’anniversario dei 40 anni da quel primo sbarco – sta raccontando un sacco di storie e specifiche tecniche.

Brilliant!

Purtroppo non ho trovato nessuna versione con i sottotitoli, ma fa davvero ridere:

>Source:
1<

Lunedì degli aneddoti – I – Brutti e liberi

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

Brutti e liberi

C’è una tribù ganese, la tribù dei Nankani, che ha una sola parola per dire “brutto” o per dire “libero”. La stessa parola racchiude entrambi i concetti. C’è una ragione storica, ovviamente: nei periodi più spietati del colonialismo, quando la cattura di schiavi africani da portare in America era diffusissima, c’erano periodiche razzìe di individui, che venivano poi imbarcati per essere ridotti in schiavitù. Gli schiavisti erano soliti preferire la migliore “merce”, quella che desse l’impressione di essere più in salute, e più bella: come si fa con le mele al mercato. Resisi conto di ciò, i Nankani cominciarono ad autoinfliggersi orribili deformazioni o a sfregiarsi il viso dimodoché non fossero scelti durante la cernita. Fu così che la stessa parola che configurava una “persona brutta” presto assunse anche il significato di “persona libera”.

Apologia della prostituzione

Di questi tempi sembra di difendere Berlusconi, facendo un post così: e in un certo senso sarebbe pure vero, s’egli non fosse il campione dei Family Day. Se, insomma, fosse onesto.

La domanda è: cosa c’è di male nella prostituzione? Non parlo della legalizzazione, quella è suggerita dal buon senso, parlo proprio del concetto. In altre parole del considerare la legalizzazione non una riduzione del danno (come del resto sarebbe), ma un’opzione come le altre.
Ovviamente do per scontato che non sto parlando dello sfruttamento, quello sì nutrito dall’illegalità: sto parlando di persone adulte, libere, coscienti di sé. Sto parlando della prostituzione come atto di capitalismo fra due adulti consenzienti. Una cosa su cui mettere le tasse.

prostituzione Non penso che sia il mestiere più antico del mondo – alla fine anche le prostitute avranno dovuto mangiare, e qualche contadino coltivare ciò che mangiavano! – quindi la mia argomentazione non è storica, né di necessità: non penso ci sia bisogno di un mestiere come quello, di una via di sfogo per la virilità repressa, tutt’altro. Però non vedo che c’è di male nel fatto che a una domanda, corrisponda un’offerta.

Del resto non c’è nessuna ragione per cui il sesso debba essere una cosa sporca, o di cui vergognarsi. Non è una cosa che fa male a nessun altro. Lo ripeto perché è importante, ed è l’unico vero criterio per ciò che è morale: non fa male a nessuno.
Che mestiere fai? Io vendo sedie, io vendo pasticcini, e io vendo sesso: qual è la differenza? Perché quel trito spauracchio del “vendere-il-proprio-corpo” dovrebbe essere più infamante? Perché dovrebbe dovrebbe essere diverso da un muratore, o da un calciatore che – anche lui – vende le prestazioni del proprio corpo?

Il fatto che “figlio di puttana” sia uno dei peggiori insulti dà la misura della miseria e del maschilismo ancora insiti nella nostra cultura. Se una donna, o un uomo, è disposto a offrire un servizio a un uomo o una donna – qualunque servizio esso sia – e questo servizio non danneggia gli altri – ovviamente l’offesa non può mai essere nell’occhio di chi guarda – qual è il problema? Non c’è ragione di considerarlo sbagliato o un poco di buono: che sia tua madre, tua sorella o tua figlia (gigolò, guarda caso, non è considerato un insulto).

Anzi, credo che la prostituzione sia un ottimo dispositivo per far passare dei soldi da uno ricco e un po’ scemo – perché uno che paga per fare sesso è un po’ scemo, ma questa non è una valutazione etica – a una persona che, sicuramente, ne ha più bisogno.

Parlare con chiunque, eccetera

Ho deciso di non annunciare sul blog le prossime volte che andrò a parlare con chiunque di qualunque cosa, ma di mettere soltanto il racconto e le foto quando l’ho fatto. Non voglio che il blog sia monopolizzato soltanto da quel tipo di iniziativa. Mi son reso conto che il clamore (di cui sono ovviamente, anche, contento) della cosa mi aveva un po’ inibito,  sennò ci sarei tornato anche il giorno dopo per quanto m’ero divertito.

Ah sì, perché ho un paio d’idee per aggirare la questione “occupazione-suolo-pubblico”. Diciamo che è una cosa che farò, ogni qualche giorno, e poi – la sera – la racconto qui, perché una delle cose più divertenti è raccontare, e associare i racconti alle foto.