Lunedì degli aneddoti – XIII – Lo sconosciuto che salvò il mondo

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

Lo sconosciuto che salvò il mondo

Avete presente come andò quando la FIFA mise il golden gol? Era quella cosa fatta per fare sì che i supplementari fossero più movimentati e finissero prima, appena una delle due squadre segnava. Ma visto che tutti avevano il terrore assoluto di prenderlo, il gol, si vedevano sempre 30 minuti di catenaccio in cui nessuna delle due squadre ci pensava neanche, ad attaccare. La Guerra Fredda funzionava un po’ così.
Tutti avevano un sacco di armi – atomiche – ma sapevano che se l’avessero utilizzate, sarebbero stati annientati l’attimo dopo. Alla distruzione del proprio nemico sarebbe seguita la propria distruzione. Una volta Kennedy disse a Kruschev «abbiamo armi per distruggere 30 Russie», la risposta fu caustica: «noi abbiamo armi per distruggere un’America: e ci basta».
Quello che diceva Kruschev era vero, e la strategia era davvero molto chiara: la prima cosa da fare, in caso di un possibile attacco nucleare americano, era scaricare tutto il proprio potenziale atomico sull’America. Così, in ogni momento, c’erano soldati di guardia ai radar puntati sugli Stati Uniti.
La notte del 26 settembre 1983 a controllare il radar c’era il colonnello Stanislav Petrov, come ogni notte aveva il dovere di avvisare i superiori qualora avesse scorto un lancio di missili americani in direzione russa. Era una notte tesa, quella: qualche giorno prima un aereo coreano con a bordo diversi americani era stato abbattuto, e il KGB aveva fatto circolare un’informativa in cui si metteva in guardia da un possibile attacco americano a breve.
E quella notte un missile, in partenza dal Montana, apparve sul radar. Petrov ci penso un attimo e concluse che un attacco nucleare non sarebbe stato lanciato con un solo missile, e soprassedette. Ma qualche minuto dopo apparvero altri quattro segnali di missili in direzione del territorio russo.
La comunicazione che cinque missili erano stati lanciati dagli USA contro la Russia avrebbe certamente scatenato un massiccio bombardamento nucleare su varie città degli Stati Uniti secondo la dottrina della reciproca distruzione assicurata. La reazione americana non si sarebbe fatta attendere più di cinque minuti, e con essa la Terza Guerra mondiale. Sembra un film, ma è successo davvero.
Petrov decise, anche la seconda volta, che si trattava di un falso allarme, e non allertò nessuno. Vero è che dall’altra parte dell’oceano Ronald Reagan non aveva premuto nessun bottone rosso, e il falso positivo era stato dato dall’unico caso nella storia di errore dei saltelliti con orbita Molniya: Petrov aveva ed ebbe ragione.
Si dice che, in principio, Stanislav Petrov non fosse di turno quella notte: chissà come si sarebbe comportato un altro al suo posto.

[Qui il primo: Brutti e liberi qui il secondo: Grande Raccordo Anulare qui il terzo: Il caso Plutone qui il quarto: I frocioni qui il quinto: Comunisti qui il sesto: La rettorica qui il settimo: Rockall qui l’ottavo: Compagno dove sei? qui il nono: La guerra del Fútbol qui il decimo: Babbo Natale esiste qui l’undicesimo: Caravaggio bruciava di rabbia – qui il dodicesimo: Salvato due volte]

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11 Replies to “Lunedì degli aneddoti – XIII – Lo sconosciuto che salvò il mondo”

  1. ah, mi pareva che in quel periodo i russi fossero consapevoli delle imprecisioni dei loro nuovi sistemi di rilevazione missili.

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