Deutschland über alles

interesse 1 su 5

Non amo la mia patria:
amo mia moglie.
Gustav Heinemann,
Capo di Stato tedesco 1969-1974

Io volevo dire una cosa sulla Germania, quella del pallone. Quella che è uscita ieri, quella che dicono multietnica, fatta di tanti non-tedeschi. Che tutti hanno lodato, e hanno fatto bene. Vorrei provare a dirvi che i non-tedeschi sono i più tedeschi di tutti, però so che è una banalità, e allora vorrei provare a spiegarvela.

Amare la propria patria, generalmente, è una sciocchezza: sei nato lì, ci sei capitato per caso, non hai scelto nulla. Quelli che dicono di essere orgogliosi – o fieri – di essere nati in Italia, direbbero lo stesso se fossero nati in Slovenia. L’eccezione, però, è quella lì. Gente con genitori turchi, polacchi, bosniaci, nigeriani, ghanesi, tunisini che sono andati via dai Paesi in cui erano nati perché la vita era peggiore, perché non avevano un lavoro, o non c’era da mangiare, perché non c’erano abbastanza libertà, o perché ne volevano delle altre. Pensavano, e hanno deciso, che la Germania fosse un posto migliore, dove vivere meglio. Per quello che mi riguarda tanto basta a farli più tedeschi degli altri.

(ovviamente io tifavo contro, e son contento che abbiano perso, perché i tedeschi, i quattro titoli che ci raggiungono, il baiermonaco, eccetera: forza Olanda, poi)

14 Replies to “Deutschland über alles”

  1. Non sono d’accordo perché credo che se fossi nato in Slovenia mi sarei detto: “Cavolo! Per pochi chilometri! Potevo essere italiano!”.
    Sulla questione dei “più tedeschi” sono d’accordo.

  2. Parlando della Slovenia hai quasi centrato il problema che affligge le nostra comunità d’oltreconfine, che oggi più che mai rischiano l’assimilazione nonostante i loro diritti vengano riconosciuti (almeno in teoria), a differenza che nella vecchia Jugoslavia. Certo che se i politici che sostengono di avere a cuore “l’italianità” pensano di risolvere i problemi con temi sulle foibe e fermando l’integrazione…. mi rendo conto che il commento sia un po’ OT ma quella della nazionalità è una questione interessante.

  3. @Giovanni, ‘sta cosa che qualsiasi cosa che ti venga per nascita o accidente (o accidente di nascita) non te la sei meritata superando almeno sette livelli alla pleistescion quindi come osi vantartene ed esserne orgoglioso zitto e mosca e pensa a quelli più sfortunati di te vai nell’angolino e vergognati, ecco, avrebbe anche stufato.
    Tu stesso, su questo blog, hai riportato con orgoglio episodi della tua storia familiare riguardanti tua nonna: ohibò, c’entri in qualche modo _tu_ con quello che ha fatto _lei_? l’hai forse _scelta_, tua nonna? hai qualche _merito_ per tua nonna, tranne quello di discendere dai suoi magnanimi lombi?
    No, e allora che te la tiri affare?

  4. Shylock scrive::

    No, e allora che te la tiri affare?

    Me la tiro? Classico straw man argument scialocchesco.

    Però c’è sempre questa cosa, che fai: invece di rispondere a un argomento, dici “anche tu lo fai!”. Che non è una grande obiezione. Potrei sbagliare anche io, nel fare una cosa che ritengo sbagliata.

    Poi nel caso specifico, oltre a non essere pertinente, non è neanche vero.

  5. Giovanni Fontana scrive::

    dici “anche tu lo fai!”. Che non è una grande obiezione.

    Sbagliato: è the ultimate objection, la differenza sostanziale tra la fuffa e i fatti, tra predicare e razzolare.

    Detto questo, a me sta benissimo che tu sia orgoglioso di tua nonna; come tutti gli altri hanno il diritto di essere orgogliosi della loro.

  6. Neanch’io sono d’accordo con Giovanni questa volta. Anche chi, essendo suo diritto farlo, sceglie di non emigrare, di non cambiare paese, può dirsi altrettanto patriottico di un cittadino straniero che sceglie di trasferirsi e cambiare nazionalità. Il fatto stesso d non scegliere, in generale, è una scelta. In particolare i calciatori del mondiale, potrebbero trasferirsi e chiedere la nazionalità in moltissimi paesi stranieri e non lo fanno.

    Ciao
    A

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