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È un po’ di tempo che me lo chiedo, ma oggi vedendo la quantità di foto di pezzi di agnello postate assieme a invettive contro il vegetarianismo o dileggio per i vegetariani ho deciso di mettere la domanda qua fuori: perché ce l’avete così coi vegetariani?
Io non sono vegetariano. Penso ci siano delle buone ragioni per esserlo, e delle altre meno buone. Lo trovo un dibattito interessante, ne ho discusso, e ho spesso cambiato idea. Continuo a mangiare carne principalmente perché mi piace, consapevole che è un comportamento più menefreghista.
Però c’è una cosa che non mi sognerei di fare: insultare o dileggiare quelli che – in un dibattito etico complesso – fanno la scelta più difficile, mossi da altruismo. Perché è evidente che essere vegetariani è, banalmente, più difficile che essere carnivori. Per me, almeno, sarebbe difficile: perché la carne mi piace.
Eppure quando l’argomento diventa il vegetarianismo c’è un sacco di gente che gli si scaglia contro irrazionalmente e con una veemenza vista in pochi altri temi. La cosa strana è che non mangiare carne è una scelta che, strutturalmente, non può fare male al prossimo. Se hanno ragione i vegetariani, il mondo è migliore. Se hanno torto, il mondo è uguale.
Sembra quasi che ciò che fa davvero arrabbiare questi odiatori del vegetarianismo è il semplice mettere in dubbio che uno dei loro comportamenti – uno da cui si trae dell’effettivo piacere – possa essere sbagliato. Forse è questa la grande forza del conservatorismo: la disposizione umana a difendere ciò che si fa solo perché lo si fa.
Ti dai la risposta da solo. Purtroppo è un comportamento che (inconsciamente) avvertiamo come giudicante, perchè in realtà ci giudica: se i vegetariani/vegani hanno ragione, io sto sbagliando. Per cui è la nostra identità a essere messa in discussione: i pranzi dalla nonna, i tortellini, le lasagne, le grigliate con gli amici. Io ho smesso di mangiare carne solo da un anno e mi sono reso conto sulla mia pelle del cambiamento di prospettiva.
@ Aubrey:
Beh, chiunque consideri le altre persone intelligenti come lui/lei pensa che i motivi per i quali uno/una fa le proprie scelte siano condivisibili anche dagli altri.
In questo senso qualsiasi mia scelta è “giudicante”. E per fortuna che lo è!
È molto triste che sia così, ma ho paura che tu abbia ragione.
Non ho problemi con i cristiani, o con gli islamici. Professino quello che vogliono, privatamente e pubblicamente. Cerchino proseliti. Promettano vita eterna o ricompense. Diffondano pure la loro idea morale del mondo della vita e di tutto il resto. Però, se un credente inizia a dirmi che sono un’offesa al cospetto di dio, o che la mia relazione affettiva è qualcosa di perverso, io gli rispondo per le rime. Non capisco perché con un vegetariano che mi dà dell’assassino dovrebbe essere diverso.
@ Andrea:
Perchè non so quanto sia giusto giudicare la bontà di una ideologia in base a coloro che dicono di farne parte, altrimenti davvero bisognerebbe sopprimere alla base qualsiasi orientamento politico.
Sappiamo che gente esaltata c’è dovunque, soprattutto nell’era di internet dove puoi insultare chiunque nel completo anonimato.
A prescindere da tizio caio e sempronio, per te essere vegetariani è giusto o no?
beh allo stesso modo ci sono anche i vegetariani che insultano chi mangia carne, quindi la domanda potresti anche farla al contrario, magari scrivendo un altro post:
perché ce l’avete tanto con chi mangia carne?
Onestamente io ce l’ho più con i fissati e gli invasati e tra i vegetariani un buon 50% è invasato.
Per me se uno sceglie di essere vegetariano non c’è problema, basta solo stessi chi mangia la carne.
*basta solo non stressi chi mangia carne
Salve, sono vegetariano (forse serve dirlo). Apprezzo moltissimo il contenuto e il tono del post. Da qui sono anche potuto risalire all’ormai vecchio post “Un carnivoro difende i vegetariani”, anch’esso molto apprezzabile (nonostante gli ovvi punti di dissenso).
Sono d’accordo con il primo commento. A volte basta la sola presenza di un vegetariano per mettere le persone sulla difensiva, facendole sentire mal giudicate. Sul perché ciò avvenga non saprei pronunciarmi. In alcuni casi si tratterà forse del gusto di dissacrare le posizioni altrui; talvolta, si sarà talmente convinti dell’assurdità della scelta da pensare che essa meriti derisione. Probabilmente c’è anche una sorta di tendenza alla rappresaglia nei confronti di chi professa il proprio vegetarianesimo in modo fanatico ed esaltato.
Per parte mia posso dire che è in effetti molto difficile rimuovere dalla propria testa il “giudizio” che chi mangia carne sta facendo qualcosa di sbagliato. Mi sforzo tuttavia di non trasformare mai questo giudizio in condanna o aperta disapprovazione. C’è anzitutto una ragione strategica: non si ottiene molto facendo così.
Ma soprattutto mi ricordo delle fasi, faticose, che io stesso ho attraversato prima di compiere questa scelta. E quindi penso che chi in cuor suo è quanto meno aperto a compierla non farà mai questo passo perché disapprovato da terzi, ma avrà piuttosto bisogno di idee, incoraggiamento e condivisione della propria esperienza (come è capitato a me).
Temo di essere andato un po’ per la tangente. Chiudo dicendo che, dall’altro articolo, ho apprezzato molto il concetto: “Il fatto che io sia incoerente con le idee che ho scritto non intacca la bontà di quelle idee. Fare tana a qualcuno, non libera tutti.” È un concetto che condivido e che ci vuole coraggio a esprimere, credo. Per inciso, è un po’ quello che rispondo io a chi mi dice che sono incoerente a non essere vegano.
@ Andrea: volendo fare un po’ il talebano, potrei dirti che c’è una differenza fra chi crede una cosa irrazionale e chi ne crede una ragionevole e verificabile… Io sono emiliano, ho mangiato carne fino a ieri e mangiare carne fa parte della mia cultura e di quella delle persone a cui voglio bene. Ma il fatto che si uccida un essere vivente “cosciente” (quindi, non una carota) per mangiarlo è semplicemente un fatto. Poi noi non gli diamo importanza, ed è una cosa normale, ma è un fatto. Quando mi chiamavano mangiacadaveri, non mi offendeva, perchè io sapevo di mangiare cadaveri. Piano piano, personalmente, ho cambiato idea, e ho iniziato ad attrivuire più senso e importanza a quello che mettevo nel piatto, ma il mio non è certo un punto d’arrivo coerente (e infatti mangio pesce, ancora). Però secondo me dovremmo stare attenti a non confondere troppo i piani: almeno i fatti dalle credenze.
La gente si insulta a prescindere da tutto. Ci sono onnivori che insultano vegetariani, così come il contrario, così come agnostici che insultano atei e milanisti che insultano comunisti.
È un nostro bisogno naturale insultare e polemizzare. Poi l’argomento è solo un dettaglio.
baubaumiciomicio scrive::
Ma loro una ragione ce l’hanno. È chi odia i vegetariani che non ha una ragione.
Andrea scrive::
L’idea che un punto di vista sull’etica argomentato con gli strumenti scientifici possa essere messo sullo stesso piano di un’ideologia dell’età del bronzo è assurda. Non è detto che gli argomenti dei vegetariani siano giusti (io per esempio ho delle perplessità sul link morte-autocoscienza: il solo fatto che ci sia qualcuno che dice “mangiacadaveri”, una cosa completamente irrilevante, lo dimostra), ma sicuramente quelli di chi difende il proprio punto con “me lo dice un libro scritto duemila anni fa” ha torto.
Federico scrive::
Se è una ragione strategica (e menzognera) non so dirti. Certo è che dal punto di vista dell’onestà quello è ciò che pensi, altrimenti non c’è ragione per essere tu vegetariano.
Credo ci sia ostilità verso i vegetariani per una combinazione di ragioni, secondo me la più importante è che la gente non vuole sentirsi o sentirsi dire o che gli si faccia capire di essere “peggiore”. Questa inerzia al cambiamento (che diventa sempre più dispendiosa, dato che le cose cambiano sempre più velocemente e se non si è pronti ad adattarsi a un rapido cambiamento di solito non si sopravvive) dovuta a una sorta di sordo orgoglio, come dici nel post, è comune a tutte le forme di conservatorismo.
Altro motivo è che il vegetariano mette in evidenza qualcosa che il carnivoro vorrebbe rimanesse rimosso, ossia il fatto che il pezzo di vitello che sto mangiando non è arrivato nel piatto perché l’animale si è suicidato e quindi ho potuto approfittare di un atto volontario, pagando un prezzo etico nullo, ma è il risultato finale di un industria che provoca sofferenza su larga scala. Quindi secondo me il fatto che le ragioni del vegetariano siano valide è uno dei motivi per cui siano così odiati.
Altra cosa è il fastidio che genera chi si pone in una posizione di superiorità morale, ti giudica, fa proseliti e alla fine si rende odioso. Secoli di clero rompicoglioni hanno lasciato in eredità una certa dose di diffidenza verso chi si comporta in questo modo.
E’ collaterale al tema del post (che condivido), ma non capisco questa insensata tendenza a opporre vegetariani e “carnivori”. Non esistono esseri umani carnivori: siamo onnivori, non Tirannosauri.
@ Jan:
corretta precisazione, ma è solo per abbreviare “chi mangia anche carne”. In realtà la questione della classificazione diventa seria proprio quando si pone una questione morale. Nessuno credo abbia coniato un termine specifico per quelli che mangiano le melanzane, perché è una caratteristica moralmente indifferente. Nel momento in cui un qualche gruppo ideologico decide che mangiare melanzane è immorale e quel gruppo ideologico diventa dominante, allora comparirà un termine specifico per i mangiatori di melanzane, anzi ne nasceranno diversi con più gradazioni di disprezzo e si cercherà di porre una distinzione netta tra chi non mangia le melanzane ed è dunque nel giusto e chi le mangia e quindi sta commettendo abominio.
Se prima, alla domanda “tu mangi melanzane?” uno avrebbe potuto rispondere con leggerezza “sì, ogni tanto, quando capita”, dopo, una risposta del genere risulterebbe incomprensibile, prima ancora che abominevole, e uno sarebbe costretto a rispondere in uno dei seguenti modi:
1) no, no, non sono un mangiatore di melanzane, neanche a parlarne (dicendo la verità )
2) no, no, non sono un mangiatore di melanzane, neanche a parlarne (mentendo per evitare problemi)
3) no, io non le mangio, ma non ho niente contro chi mangia melanzane
3b) no, io non le mangio, ma sono pronto a battermi per difendere il diritto di chi vuole mangiare melanzane
4) sì, mi dispiace, ho mangiato alcune melanzane
5) sì, sono un orgoglioso mangiatore di melanzane e me ne vanto
Io incornicierei il penultimo commento di procellaria: purtroppo esistono verità scomode. Io ci terrei a sottolineare che questa cosa va analizzata in termini di azioni e non di persone: perchè se la mettiamo sul personale è finita e non discutiamo più. Quando si afferma che uno stile di vita “occidentale” (passatemi il termine) ha prodotto forti ripercussioni sul clima, tali da modificarlo, con forti probabilità di distruggere biodiversità e migliaia di vita (anche umane), cerca di analizzare qualcosa che ha basi scientifiche. E’ una verità che non ci piace, come non ci piace pensare a come viene estratto il litio dei device che usiamo, alla politica della privacy di Facebook, ai diritti dei lavoratori nel terzo mondo che producono l’80% delle cose che consumiamo. Senza fare il terzomondista talebano, ci sono cose che in questo mondo fanno schifo e contro le quali ci sentiamo impotenti e di cui, volenti o meno, consapevoli o meno, siamo corresponsabili, se non correi. E’ impossibile vivere una vita completamente etica (il mondo è più complesso di così), ma la spinta etica verso il “minimizzare la sofferenza” è, IMHO, uno dei motori della civiltà umana. Insomma: non sono i veg* che sono stronzi, è il mondo (quindi, noi) che fa schifo.
@ baubaumiciomicio:
Ti rispondo da vegano ,perchè c’è l’abbiamo con chi mangia carne…per una semplicissima ragione ,riteniamo la vita di un’animale al pari di qualsiasi essere vivente,per empatia ,quindi per me e per chi è vegano,chi mangia carne viene visto come mandante di un’assassinio!!!! per te non è così?? per noi si!!!
@ Andrea:
C’è una differenza sostanziale in ciò che scrivi. Nel primo caso (quello religioso) parliamo di regole dettate da una “credenza” che di oggettivo ha ben poco. Nel secondo caso (quello dell’uccidere animali e cibarsene) è tutto più che oggettivo. Non puoi scindere da ciò che è:un animale ucciso per cibarsene. Nel primo caso sentirsi giudicati secondo una regola a cui non si crede, nel secondo sentirsi giudicati per qualcosa che è “hit et nunc” effettivamente l’uccisione di un essere vivente per mangiarlo. Una differenza sostanziale direi.
Aggiungo che alcuni vegan sono oggettivamente degli scassa ca°°i! 🙂
Se Tizio è un vegetariano e mi dice che, in quanto mangiatore di carne, sono un assassino, non sta semplicemente esprimendo un punto di vista, sta esprimendo un giudizio morale su di me, sostenuto dalle sue convinzioni. Se io ritengo insultante l’appellativo di “assassino”, trovo abbastanza naturale una reazione emotiva sul piano dell’insulto. Non mi pare molto complicato.
@ marco tarantino:
Vero Marco, ma nessuno nega che tu debba avere una reazione emotiva, è normale. Quello che secondo me dovrebbe accadere, dopo, è capire se quell’affermazione ha delle basi logiche e razionali o meno. Questo per me è fondamentale: se qualcuno mi dimostrasse che una mia attività quotidiana è in realtà dannosa per qualcuno (persona, gruppo, animali, ambiente), magari inizialmente potrei sentirmi “offeso”, ma cercherei di migliorarmi ed evitare quell’attività , nel limite delle mie possibilità /volontà . Per me, il vegetarianesimo è questo: ridurre, il più possibile, il male che io stesso apporto, almeno in un determinato contesto (quello, appunto, dell’industria alimentare).
Certo, io potrei rispondere a chi mi dicesse che secondo lui cibarsi di carne è una cosa assimilabile ad essere un assassino. E avrei molti argomenti a sostegno della mia convinzione (dal cortocircuito epistemologico dell’antispecismo alla constatazione che l’essere umano non è solo neocorteccia, solo per toccare i due punti principali). Solo che, se tizio mi dà dell’assassino, la voglia di discutere civilmente passa in secondo piano, ma il piano dell’insulto non l’ho scelto io.
@ marco tarantino:
Marco, ti andrebbe di approfondire questi due punti? Firmato un onnivoro abituato a discutere coi suoi due migliori amici (entrambi vegetariani) e interessato a nuovi argomenti 😉
Ci offendono perchè non vogliono sentire queste ragioni:
https://www.youtube.com/watch?v=rEx_CZMordc
@ Giovanni Fontana:
ma anche quando si attuano altri comportamenti eticamente “più corretti” c’è un implicito giudizio nei confronti di chi non li mette in pratica.
hai saputo che le condizioni di lavoro per quel tal marchio sono inumane e hai smesso di comprarlo. cosa pensi di chi continua a farlo?
vai in bicicletta per non inquinare? cosa pensi di chi potrebbe farlo e invece sgasa con la sua auto?
un implicito giudizio sui comportamenti altri è inevitabile, per lo meno dentro la propria testa.
nello specifico della questione, concordo su tutto con giovanni (io non sono vegetariana perché mangio il pesce). secondo me, i vegetariani suscitano le ire degli onnivori (con me lo facevano!) perché fanno sentire in colpa. chi mangia cadaveri (carne o pesce, come me) SA che sono cadaveri uccisi per lui e non ama che un comportamento virtuoso altrui glielo ricordi.imho.
@ panda:
aggiungo per spiegarmi meglio:
i vegetariani suscitano le ire degli onnivori (con me quando mangiavo carne lo facevano. me ne sono resa conto a posteriori) perché *con la sola loro esistenza* fanno sentire in colpa.
Non c’entra affatto il senso di colpa. Per fare un parallelo con qualcosa di molto diverso, ma con lo stesso meccanismo relazionale: se un antiabortista mi chiama assassino perché sono pro choice, io mi risento e mi arrabbio non perché mi sento in colpa, ma perché ritengo l’offesa tutt’altro che oggettiva e correlata ad un sistema di credenze che non è il mio e che mi viene proposto come oggettivo mentre non lo è.
@ marco tarantino:
ma qua stiamo parlando del fatto che i vegetariani esistano, non che vengano ad urlarti in faccia.
Per lo stesso motivo per cui è arduo solidarizzare con chi (finora negli USA) picchetta con foto di feti squartati (o peggio) le cliniche dov si praticano aborti.
Quello che mi causa problemi del mondo animalista, antispecista e vegano sono principalmente i metodi.
Se la tua teoria è giusta che bisogno hai di falsificare dati, manipolare le fonti e mentire ogniqualvolta ne puoi avere l’occasione?
Perché purtroppo ciò avviene sistematicamente in qualsiasi fonte di informazioni di qualsiasi amico veg (mai persone stupide comunque). Ho provato a discuterne e ne ho discusso per giorni interi. Per me può anche essere una teoria moralmente giusta ma dal momento in cui il bisogno di affermare la propria visione come giusta supera il bisogno di attenersi alla realtà non posso che darti contro, almeno sul metodo. La realtà supera di importanza la morale, attestarsi alla realtà dei fatti è un valore che in diverse persone, in particolare di formazione scientifica, può superare consciamente o inconsciamente l’altra dicotomia in gioco, giusto o sbagliato. Questo urta e le risposte non sempre sono razionali.
Questo è più o meno quanto mi sarei risposto alla domanda, ciò nondimeno sono d’accordo con la tua conclusione sulla forza del conservatorismo.
Il sentimento è condiviso con i populismi protestatari, sintetizzato bene dai modena in questa strofa “Decisi a difendere il patrol e la villetta sulla tangenziale” nella loro versione leghista.
Ma non credo che questo sentimento sia presente qui. Le posizioni che conosco vengono dal panorama razionale/razionalista e scientifico (in risposta agli attacchi mossi alla sperimentazione animale e alla ricerca scientifica da parte di questi mondi) quindi può darsi che sia troppo immerso in questa area da non vedere se fuori ci sono altri pareri simili ma discordanti per argomenti e metodi.
Scusate il romanzo e grazie come sempre per i tuoi articoli.
@ Daniela:
anche molti onnivori, ma non credo che riusciremmo a farne statistica 😉
@ MrCellophane:
vedi sopra (autocit. “ma qua stiamo parlando del fatto che i vegetariani esistano, non che vengano ad urlarti in faccia.”)
La mia risposta è di una persona che ha studiato e insegnato naturopatia per anni, quindi ho incontrato una marea di vegetariana e i vegani con le loro miriadi teorie, l, 80% delle volte prese da qualcbe sito di fanatici o da libri che seguivano come un islamico estremista segue il corano, quindi senza ragionare o porsi dubbi, io parlo a livello di salute generale e quando trovo vegani e vegetariani che cercano di imporre idee come quelle di poter guarire dal cancro solo mangiando vegano mi urta alquanto,o che tutte le malattie siano derivate dalla carne dimostrano tutta la loro igjoranza su certi argomenti che diffendono a spada tratta e pubblicizzano aall’esasperazione. Rispetto tutti colori che intraprendono una vita di sacrifici alimentare per il bene degli animali, io son un animalista ma mangio tutto, ma i vegetariani che fanno i discorsi sul nn mangiare la carne per il rispetto degli animalo mi fanno ridere perche per loro mangiare il pesce é come mangiare un ortaggi classificando gli esseri viventi e discriminando loro stessi alcune specie, al tal punto i vegani son piu coerenti. Ció che mi urta, oltre a chi ostenta saccenza dopo aver letto un libro tanto da sopraelevarsi a chi ha studiato per anni e anni tematiche naturali inerenti a quel tipo di alimentazione, è il fatto che mostrano anche una evidente intolleranza alimentare a tavola, ceeando disagi e imbarazzi, vi faccio un esempio: andai in brasile per un mese in un paese poverissimo, dove su 100 metri di strada vi erano 10 bordelli e le case erano simili a quelle delle favelas, la signora che ci ospitava ogni giorno si alzava e passava tutto il giorno a preparare da mangiare per noi (15 persone)e per la sua famiglia, è capitato qualche volte che ci preparava piatti a base di carne, un lusso per loro, e mi son trovato a discutere con 5 vegani che si lamentavano con veemenza perche vi erano poche pietanze che loro potevano mangiare mostrando poco rispetto per gente che nn si poteva permettere di scegliere cosa mangiare ogni volta…quando mi invitano a cena io nn sputo mai su un piatto e mangio quello che mi offrono, anche se nn lo gradisco, non esistono certi comportamenti. Io son sardo e per noi è normale nelle ricorrenze mangiare maialetto arrosto, e le fotonspesso vengono pubblicate ma nn x i vegani, mentre la maggior partr dei vegani pubblicano quotidianamentd le foto dei loro pasti principalmente x reclutare nuovi seguaci, e a criticare subito i mangiacadaveri se postano la foto di una bisteccA facciamo facendogli presente che quella sará la sua morte che gli causerá malattie a nn finire.
La risposta è semplice,
perché ti vengono a rompere le scatole in tutti i mari e in tutti i luoghi, non la versione alimentare dei testimoni di Geova.
Ti danno del mangia cadaveri, ti danno dell’assassino, del crudele, ti augurano ogni forma di malattia possibile, cercano di convincerti con teorie scientifiche bizzarre e in continuo.
Ormai si è arrivati alla saturazione per cui è normale che ci siano delle reazioni avverse.
Perché dire io non mangio carne, tu fai quello che ti pare è troppo difficile, non ti fa sentire superiore (consiglio la ricerca del termine SMUG su internet) e allora si va a stressare l’anima al prossimo.
Esistono scelte alimentari che complicano un po’ la vita e ci sono intolleranze alimentari permanenti che causano gravi danni alla salute. Ad esempio, io ho un’intolleranza e ce l’ho a due tipi di vegetariani: non digerisco proprio quelli dell’ultima ora, che ad aprile difendono l’agnellino “perché è così carino” mentre negli altri 11 mesi se ne sbattono di galline o manzi e tollero poco quelli che si lamentano (tuttavia autocelebrandosi) di non trovare mai nei ristoranti proposte alimentari adeguate alle loro aspettative. Tutti gli altri vegetariani li rispetto, soprattutto mucche, manzi e agnelli.
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Mahatma Gandhi (Mohandas Karmchand Gandhi).
I cambiamenti fanno paura. Molta. Per questo ci attaccano. Chi AMA, è sempre in una posizione mooolto scomoda, ma ci piace così.
Jan scrive::
Jan, io penso di conoscere questi due argomenti citati da Marco, e di trovarli molto poco persuasivi. Ne ho un altro sulla questione morte/dolore, estremamente cerebrale, che però non sono riuscito a risolvere. Appena trovo un po’ di tempo, lo scrivo qui, consapevole che è una cosa bella complicata.
Non ho risposto a Jan perché mi sembrava di andare ot rispetto al post (se se ne parla altrove, lo farò volentieri). Tornando al punto, a me il quesito del post sembra mal formulato. Non mi pare di leggere frequentemente critiche al vegetarianesimo in quanto scelta individuale, piuttosto leggo spesso polemiche alimentate dalle accuse di cui ho scritto sopra.
Vegetariano da 3 anni e mezzo.
Partecipo a grigliate di carne senza svenire,
Cucino la carne per gli ospiti che la desiderano, senza svenire.
Ex carnivorissimo, con nel braccio almeno un paio di animali uccisi per mano mia per essere mangiati(non molti carnivori “da prosciutto cotto senza il bianco possono vantare questa coerenza)
Sono convinto che in occidente il vegETARIanesimo sia vissuto in modo profondamente sbagliato: non siamo una civiltà basata sulla nonviolenza ed il rispetto, quindi è implicito che un vegetariano si senta a disagio in una società di per sè violenta. I “nativi Vegetariani” (india & co) hanno basato la loro società su alcuni principi TRA CUI il vegetarianesimo, e la struttura economica lo riflette. Da noi possiamo permetterci il lusso di essere vegetariani perchè esiste un’industria alimentare che ci può fornire verdure fuori stagione, legumi, frutti e fresco “on demand”, anche se noi siamo completamente staccati dai cicli naturali. Ergo, se la situazione economica dovesse precipitare, credo che in alternativa alla morte preferirei farmi un piccione o perfino un gatto. Se vedete un veg che vi urla addosso, cazzo sparategli: si sta contraddicendo da solo. Io ho abbracciato dei valori nonviolenti, ed il cibo è l’ultimo dei miei problemi: volendo emendare anche la violenza verbale (quella fisica la rifiuto nettamente) devo dire che “sopportare” la vista dei banchi frigo è davero irrilevante rispetto all’impegno richiesto per far irrompere la gentilezza e la tenerezza nelle pratiche quotidiane, nel mondo e NONOSTANTE il mondo.’Sta pippa onnivori Vs Veg è un tratto della nostra cultura in questo momento storico. Prova a dire a mio nonno che doveva rispettare i conigli, che gli garantivano di poter mangiare carne una volta al mese e sfamare i suoi figli…
Tra cent’anni potremmo essere tutti veg oppure cannibali, che ne sappiamo? quindi… Scialli “parlate come mangiate” nel senso (e ce l’ho più con i Veg) che se si abbraccia un valore come il Vegetarianesimo, a mio avviso, si deve anche provare, per diffrazione, ad illuminare le altre parti buie del nostro io.
Amen
Comunque ragazzi se c’havete degli amici del cazzo sono problemi vostri. Si può essere vegetariani e teste di cazzo e onnivori e belle persone: rimane il fatto che, testa di cazzo o meno, incoerente o meno, il vegetariano o vegano non partecipa, almeno e solamente nella dimensione del pasto, ad un atto di violenza. Questo per me è un fatto: ovviamente è un atto di violenza rifiutare il pasto in una favelas, e in quel caso fa bene chi ringrazia e mangia quello che gli viene offerto, per rispetto. Proprio perchè per un italiano medioborghese è *facile* essere vegetariano che uno dovrebbe provare. Secondo me l’argomento della violenza è razionale e obiettivo: poi a uno, liberissimo, può interessare o meno.
@ Aubrey:
No, l’equazione violenza=male è molto questionabile. Qualunque definizione che dà i di violenza è questionabile, e non puoi fondarla a radice di tutto: il chirurgo che amputa una gamba fa violenza. Il passante che si getta con un pugno sul terrorista suicida che sta per farsi esplodere fa violenza.
Non è il fare violenza o meno che può essere dirimente eticamente.
@ Giovanni Fontana:
però io sto parlando di violenza in maniera circostanziata: l’allevamento (violento) e l’uccisione di esseri senzienti per nutrizione e per piacere. Il fatto che al giorno d’oggi, per noi, sia più per piacere che per reale necessità mi pare abbastanza patente. Quindi accolgo la generale precisazione, ma mi pare che il mio punto rimanga all’interno del contesto in cui stiamo discutendo. Se vedi non ho parlato di sperimentazione sugli animali per salvare bambini dalla leucemia, parliamo di hamburger e salsicce.
Io credo che siano scelte personali; non sono vegetariana ne vegana,e per il principio espresso poc’anzi, credo che la mia scelta di essere carnivora vada rispettata tanto quanto quella di chi vuol essere vegano/vegetariano. quello che mi fa infuriare sono quei vegetariani/vegani che si impuntano, stile bambini viziati, che tutti dobbiamo fare assolutamente la loro scelta. io non mi sognerei mai di “obbligare” qualcuno a mangiare carne se non la vuole, e mi aspetto lo stesso rispetto da chi la carne non la mangia per scelta. detto ciò, ci sono pro e contro in ogni cosa, non sono un’esperta, ma sono sicura al 99% che anche le diete vegan hanno dei contro così come le hanno le diete per così dire mediterranee; bisogna trovare la giusta misura in tutto e coabitare in questo pianeta serenamente e felicemente. della serie “io non critico te e tu non critichi me”. Peace and love :*
@ Ambra:
leggi anche i commenti 🙂 Ci sono alcune risposte, secondo me.
@ Giovanni Fontana:
Invece credo che fare violenza/non fare violenza sia la discriminante fondamentale per definire un’etica. Qualsiasi definizione può essere questionabile, ma una definizione viene accettata o rigettata in base alla sua utilità e una definizione conveniente di atto di violenza permette tranquillamente di definire un’etica. Non vado oltre perché sono OT
@ Caterina Valda:
Beh, ma dovresti rispondere agli argomenti sopra che destituiscono di fondamento proprio quello che stai dicendo.
Parlare di “violenza” è arbitrario. Tra l’altro, si elude un tema rilevante dal punto di vista sia etico che etologico: la confusione tra violenza e aggressività (essendo la seconda una dimensione dell’animale uomo correlata all’istinto di autoconservazionee che con la prima non è in un rapporto di equivalenza)
@ Giovanni Fontana:
ti riferisci ai tuoi esempi del medico e del terrorista? sono molto facili da smontare, se si definisce “violenza” opportunamente.
@ Caterina Valda:
Sì. Fammi pure gli esempî, sono molto interessato.
@ Giovanni Fontana:
Ci sono correnti filosofiche che fondano l’etica che propongono sul concetto di violenza, vedi per esempio The Ethics of Liberty di Murray Rothbard.
Se definisci come violenza di A su B, un’azione di A sulla proprietà di B (corpo di B incluso), senza che B abbia dato esplicito consenso e assumi come criterio di accettabilità delle azioni tutte quelle che non sono violente a patto che non siano una risposta di difesa a un atto violento, allora hai definito un’etica basata sul concetto di violenza (questo viene chiamato principio di non aggressione). Nel caso del tuo medico, secondo questa definizione di etica, puoi dire in quali casi sta commettendo violenza oppure no e dunque dire se sta facendo qualcosa di corretto oppure no. Non è il fatto in sè ad essere violento, secondo quell’etica si ha violenza solo quando c’è un intervento sul corpo di qualcuno senza che questo abbia dato esplicito consenso. Anche uccidere, secondo quell’etica, può essere o non essere un atto di violenza. Se A chiede a B di essere ucciso, non c’è nessuna violenza, quindi è OK perché si sta compiendo un’azione sulla proprietà di B con il benestare del legittimo proprietario. Se a un paziente viene detto che la sua gamba è in gangrena e deve essere amputata in modo che possa sopravvivere, ma il paziente rifiuta l’intervento, se la gamba viene amputata contro il consenso del paziente allora c’è un atto di violenza, secondo quell’etica.
@ Caterina Valda:
Quindi, in questa definizione, io che tiro un pugno per mettere fuori causa un killer che sta per uccidere 10 persone non è violenza perché è una risposta a un atto violento? Mi sembra instabile. E se lui in risposta al mio pugno mi uccide? Anche quella è una risposta a un atto violento e quindi ammissibile? Stiamo davvero dicendo che la regola è “chi comincia” senza menzionare alcuna questione di proporzionalità ?
Questo sarebbe assurdo, ma se introduciamo la proporzionalità stai semplicemente facendo una mimesi, completamente arbitraria (la chiami “violenza” ma la potresti chiamare anche “termosifone”), del concetto utilitaristico di sofferenza senza giustificarne il fondamento.
In altre parole, mi sembra la classica confusione fra piano descrittivo e precettivo, vedi l’is-ought problem: http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Hume
@ Giovanni Fontana:
se tiri un pugno a uno che sta per uccidere 10 persone stai compiendo un atto di violenza sul killer (infatti possiamo assumere che il killer non sia d’accordo in questa invasione della sua persona), ma secondo quell’etica è accettabile come atto di difesa, cioè come atto che ha lo scopo di limitare un atto di violenza. Un atto di difesa può definirsi tale solo fino a quando si spinge al punto di limitare/annullare gli effetti di un atto di violenza, quindi sì quell’etica prevede la proporzionalità . Ma non c’è nessuna mimesi della sofferenza, non si tratta di minimizzare la sofferenza complessiva. L’atto violento è definito molto chiaramente ed è fondato sui concetti di proprietà e consenso. Non c’è dubbio che abbiamo un problema quando viene compiuto un atto di violenza e se si vuole metterla sul piano utilitaristico si può dire che quest’etica mira a minimizzare proprio la violenza, non necessariamente la sofferenza. Comunque l’utilitarismo non è l’unico approccio possibile al libertarismo.
Ciao,Giovanni.
Ti seguo da un po’ ma non ho mai commentato. Intervengo da profana (e carnivora, almeno per il momento) nella discussione per fare un po’ a tutti una domanda:
mi chiedo da un po’ quali sarebbero le conseguenze di un mondo in cui tutti rinunciassero alla carne. Se faccio una scelta etica, quale è quella del vegetarianesimo, in teoria mi aspetto, o piuttosto spero, che quante più persone possibili seguano il mio esempio – per questo motivo trovo incoerente prendersela con i vegetariani “militanti”, che vogliono convincerti a passare al “lato chiaro”.
In una prospettiva vegana, si tratterebbe di qualcosa di enorme, perché dovremmo rinunciare in toto all’allevamento. E questo mi pare non solo eticamente poco giustificabile (magari lo spiego dopo), ma anche possibilmente dannoso per la nostra specie. Se ci limitassimo ad allevare gli animali senza ucciderli, invece.. che cosa succederebbe?
Sarebbe un mondo migliore anche per noi?
Ci lamentiamo spesso dei metodi della filiera della carne anche per la nostra salute, e per le condizioni di lavoro/commercio.
In quest’ottica consumare meno carne potrebbe essere una buona via di mezzo. L’industria si ridimensionerebbe, rendendo meno pressante la necessità di determinate misure preoccupanti.
Col tempo l’esigenza di uccidere gli animali (invece che mangiarli da morti—con tutte le limitazioni del caso, legate anche all’età giusta del bestiame) potrebbe diminuire.
Ma è davvero fattibile? O è un discorso troppo new age/primitivista?
Cioè, se diminuisco/interrompo il mio consumo di carne a che risultati devo/posso aspirare in futuro?
Non dico che “fare la cosa giusta” non sia utile (in effetti alle volte può esserlo, se non si ha ben presente il quadro generale), ma ecco, se tutti iniziassero a fare come me mi piacerebbe capire cosa aspettarmi.
@ Caterina Valda:
Beh, però allora dovresti rispondere alla mia obiezione: non solo ti allontani dal più intuitivo metro della sofferenza, per consegnarti a un artefatto concetto di “violenza” (che in realtà è definita in senso così peculiare che potremmo usare una qualunque altra parola, o forse coniarne una: diciamo “Vistolenza” per essere sicuri di non essere d’accordo per il potere semantico di suggestione di una parola, come violenza, che vuol dire un’altra cosa), ma poi lasci completamente aperta la cosa più grande, cioè la confusione tra piano normativo e precettivo. Come risolvi l’is-ought problem?
Francesca scrive::
Io ho letto un po’ su questo tema, e mi sembra che la larga parte delle analisi concordi nel dire che una dieta vegetariana su larga scala farebbe bene al pianeta e agli esseri umani stessi (al netto della fatica nel farla), mentre è ben più problematica la questione vegana.
È comunque, secondo me, un punto di vista mal posto: le questioni etiche vanno poste rispetto allo stato delle cose. Dire “se tutti facessero così” è una sciocchezza. “Se tutti facessero il medico” moriremmo tutti di fame perché non ci sarebbero agricoltori o non potremmo avere mezzi pubblici perché non ci sarebbero autisti, ma questo non rende il fare il medico una scelta sbagliata.
@ Giovanni Fontana:
Sicuramente. La domanda serviva più che altro a capire cosa ci riserverebbe il futuro. Tra fare il medico (ovvero scegliere e praticare una professione) e seguire una dieta specifica (che implicherebbe un cambiamento di sistema – economico, culturale etc e potrebbe riguardare potenzialmente ogni individuo) c’è una certa differenza, comunque.
Francesca scrive::
Dovresti però dirmi in che cosa queste differenze rendono il tuo sillogismo valido in un caso e non nell’altro. Dire “è diverso” non risponde. È esattamente fra cose diverse che si fanno i paragoni, altrimenti non sarebbero paragoni ma identità .
I vegani partono da un idea morale : ammazzare gli animali è male .
Idea rispettabile ma assiomatica .
Presuppone un atto di fede che io non faccio . Sono un infedele per un musulmano , un ateo per un cattolico, un assassino per un vegano .
Dopodichè , visto che siamo in un epoca che ha il mito della scienza e fa finta di aborrire le religioni serve una motivazione razionale .
Ecco allora che col veganesimo si campa 100 anni si guarisce dal cancro e si salva il mondo .
Peccato che le prime due affermazioni siano false e la terza può essere vera, ma se permettete preferisco scegliere un altro sistema per dare il mio contributo alla salvezza del mondo.
Ieri in gelateria:
quali sono o gelati senza latte?
questo quello codesto
Va bene, da 3€.
(egli pensa io sia vegano)
Prende una orribile coppetta di plastica USA&getta.
No, in cialda, per favore.
Mah… contiene latte!
Non importa, e’ poco.
Il veganesimo non e’ localmente sostenibile in molte aree del pianeta ovvero in tutte quelle in cui gli animali trasformano cellulosa in grassi e proteine assimilabili dagli hono.
L’uso della plastica (uno dei problemi senza soluzione, per dirla alla Greenpeace) come alternativa alla cialda e’ paradigmatico delle contraddizioni e delle incongruenze a cui arriva il veganesimo.
Come altre correnti.
Esserne consci e’ utile. Di schemi di pensiero acritici, assolutisti, “religios”, ne abbiamo anche troppi.
@ UnUomo.InCammino:
@ UnUomo.InCammino:
non ho capito: siccome la cialda contiene il latte dunque è assurdo essere vegan? Semmai è assurdo che gli alimenti contengano prodotti animali anche quando se ne potrebbe fare a meno, cioè sempre. Che c’entra essere religiosi? Qui si tratta di essere responsabili nei confronti di individui che non dovrebbero esser fatti nascere per diventare nostri schiavi…
Io non ho mai rotto le scatole a nessuno però molte persone, anche quelle sconosciute si sono permesse di fare i cavoli miei. La rabbia contro i vegani è diventata un obbligo e anche se stiamo mangiando per conto nostro c’è sempre qualche persona che spunta chissà da dove per fare domande ridicole o stupide come ad esempio sul dolore della carota ecc… e ahimè poi quando riceve una risposta indelicata si lamenta alla mammina e agli amichetti.
Magari non si rendono conto che dopo aver sentito queste domande 1000 volte uno si rompe e inizia a mandare la gente… :)))
Io mangio carne e se un vegetariano mi chiama assassino o complice di assassinio mica mi offendo. E’ la semplice verità , sarei un idiota a negarlo, un animale è stato ucciso per fornirmi cibo. Ne sono cosciente e per me è una cosa accettabile, la morte altrui per la vita di altri. La morte comunque è un fattore inevitabile per tutti. Quello che invece è evitabile sono le lunghe torture che molti animali subiscono prima di diventare cibo. Ecco, su questo aspetto dovremmo fare grossi passi avanti. Fermo restando che quando gli animali muoiono in natura la loro morte è molto spesso lunga e atroce (spesso l’agonia dura giorni o settimane). Quando sono allevati dall’uomo invece la vita è spesso una ininterrotta tortura ma la morte è quasi sempre rapida.
La rabbia contro i vegetariani credo rientri nell’odio della persona media verso chi gli appare migliore di lui moralmente grazie all’impegno e sacrificio personale, e verso chi attua comportamenti sociali diversi dai propri (ad esempio se un solo individuo fa la raccolta differenziata in un ufficio, i colleghi lo percepiranno come un gesto ostile verso loro stessi). Quante volte ho sentito parlar male di volontari o di chi è più bravo, solo per sminuirne le qualità morali e riportarlo nel calderone della mediocrità .
Buongiorno!
Arrivo un po’ tardi, infatti già altre persone hanno espresso molto bene il mio pensiero. Aggiungo soltanto una cosa. Quando qualcuno si permette di definire “maleducato” un bambino davanti ai rispettivi genitori, che succede? Succede che i genitori si offendono e cercano di negare l’evidenza. Si sentono chiamati in causa poiché sotto sotto sanno che dietro un bambino maleducato ci sono degli adulti poco educati, in primo luogo i suoi genitori.
Non diversamente un onnivoro (come me) non particolarmente consapevole dei propri limiti psicologici e culturali, può sentirsi chiamato in causa quando un vegetariano gli fa notare, anche senza arroganza, che tutto sommato una dieta priva di carne aiuta a stare meglio dal punto di vista salutistico. Viene messa in discussione la persona con le sue credenze/certezze (spesso illusorie).
La prima reazione è sempre di rifiuto davanti ad una critica. Poi bisogna vedere quale sia la seconda reazione, ovvero quando entra in campo la ragione. Alcuni non ragionano e basta, altri dopo il rifiuto iniziale cominciano a rifletterci sopra, altri ancora rimangono indifferenti.
Di una cosa possiamo essere certi: coloro che si arrabbiano di più sono stati colpiti in un punto debole.
Personalmente mi riesce difficile rinunciare del tutto alla carne, ma sto cercando di limitarla il più possibile più che altro per una questione di salute. Al tempo stesso cerco di non acquistare più oggetti e prodotti che contengono parti animali (abbigliamento in pelle e cose del genere) per una questione morale (posso tranquillamente fare a meno di queste cose).
Se un vegetariano critica la mia alimentazione non me la prendo, ma dipende sempre dal modo in cui lo fa. Se inizia a dirmi che io distruggo il pianeta e la natura, gli animali e quant’altro, automaticamente lo inquadro come un ipocrita tendenzialmente esaltato e gli rispondo: <>.
da una vegetariana che da quando lo è diventata, cioè 8 anni orsono, non ha mai imposto nulla a nessuno nè tantomeno insultato, ti scrivo un enorme GRAZIE.
non si contano le volte in cui un vegetariano viene dileggiato o insultato, di persona ma più spesso su facebook, e quando non lo è viene accolto comunque con sorrisi di compatimento. eppure non parlo mai per prima di una scelta che ho fatto andando contro la famiglia, gli amici (ma erano amici?! la famiglia ora ha accettato la cosa, dopo innumerevoli esami del sangue privi di asterischi!). il 99% delle volte sono gli altri a chiedermi o a dire ad altri che lo sono, e io rispondo gentilmente ma con imbarazzo, taglio corto per paura di passare per una che vuole fare proselitismo o incolpare.
poi son sempre in tempo a dire: “eh ma io insulto solo quelli che fanno gli invasati”… però io di vegetariani invasati non ne ho ancora incontrati, mentre di vegani sì (non me ne vogliate amici vegan!) perciò io che c’azzecco?
quindi GRAZIE perché se tutti gli onnivori fossero come te, il mondo sarebbe migliore, perché il rispetto tra esseri viventi è quello che ci fa progredire.
Diana scrive::
Se non vuoi fare proselitismo vuol dire che non sei così convinta che il vegetarianismo sia la scelta giusta.
Sono brasiliana e sono vegana, smettete di tirare in ballo i paesi poveri per giustificare la vostra voglia di grigliata. Questo tipi di alimentazione malata a base di carne ha messo il terzi mondo in ginocchio, le terre vengono impoverite per produrre alimentazione di pessima qualità per gli animali da macello, liri gli animali provocano inquinamento, si spreca molta acqua per mantenere questo sistema, per non parlare degli orrori che questi animali devono subire e giusto per questo motivo praticamente mangiano antibiotici che poi vanno a finire in acqua creando la cosiddetta resistenza microbiologica.
Per favore smettete di usare i paesi poveri per i vostri vizi, in Brasile l’alimentazione va alla grande e ogni giorno il numero,di vegani e vegetariani cresce, sia nelle città ricche che in quelle povere, la frutta e la verdura viene venduta ovunque e cista molto meno della carne, quindi senza scuse!! Siete un po’ come gli obesi che criticano i magri ma non alzate i sederi dal divano. Scuse, scuse e altre scuse,.. Eh basta!
@baubaumiciomicio
Suvvia, non facciamo stime irreali. Solo perché lei abbia incontrato su 2 vegetariani 1 che insulta la gente onnivora, non vuol dire che su 3 milioni la metà sia cosÃ.
Non facciamo di tutta l’erba un fascio, l ‘estremismo c’é ovunque.
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