Nella marea di insulti, stavolta necessariamente pregiudiziali, che ne ha colto Alessandro Gilioli, lo ha colpito il ‘voi’ recatogli da molti fan di Grillo. Come se Gilioli fosse responsabile delle azioni di tutta una categoria, come se ogni giovedì sera alle 21.30 si riunisse con la casta di tutti i giornalisti, per decidere la comune azione ai danni dell’informazione corretta.
È una cosa già successa, come in altri casi (a Andrea Romano, uno di sinistra che ha scritto questo!), che notano anche i frequentatori non pregiudiziali di Grillo:
- Insulti, insulti, incredibilmente tanti, e poche argomentazioni.
- Voi, fascista e indistinto. Chi non la pensa come me, la pensa necessariamente allo stesso modo: ci sono solo due modi di pensare. E La mia opinione è l’unica accettabile.
- Corrotti! Chi non la pensa come me, la pensa necessariamente allo stesso modo, e lo fa necessariamente per convenienza. La mia opinione è l’unica onesta.
Ecco, agli insulti non si risponde, al voi si risponde col ‘tu’ (comunista, per Mussolini), ma al “siete pagati dai politici” si risponde con la stessa moneta, ovvero: «voi siete pagati da Beppe Grillo!». Non perché ci si creda, se qualcuno paga è l’esatto opposto, ma perché è l’unica cosa che sbalordisce le squadracce. Le volte che l’ho usata, è stata l’unica argomentazione che ha reso auto-evidente l’inconsistenza dell’accusa: «Ma come puoi dire che ..?», «Così, è talmente semplice: corrotti!».
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