Giovedì 21 agosto

La regola della teiera – Diario dalla Palestina 40

Siamo stati a casa di uno stronzo a cena: è il padre di Mohab, Rowan, Mohammed, Roa e Nuur. Picchia la moglie e i figli, ma davanti ai nostri occhi è così affabile; ma non di quell’affabilità doppia che ti aspetti da un personaggio del genere – per nulla – se non sapessi quello che so, non avrei presentito niente dell’individuo mefistofelico che ci raccontano.

Angela e Umberto stanno raccogliendo dei soldi in Italia per mantenere degli studi migliori per Mohab: Mohab è il più grande del gruppo dei grandi, e non è il più brillante. Questo padre violento l’ha proprio mutilato ed è certamente il figlio che ne ha risentito di più. La domanda, certo apparentemente cinica ma necessaria, è se adesso sia un minuto prima o un minuto dopo mezzanotte: se la brutalità abbia già avuto il suo corso e Mohab non abbia più modo di recuperare.
Se questa somma non indifferente non andrebbe investita su qualcun altro, anche gli stessi Rowan e Mohammed che non sembrano – ancora? – così segnati, così irrecuperabili.

Io non so rispondere: certamente prima di dare per “perduto” qualunque ragazzo ci penserei 100 volte, e farei moltissimi ultimi tentativi (come questo è nella testa di Umberto e Angela), però è anche vero che dare per lui vuoldire togliere per qualcun altro. Non ho proprio idea di quale sia la cosa migliore.

Tutto dà una notevole sensazione d’impotenza, Ahlam l’educatrice che di solito è molto morigerata nei giudizi dice senza troppo imbarazzo «io odio quell’uomo».

E, per inciso, qui non si può chiamare la polizia: è più o meno nei diritti del marito quello di picchiare la moglie e i figli. Gli unici che possono rivaleri sul marito – se lo ritengono opportuno – sono i maschi nella famiglia della moglie. La chiamano “la regola della teiera”, se ho capito bene l’arabo.

2 Replies to “Giovedì 21 agosto”

  1. Passo da Milano, vengo in ufficio, apro la posta e clicco a caso su una mail di Giovanni e mi becco questo diretto allo stomaco.
    Sono arrabbiato perchè a Bruxelles dove ero, ho fuso il motore della macchina con tutti i conseguenti casini ecc. ecc.
    Ora non lo sono piu’ e rifletto sullo scoccare della mezzanotte di questo ragazzo.
    Angela e Umberto, io ci sono.
    Un abbraccio forte a tutti senza ringraziamenti a Giovanni.

    Marco

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