Più ci penso e più mi fa rabbia pensarci, come dice una delle donne più coraggiose del nostro tempo, quanto la nostra società – in tutte le sue sezioni – abbia sviluppati degli anticorpi verso il senso di colpa, un’indifferenza ad ampio spettro nei confronti della condizione delle donne nei paesi arabi, ma anche in tante altre parti del mondo:
L’Italia ha mandato truppe in Afghanistan: donne e uomini dovrebbero dire ‘Vogliamo giustizia per quelle donne’. Se guardiamo all’esempio del Sudafrica, prima dell’abolizione dell’apartheid, c’era un’enorme indignazione in Occidente: ai bambini veniva insegnato a scuola che la segregazione razziale è un male, la gente mandava soldi, vestiti e risorse all’Anc, le organizzazioni per i diritti civili europee e americane facevano pressioni sui governi e proteste senza fine. Niente del genere sta accadendo per le donne musulmane, né per le cinesi, le indiane o le donne del Sud del mondo».
Un’indifferenza generale che nel corso dell’ultimo secolo era difficile riscontrare: ognuno aveva le sue cause. Si stava dalla parte dell’America, e quindi si sosteneva Solidarnosc, oppure dalla parte dell’URSS e quindi si sosteneva il Salvador Allende. Ognuno però, aveva il proprio spazio sindacalizzato di difesa.
Oggi delle donne mussulmane non frega niente a nessuno. Le femministe, che un tempo erano l’avanguardia su questi temi, hanno perso – risucchiate dai loro distinguo ad excludendi (mi verrebbe da dire che il femminismo ha vinto nonostante le femministe degli ultimi quarant’anni) e ora brancolano nei meandri del terzomondismo, dimenticate una volta per tutte le lotte per le quali avevano combattuto.
La prossima volta che assisto a una celebrazione del fu femminismo e dei reggiseni bruciati, vado lì e dico: «ma perché l’avete fatto? In fondo la deliberata sottomissione della donna era la cultura dell’Italia di quel tempo».
Molta gente de sinistra, fa un ragionamento tanto simile a quello delle femministe storiche, magari sentendosi legittimato da quel malinteso senso di reclamata proprietà delle ingiustizie: se non ci pensano le femministe, perché dovremmo farlo noi?
La destra, che era sempre stata indietro su questi temi, ha cominciato a interessarsene in modo piccino e bigotto, spesso evocando un altro identitarismo (cristiano, occidentale o checchessìa), e comunque sempre gettando l’occhio al ritorno elettorale – ehi leghista, lo sai che le persone veramente tenute in ostaggio dall’islamismo sono mussulmane a loro volta? Che la vera emergenza è per loro e non per la tua polenta? – più che all’effettiva vita di queste persone.
A tutti, comunque, interessa al massimo ciò che succede all’interno dei propri confini: basta andare un po’ più a est di Trieste, o a sud di Pantelleria perché i soprusi non siano più percepiti come tali.
Ve lo siete provato a domandare? Quante volte avete sentito un politico parlare di diritti delle donne fuori dai propri confini? Di donne mussulmane non in relazione alla difficile-integrazione-con-la-cultura-italiana? Mi viene in mente un solo nome: Emma Bonino, eccezione che rende più luminescente il vuoto attorno.
Siamo in un mondo in cui, negli ultimi dieci anni – e facciamo questo gioco: lasciamo da parte i nostri, in gran parte giusti, «è in malafede!» – gli unici a proclamare la necessità di difendere i diritti delle donne sono stati Rumsfeld, Bush e epigoni. Forse c’è qualcosa che non va.
*
Mi domando come non scatti qualcosa, in tutti queste persone, quando vedono cose come questa. È una campagna iraniana (la scritta è in farsi) a favore dell’hijab, il velo. Come fa a non levarsi un’onda di quella tanto abusata parola, indignazione, per tutto quanto di disgustoso c’è di sotteso a questo messaggio?
Per gli ingenui, omnia munda mundis, gli uomini sarebbero le mosche e le donne il lecca lecca:
Tappezziamo anche noi, le nostre città, di questi mainfesti, magari si svegliano. Inventiamoci qualcosa, andiamo tutti in giro con un velo, istituiamo il giorno in cui tutti gli uomini devono stare a fare i casalinghi, decidiamo che le delegazioni diplomatiche che vanno a visitare i paesi dove le donne sono discriminate siano composti di sole donne. Qualcuno di più fantasioso di me si faccia venire in mente qualcosa.
Possibile che ci siano magliette, slogan, gruppi, comitati per tutte le cause più minute, e non ce ne siano per la vita sbigottentemente ingiusta che vivono un numero impressionante di esseri umani?
Non mi convince la parte sulla Lega.
Dire che non si occupano delle donne fuori dall’Italia è vero. Dire che il vero problema è altrove è molto sinistroide.
Come quando sugli stupri ripetono sempre la solita statistica che le violenze sessuali avvengono per lo più in casa. Quasi a voler far sentire stupida chi ha paura per strada.
Bisogna risolvere i due problemi, non limitarsi a dire che uno dei due è meno importante.
Poi basta con le prese in giro sulla polenta!
Noia.
Tra l’altro tu di solito non dici il vero problema è un altro.
Mi ricordo che qualche anno fa mi avevi detto che è stupido dire che non si dovrebbe fare del volontariato per i cani quando ci sono delle persone che hanno bisogno d’aiuto.
Giovanna ha ragione al 100%, inoltre c’è da riconoscere che la Santanchè è l’unica che ha avuto coraggio quando la questione è diventata molto pratica e vicina, e quando interessarsi a questa cosa ha significato ricevere minacce.
I giornalisti che citano sempre le (vere?) statistiche sul 90% degli stupri che avviene in casa sono offensivi perchè sembra sempre che dibattere sulle violenze che avvengono al di fuori sia da persone che non capiscono veramente la realtà e che non abbia nessun senso.
Grazie Maria.
Volevo aggiungere la Santanché alla Bonino anch’io, ma bisogna dire che ha messo un po’ da parte la causa.
Davvero, Giovanna (e Maria), non capisco cos’è che mi contesti a parte la battuta sulla polenta che, lo concedo, non è così originale: la prima cosa che m’è venuta in mente!
Mi contesti d’aver detto che non è giusto difendere le donne, in Italia, dagli stupri? Dove l’hai letto? Non l’ho detto.
Ho detto semmai, che quella causa (per fortuna!) ha un sacco di gente in buona o in malafede a combatterla, mentre quella delle donne fuori dai confini italiani, che sono quelle che subiscono i soprusi più enormi – sia come quantità che come intensità – non se ne interessa nessuno.
Pensi davvero che per dare attenzione alla condizione delle donne nel mondo arabo, ma anche in Cina, India, etc si debba necessariamente togliere all’Italia? Secondo me tutto l’opposto. Di un nuovo, intelligente e maturo, femminismo ne beneficerebbero anche le donne italiane per le piccole insopportabili indegnità che ci sono anche qui.
Chiederei al leghista, se fosse animato davvero da buoni intenti, di voler tutelare anche quelle donne, mentre invece l’atteggiamento più comune è appunto fregarsene bellamente: perché? La risposta, fuori dai denti, è “perché quelle sono mussulmane, e non sono le nostre donne”.
La Santanché è l’unica che lo dice anche chiaro e tondo: «mi interessano gli italiani! Devono venire prima gli italiani!».
Ovviamente a meno che – così tornerebbe la tua critica, ma sono certo (per te, visto che ti conosco, ma anche per Maria, immagino) non sia dove tu vuoi arrivare – tu non sostenga che uno stupro in italia sia più grave che uno stupro in Afghanistan.
Questa sì sarebbe l’obiezione, come dicevi tu, sinistroide: lì hanno la loro cultura, e quindi i loro canoni.
(trad. non ci riguarda)
giovanna ha scritto:
Non stupido, ingeneroso, e (talvolta) controproducente.
EDIT – Poi anni! Diamine, potrei aver cambiato idea!
So bene cosa pensi in generale, anche per questo ero stupita, ma qui ti sei spiegato davvero male.
– ehi leghista, lo sai che le persone veramente tenute in ostaggio dall’islamismo sono mussulmane a loro volta? Che la vera emergenza è per loro e non per la tua polenta? –
Dici che il problema è un altro, che la vera emergenza è un’altra.
Esattamente come fanno i sinistrodi sugli stupri.
Non rigirare la frittata accusandomi di aver paura che l’attenzione si sposti su altri paesi.
Sono stata chiara:
“Dire che non si occupano delle donne fuori dall’Italia è vero.”
Oddio Giovà , mi sembra che tu stia facendo un comizio, anziché rispondere sul punto.
Ti “ho rigirato la frittata accusandoti di aver paura che l’attenzione si sposti su altri paesi”.
No. Ho ipotizzato questo come possibile spiegazione alla tua obiezione che, altrimenti, non stava in piedi.
Tantopiù che dici di “sapere come la penso”.
Sì, ne sono convinto. E ne sei convinta anche tu. Che il problema più grave (non l’unico) è un altro. Che le donne italiane non sono tenute in ostaggio (grazie al cielo!), se non in una concezione un po’ instabile del linguaggio – la stessa con cui si dice che Bush è un assassino, o che siamo in una dittatura – mentre quelle mussulmane sì. Veramente in ostaggio. Se esci t’ammazzo.
Questo a livello logico non cambia le cose, ma diciamolo pure: c’è una sproporzione enorme fra le due cose. Io dico: i leghisti non si interessano a quelle donne, quando ne parlano lo fanno in chiave anti islamica senza alcun vero interesse per la condizione di queste persone.
Vero o no?
Allora cosa mi contesti?
Fanno male, appunto.
Io capisco il voler riassumere un concetto in una battuta, ma quello che ti contesto è proprio la battuta e non solo per il cliché della polenta (un luogo comune scappa a tutti).
Tu non hai detto i leghisti dicono di difendere le donne, ma lo fanno in modo discriminatorio e bla bla bla.
Dicendo l’emergenza non è per la tua polenta tu hai voluto buttare del ridicolo su chi ha paura del maschilismo islamico in Italia.
Ripeto, come fanno i sinistroidi quando sugli stupri sanno solo rispondere che la maggioranza degli stupri è in casa.
Io sono d’accordo che la condizione delle donne in altri paesi è peggiore e voglio anche credere alle statistiche sulle violenze sessuali, ma non acceto che questi altri problemi vengano sminuiti ripetendo che il peggio è altrove.
Le posizioni della Lega sono populiste e parziali, ma buttare ridicolo sui problemi che sollevano non aiuta.
Non contesto niente di questo tuo bel post, ho solo detto che condivido in pieno le riflessioni sui sinistroidi ecc. di Giovanna, e il suo ultimo messaggio me lo conferma assolutamente. Tu dici che per la Santanchè (di cui non sono paladina, ma bisogna dare a Cesare) vengono prima gli italiani e può essere vero, ma si è esposta per una ragazza pakistana uccisa dal padre e per questo è stata minacciata, cosa che nessuno neanche la Bonino ha fatto.
Giovanni Fontana ha scritto:
Ma come. Io i cani li bastonerei tutti se questo servisse a salvare delle persone.
giovanna ha scritto:
Ecco, qui ho capito che stiamo proprio parlando di cose diverse.
Tu davvero credi che la Lega, il partito più maschilista dell’intero spettro politico insieme a Forza Nuova e Italia dei Valori, abbia paura del maschilismo dell’Islam?
No, ha paura dell’Islam (per certi versi giustamente).
E difatti, in questo post, non si parlava di stupri (da cui, credi, la Lega tuteli meglio?), ma diritti delle donne nel mondo.
E la Lega non fa nulla, nulla, perché queste cose cambino.
Se mi parli di stupri in Italia, beh, sei tu la benaltrista.
davide ha scritto:
Sì, l’argomento era diverso: vai da tutti coloro che fanno beneficenza per i cani a dir loro «coglioni di merda, fate beneficenza per gli esseri umani».
Potrebbe avere anche un senso, eh.
ma non ho capito. per la pubblicità sono gli uomini o le donne a essere inferiori? in teoria dovrebbero essere le donne no? ma allora perché gli uomini sono raffigurati come mosche impazzite senza cervello? implicitamente il manifesto sta dando ragione a freud riguardo la paura della castrazione?
paradossalmente mi sembra che questa pubblicità offenda implicitamente più gli uomini delle donne, in un certo senso.
è l’umanità inferiore, che fa colà senza scelta
ps vuoi mettere l’attività cerebrale della mosca con quella del chupachups?
iheohieuhoieuauhieoeiaiehheuaohihohiehauao