Ci si può innamorare di un assassino?

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Corso di Alfabetizzazione Sentimentale Obbligatoria – Prof. du Lac – 3° lezione

Ragazzi, che disastro.
Sapevo che la domanda che vi avevo proposto al termine della scorsa lezione vi avrebbe creato qualche grattacapo, ma non mi aspettavo questo sfacelo: i tre quarti di voi hanno dato risposte completamente errate. Vi chiedo più applicazione e più studio.
Per fortuna alcuni hanno avuto qualche buona intuizione di cui terrò conto in sede d’esame: ottime le considerazioni di Saverio (nella posta), e posso assegnare un “+” a Federica (posta), Gabriele, Ally e Sergio (posta).

Il quesito era – lo ricordo in particolare ai lavativi come Emidio che dimostrano di non aver studiato la prima lezione – se ci si possa innamorare di un assassino. La scelta di questa figura era topica – uccidere una persona è un’azione che, in genere, incontra la disapprovazione di tutti – e necessita di alcuni distinguo puntualizzati, qua e là, anche nei vostri compiti: sono importanti le circostanze, intanto, e poi gli individui cambiano nel tempo. Quindi ciò di cui discuteremo non è essere un assassino (né tantomeno esserlo stato), ma trovare giuste, e magari compiere, delle azioni che noi consideriamo riprovevoli.

Partiamo, quindi, da una risposta errata – scrive Alberto O. (posta):

Perché no? Non sono forse queste le persone che hanno una personalità molto attraente?

Essere attratti da una persona che fa qualcosa di spregevole non dovrebbe indurci a qualche domanda su quali siano, in effetti, le nostre idee? Se ci piace una persona perché fa qualcosa di spregevole non vuol dire che, in realtà, ci piace quello che fa? E se invece ci piace nonostante quello che fa, non vuol dire che, in fondo, ciò che fa non ci dispiace così tanto?

È evidente che, perché ci piaccia qualcuno, questa persona debba possedere delle qualità che ci attraggono. È un luogo comune sciocco quello per cui – ah, l’amore è pazzerello – ci si possa innamorare di qualunque individuo, e sia solo una congiunzione astrale a fare sì che ciò succeda. Sarebbe un’idea ben meschina, questa, per cui – in fondo – le persone sono intercambiabili.

A.D.: Sì, professore: l’esempio dell’assassino solletica il nostro immaginario turbato dai romansi d’appendice perché indugia e insinua una componente fascinosa nella diabolicità, portandoci a trascurare quanto – in effetti – dispressiamo una persona che faccia del male agli altri. Ma è un trucco: siamo tutte potensiali ammiratrici dei Vallansasca dei poveri, ma un passo più in là e ci rendiamo conto di quanto sia strampalata una prospettiva del genere.

Davvero non contano le qualità, la stima, le opinioni che si hanno delle persone? Davvero è un terno al lotto, e la sorte – per avventura – decide di chi ci innamoriamo? E allora perché non ci possiamo innamorare di – ognuno riconosca il proprio contraltare – Emilio Fede e Beppe Grillo? Vi potreste innamorare di Maurissio Gasparri? E di Fabrissio Corona? E voialtri, potreste innamorarvi indifferentemente di Paola Binetti, Noemi Letissia e Margherita Hack? Persone diversissime: probabilmente se ce ne piace una non ci piacerà l’altra. Per una ragione semplice: perché l’amore è scelta, prima di tutto.

Già, Dora, detrarre al sentimento la sua parte costitutiva di valutazione è un procedimento, del tutto abusivo, che si rifà a un’idea spregiativa e gretta dell’amore, sovente ammantata di una coltre di magicità cavernicola, per cui – in sostanza – ci si innamora a caso (e non a CASO).

Invece la persona di cui ci innamoriamo è quella che ci piace di più. Quella le cui qualità – in modo conscio o inconscio – apprezziamo maggiormente: essere innamorati di una persona è un’elezione, continua e quotidiana. È la scelta di un migliore.

A.D. Il compito assegnatovi per questa settimana è rispondere al seguente quesito:

È giusto accettare i difetti del proprio amato?

Potete inviare le vostre risposte qui sotto, oppure nella cassetta della posta di du Lac. Il risultato del test sarà commentato nella quarta lessione.

13 Replies to “Ci si può innamorare di un assassino?”

  1. Beh, questa e’ facile: stai abbassando il livello cosi’ aumentano i promossi e non ti tagliano i fondi di dipartimento?

    A me ormai non fanno piu’ pena quelli (di solito quelle) che vengono a lamentarsi dei difetti dell’amato, che vorrebbero taaanto che cambiasse, che cosi’ non ce la fanno PIU’.

    Se mi suscitano, nonostante tutto, ancora un po’ di compassione, gli spiego (tanto di solito non serve, ma si sa mai) che sostanzialmente le persone, arrivate all’eta’ adulta, non cambiano; men che meno se ottengono comunque quello che vogliono.
    Se mi sono stufato o non sono in vena di samaritanismi, passo al lapalissianesimo piu’ brutale: ciccia, se te lo sei preso – e soprattutto te lo tieni – vuol dire che in fondo ti sta bene cosi’.
    Lo sai tu e, fidati, lo sa anche lui; quindi figurati se cambia.

  2. Se lo ami, vuol dire che vuoi che l’altro sia felice. E se credi che quei difetti precludano all’altro la via alla felicità allora devi fare di tutto, nei limiti del posssibile, ad aiutare l’altro a cambiarsi. Ciò non vuol dire rifiutare i difetti dell’altro; è giusto accettarli, ma solo in virtù di un impegno comune della coppia nel cercare di migliorarsi.

  3. Dipende, a mio parere bisogna dsiscernere tra due tipi di difetti: il primo consiste in un difetto che anche il partner riconsce tale mentre il secondo e’ quello che noi reputiamo difetto ma che il/la nostro/a compagno/a ritiene essere parte del suo carattere. Sul secondo penso sia sbagliato intervenire ma sul primo non penso ci si bisogni arrendere perche’ stare insieme vuol dire cercare di migliorarsi ed in tal senso penso sia mio dovere aiutare il mio partner a “smussare” tale difetto.

  4. essere realmente innamorati di una persona a mio parere significa amarne anche e soprattutto i difetti (delle qualità non ci si lamenta mai o sbaglio?); se non ti piacciono e non riesci a conviverci puoi provare a parlarne all’altro, il quale, se non ne è a sua volta infastidito e tenta di porvi rimedio, è da cambiare!

  5. Vanno accettati quelli che fanno parte della parte più profonda della persona. Quelli che sai che sono parte integrante del loro file di sistema e che non puoi cambiare se non vuoi perdere tutto il tuo amore. Per quelli che puoi cercare di smussare ci vuole un po’ di lavoro, rispetto e tanta tanta sincerità. Naturalmente questo vale solo se sei disposto a fare le stesse cose per il tuo amore!

  6. È giusto accettare i difetti del proprio amato?

    la risposta che mi giunge spontanea è:
    “no, senza dubbio, no”

    posso essere d’accordo che per mera questione di tolleranza sia spesso giusto passare sopra a tali difetti per evitare che la guerra continua

    ma accettarli “no, senza dubbio, no”

  7. Nessun individuo è perfetto agli occhi degli altri, non lo è quindi il nostro partner ai nostri né lo siamo noi ai suoi. Detto questo se la domanda è “dobbiamo accettare i difetti degli altri?” io direi di no. Mi è capitato in una storia passata di impormi la frase: “Devo accettare i suoi difetti!” commettendo un errore madornale. Alla fine ho capito che non dovevo accettare quelli che io vedevo come difetti, ma semplicemente cercare una persona che mi piacesse di più dando anche la possibilità a lui di trovare qualcuno che lo apprezzasse più di quanto potessi fare io. La domanda da porsi è quindi “Posso accettare i suoi difetti?”. Se posso vuol dire che i suoi pregi e le sue qualità compensano di gran lunga i suoi difetti che quindi sono poca cosa. . Se non posso è meglio chiudere la storia. Ovviamente qui entra in gioco anche l’entità di quello che consideriamo il difetto. Su importanti divergenze del proprio carattere e della propria personalità (convinzioni politiche e morali, pensieri religiosi, modus vivendi ecc.) è meglio non passare sopra. Per tutto il resto basterebbe un po’ d’ironia (e di autoironia dall’altra parte)

  8. Secondo me la risposta è “dipende”.
    Dipende di che difetti stiamo parlando. Se fosse possibile oggettivamente e consciamente valutare difetti e pregi (per semplicare pensate ad una somma di valori) basterebbe concentrarsi sul risultato. Se ci sono pregi (elementi positivi) così grandi da poter ottenere un buon risultato anche con dei difetti (elementi negativi), allora ci si può passar sopra. Alla fine nessun è perfetto. Son convinto che ogni persona faccia i suoi conti, però insconsciamente, e con una medio-alta probabilità di errori di calcolo.

  9. La persona “perfetta” non esista, credo che tutti noi abbiamo dei difetti e conseguentemente questi debbano essere accettati dal partner (consciamente o inconsciamente). Dipende anche da cosa si intende per “accettare”. Se lo “accetti” veramente, neanche lo ritieni un difetto, ma piuttosto un aspetto caratteriale. Se lo “tolleri”, di fatto non lo stai accettando, ma sopportando e col tempo si è portati ad esplodere.
    Ciao

  10. Se sono innamorato di quella persona i suoi difetti mi sembreranno poca cosa rispetto al positivo che ricevo da lui. Per me sarebbe senz’altro giusto accettarli.
    Se in lui trovassi un difetto che proprio non mi andasse giù sarei propenso a pensare che non sia, in verità, il mio vero amore.

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