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Un esempio di integrazione in salsa capitolina.
Questa cosa i romani la sanno, ma gli altri no: nelle borgate romane c’è questo modo di chiamarsi “zio”. Non è colpa mia, mi rendo conto che sia ridicolo, però succede davero. In particolare – e può essere un paradosso, vista la supposta vetusta età del canonico zio – fra ragazzi. Difficile incontrare un anziano che dica a un amico “oh, zio, andiamo a giocare a bocce”, ma fra i giovani è comunissimo, ed è considerato un modo amichevole – e per nulla raffinato – di darsi un appellativo. Tipico esempio di conversazione del boro (o zoro, grado ulteriore del coatto) «zio, ‘namo ar mare?», «guarda, zì, a me er mare numme piasce, però potemo ‘nnà a ballà, io ma’a comanno ar Sesto Senso» «vabbè, zio, bella petté».
Ecco, qui vicino c’è un siriano – genio – che ha aperto una pizzeria, si sa che i migliori pizzaioli sono tutti egiziani, e l’ha chiamata “da Zio”. Proprio così. Non solo: da tutti i clienti è chiamato “zio”, e – ancora più divertente – li chiama tutti “zio”. L’altro giorno – c’era la partita e quindi la fila – scandiva i turni indicando il cliente successivo e dicendo: «tu zio, cosa prendi?». Non perché li conoscesse, si rivolgeva a tutti così. Il bello è che tutti gli rispondevano con la stessa rima, anche i più anziani. Un vecchino, per dire, gli ha risposto «guarda zì, damme du’ crocchette che ce sta ‘a partita».
Siccome lo Zio un sito internet non ce l’ha, metto qua il suo numero di telefono e qualche altra informazione ricavata dal volantino di cui sopra, ché – l’ho messo nel titolo del post – magari qualcuno ci capita cercando su Google:
Pizzeria da Zio
Via Costantiniana 96 (zona Labaro)
Tel: 06-33624661 Cel: 347-2979524
anche a milano ci si chiama tutti o quasi “zio” e “zia”. Qualcuno poi è più zio degli altri e viene quindi chiamato “LO zio” 🙂
E bbbravo Gggiova’!
Appena Zio saprà che gli fai pubblicità gratis mo’ tte ffarà magna’ ‘a pizza gratisss!
C’est fantastique! Che, tradotto, si dice:
Dapaura!