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per qdR magazine
A profezie non ci becco. La fine di Berlusconi non me l’aspettavo così, e in realtà non me l’aspettavo proprio. E, anzi, me l’ero già aspettata diverse volte: nel 2006 l’avevo dato già per finito. Quello che più ancora non mi aspettavo è che un ventennio così diviso e fratricida, in cui il primo – e talvolta l’unico – indizio della collocazione politica di ciascuno era “cosa ne pensi di Berlusconi?”, finisse con una compattezza d’intenti e di disposizione al sacrificio che dà speranze sulla salute di questo Paese – un’altra profezia che avevo sbagliato. Sembra quasi che ci sia una chance che le scorie di questo ventennio non rimangano in circolo quanto invece ci eravamo immaginati.
Naturalmente ci sono le eccezioni, la Lega che pare tornata alla versione populista d’inizio anni ’90 che parla di “quei signori” intendendo quelli che vogliono mettere a posto un Paese che loro hanno governato negli ultimi x anni. Ma anche questo potrebbe essere un segno positivo: nessuno, se ci fate caso, chiede ai leghisti di assumere una posizione più ragionevole, sembra diano quasi per scontata la parabola discendente che li riporti a essere il partito spazzatura, assimilati a Le Pen in Francia o Haider in Austria, come succedeva vent’anni fa: con un suffragio neanche troppo basso, gli egoisti ci sono in tutti i Paesi, ma escluso dal processo decisionale dalla buona volontà degli altri.
Vendola, pur agitando alcune parole d’ordine prepolitiche, sembra non voler cavalcare una situazione che pure potrebbe sfruttare populisticamente: non avendo nessuno in Parlamento, e quindi nessuna responsabilità fattuale di fronte all’emergenza, avrebbe la possibilità di attaccare tutte le misure più necessarie ma impopolari. Che è quello che voleva fare Di Pietro, ma che la sua stessa base – altro segnale positivo – ha forse convinto a ripensarci, almeno parzialmente, per senso di responsabilità.
Non solo abbiamo scoperto di avere un Presidente della Repubblica eccezionale, che non ne ha sbagliata una: e non era per nulla facile fare né troppo né troppo poco, dovendosi rapportare a questo Berlusconi; non solo in giro si sentono tanti che hanno un nuovo atteggiamento positivo verso l’Europa, come l’unica àncora di salvezza che in effetti è, e non come una aliena burocrazia che ingerisce per far togliere il crocifisso; ma c’è qualcosa di catartico nell’unione d’intenti Bossi-La Russa-Di Pietro-Diliberto, come se in qualche modo le cose tornassero al loro posto.
Il timore era sempre stato che Berlusconi lasciasse un’Italia segnata dal proprio passaggio, sia a destra che a sinistra, dove in barba alla propria storia si era cominciato semplicemente a dire l’opposto di Berlusconi, specie sulla giustizia (ma anche sull’economia), un po’ come era stato con Bush sulla politica estera. Se, come diceva Gaber, riusciremo a emanciparci non da Berlusconi in sé, ma da Berlusconi in me, in noi, nella nostra società, avremo davvero un bacino di speranza – e di buona volontà – a cui attingere, nonostante i tempi duri che inevitabilmente ci aspettano. L’auspicio è che Monti riesca a distribuire con equità, anche sui bersagli più difficili, la cura di austerità di cui è costretto a farsi medico. A giudicare in anticipo, però, non sembra esserci momento migliore per fare cose giuste ma impopolari, come toccare le varie rendite di posizione.
Naturalmente non bisogna peccare di ottimismo. Ci sono tantissime ragioni per essere pessimisti, e sono forse di più che quelle per sperare in bene. Però le ragioni per essere pessimisti c’erano già prima, l’ottimismo invece è una sensazione nuova.
Ma di questo governo cosa ne pensi?
@ Pierluigi:
Che non farà la legge sulle coppie di fatto, ma quella non l’avrebbe fatta neppure quello precedente.
Ma potrà fare un sacco di provvedimenti giusti ma impopolari – lo scrivo nel post – che nessun altro governo potrebbe fare in Italia oggi, anzi: nei prossimi x+10 anni.
@ Giovanni Fontana:
Forse sarà così… o forse farà provvedimenti impopolari che peseranno solo sulla povera gente e non su quelli che i soldi ce l’hanno già e che loro, ahimè, rappresentano.
Fra un politico e un banchiere non so chi sia peggio…
Pierluigi scrive::
il cittadino?
Si comincia male…
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=158629
Per Berlusconi tutto il male d’Italia scaturiva dai comunisti. Berlusconi non c’è più e subito si è pensato di sostituire la suddetta categoria con quella, altrettanto populisticamente accettata, dei banchieri (come degni rappresentanti della finanza, immagino). Mah.
Tra l’altro parlare di governo dei banchieri – o peggio, dello spread – mi pare una scemenza. E’ un governo che accontenta un po’ tutti, tranne pdl e lega
Comunque, a differenza tua Giovanni, non sarei già così ottimista: Pdl – Lega – Grillo e il Fatto quotidiano stanno già puntanto il dito contro il capio espiatorio, sia esso un banchiere ammanicato con la sinistra, un professore che ha perseguito la cocacola e poi ne è divendato advisor, un avvocato che ha difeso tutti da prodi a geronzi…come se queste fossero colpe
@ giacomoB:
Il Pdl non sarà tanto stupido, non senza Berlusconi. Sa che deve riguadagnarsi la fiducia dell’elettorato e quindi aspetterà che questo governo faccia le sue mosse per poi dire che quelle positive (e popolari) erano state proposte da loro e le stavano attuando (se non fosse stato per i traditori) e le altre erano dovute al fatto che Monti doveva rendere conto ai comunisti del Pd e che loro mai si sarebbero sognati di proporle, ma, ahimè, sono stati costretti a farle passare per il bene del paese. Detto questo, a me va bene così. Purché si migliori davvero la situazione, naturalmente!
Pierluigi scrive::
ovviamente si tocchera la “povera gente”…. non risolvi i problemi correnti toccando solo l’1%….
l problema di fondo non e’ ricchi vs poveri, e’ tra caste protette e quelle non, e la constatazione che la via non e’ quella di trasferire i non-protetti nella casella dei protetti, ma di eliminare (ridurre) le protezioni di questi ultimi.
e’ un problema di aritmetica abbastanza semplice: scarica un bilancio nazionale e studiati la contabilita, e vedi subito dove sono i problemi che puoi risolvere in 6 mesi (pensioni, mercato del lavoro, per cominciare) e quelli che richiedono 20-30 anni (evasione fiscale, educazione capitale umano…)
richiedera’ un cambio di mentalita enorme. ma l’alternativa e’ abbastanza chiara.