Fra la Via Emilia e l’East

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Vi ricordate quando vi ho raccontato di Paolo? Quel mio amico che è diventato mio amico quando ha fatto a piedi da Terni a Cambridge, la Francigena Contromano? Ecco, ora voglio un nuovo amico. Si chiama Tommaso, e va in bici.

Fermi lì. Ora lo so che voialtri, insensibili al ciclismo, state per cambiare canale: non fatelo!, questa non è la solita manfrina sul ciclismo sport-più romantico-del-mondo (lo è) o ciclismo-cosa-più-sottovalutata-al-mondo-dopo-le-cipolle (lo è). Questo è un post che vi consiglia di seguire, senza la bici, un ragazzo di Piacenza – che ha la testa risoluta e il cuore in equilibrio – e ha deciso di andare, con la bici, in Cina.

È partito un mese fa, dalla Pianura Padana. Ora è in Grecia, quasi in Turchia, e racconta via via i posti che trova. Anzi, a dir la verità, racconta via via la gente che trova. Quindi ora è fra i greci, che sono belli e spessi, e ci è arrivato passando per gli sloveni (non pervenuti), i croati (chiassosi e palestrati), i montenegrini (zingari e spettacolari), gli albanesi (simpaticissimi e ospitali), i macedoni (solo cani). Farà la Via della Seta, che non è una via, ma sono tantissime vie, così potrà decidere giorno per giorno quale seguire. Senza un vero tracciato, con passaggi e paesaggi che cambiano a profusione.

Il piano, che non c’è, è di metterci sei mesi. Però magari ce ne metterà di più, gli imprevisti sono previsti in un viaggio imprevedibile. E Tommaso sa bene due cose: che se piove si va, se fa freddo si va, ma se piove e fa freddo si accende il camino (qualcuno riconoscerà la cit. di un importante ciclista contemporaneo) e si vede la città in cui si è arrivati; e che se non sai dove andare, ogni strada ti ci porterà (qualcuno riconoscerà la cit. di un importante filosofo del diciannovesimo secolo).

Insomma Tommaso è sveglio, simpatico, scafato. Ora vi domanderete: ma quindi parte e si fa tutto in bici? Quanto peserà la bici? Quanto durerà ‘sto viaggio? E quindi quanti km farà in un giorno? E va da solo? E poi dove dorme? E i soldi dove li trova? C’è di mezzo la beneficenza? Da cosa scappa? Ha mica visto Into the Wild? E gli animali non gli fanno paura, specie i cani? Almeno si è portato dietro una pistola? Un gps? E se fora che fa? Ma una fidanzata ce l’ha? C’è modo in cui lo possiamo aiutare? Vorrà essere mio amico? Le risposte a tutte queste domande (tranne una, che secondo me mancava, e spero che mi risponda) le trovate qui: le domande no, e per quello l’ho aggiunte io.

Questo è il suo blog, dove trovate tutte le altre cose – nei racconti, nei video, e nelle foto – del suo viaggio, così assurdo e così “nostro”. Perché siamo invidiosi, no? Si sbaglia, Tommaso, a dire che la gente normalmente non fa queste cose, che le relega a rango di sogni nel cassetto e non ci pensa più. Non sbaglia a dire che normalmente la gente non fa queste cose, sbaglia a dire che poi non ci pensa più. Eccome se ci pensa. E siccome ci pensiamo, alle cose che lui fa e noi vorremmo fare, è bello vederle fatte da uno come lui: le sue salite, le sue discese; la sua fatica. La gente che lo incontra e che lo accoglie ovunque, come lo accoglieremmo noi, perché – parole sue, parole vere – la fatica ha una faccia universale.

 

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