Venerdì 15 agosto / sera

Una terra pericolosa – Diario dalla Palestina 37

Non c’è alcun dubbio che la cosa più pericolosa che mi sia capitata in Palestina sono gli autisti dei taxi collettivi che riescono a fare delle cose spaventose, per le quali – davvero – è meglio non guardare la strada, altrimenti ti prendi paura a ogni curva. Pensavo che gli israeliani guidassero in maniera assurda, l’autista dell’autobus pubblico di Gerusalemme che monta con il mezzo pieno di gente sul marciapiede per superare un altro veicolo sembrava un asso vincente, e invece mi sono dovuto ricredere. Ma stare a descrivere una guida spericolata è inutile, dire che vanno a 160 in curva invadendo l’altra corsia è varrebbe il dire che hanno quello che si dice normalmente una guida folle. È molto di più.

Poi l’altro giorno è passato un furgone con delle assi lunghe 3 metri sul retro, e una di queste è caduta – con tanta forza da spaccarsi a metà – passando a un paio di metri da Davide che stava camminando accanto a me. Non contento, l’autista, non ha né rinunciato a prendere l’asse (oramai rotta), né è sceso a piedi accostando al primo spiazzo: non poteva, era la strada principale di Betlemme (chiamata appunto “main street”) dove passano tutti sfrecciando, e non aveva spazio per fermarsi.
Così ha deciso di farsela in retromarcia.

Ecco, se venite in Palestina abbiate paura dei furgoni che trasportano travi di legno.

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