Lunedì degli aneddoti – XV – Servizî segretissimi

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

Servizî segretissimi

Il Mossad, quello israeliano, è considerato il servizio più segreto del mondo. Quello più efficiente, che è dietro a qualunque cosa. Se c’è qualcosa di poco chiaro, nel mondo, state sicuri che c’è sempre qualcuno che se ne esce con «è stato il Mossad!». Del resto, essendo un servizio segreto, meno le proprie attività  vengono rese pubbliche, più vuol dire che sta funzionando: e così chiunque ha buon gioco a dire che c’è dietro un complotto: «è il Mossad!» «Ma non c’è nessuna prova!» «Appunto!». Appunto.
È vero, però, che il Mossad ha – forse anche più della Cia, che si è spesso limitata a sovvenzionare dittatori – orchestrato azioni inverosimili, e perciò – quale cosa se ne pensasse – spettacolari: dal raid di Entebbe, al bombardamento del reattore di Osiraq, passando dalla cosidetta Lista di Golda Meir, fino ad arrivare al celeberrimo rapimento di Eichman. Tutte azioni pianificate o orchestrate dal Mossad assieme, ovviamente, alle divisioni dell’esercito israeliano.
La storia del Mossad non è fatta solo di successi però, e non tutti i suoi funzionarî hanno sempre dato prova della massima arguzia. Come quella volta, una decina d’anni fa, a Ginevra: il servizio segreto israeliano aveva mandato una sua cellula in Svizzera per monitorare un presunto uomo legato a Hizballah, il tutto ovviamente all’insaputa delle autorità elvetiche, note per la propria neutralità. Il capo di questa cellula aveva a disposizione quattro uomini, cioè, non tutti uomini, anche una donna. E qui veniamo al punto. Avevano pianificato tutto, il giorno in cui l’uomo sospettato non sarebbe stato a casa per tutto il giorno, e avevano deciso di intrufolarsi, in tre, e mettere delle microspie per tracciare le sue conversazioni. E gli altri due? Beh, gli altri due dovevano star fuori a fare i pali, e cioè a controllare che non arrivasse la polizia. Però quelli del Mossad non erano mica stupidi. Due persone lì davanti, a girellare intorno, avrebbero destato sospetti. Come fare a evitarlo? Beh, grande idea, viene al boss. Li mettiamo dentro una macchina – un uomo e una donna – ad amoreggiare, più normale di così!
Bella l’idea, ma il tipo non aveva fatto i conti con il contegno di una donna, molto perbene e molto svizzera, che non approvava: la signora chiamò la polizia denunciando due giovani che, davanti al proprio domicilio, si comportavano “in modo poco consono”.
Così, fra un bacio e l’altro, arrivò la polizia e il piano del Mossad andò in fumo.

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