Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.
A che ora è la fine del mondo?
L’avevo raccontato quando ero in Palestina, ma merita di stare anche qua: una degli aspetti minori della questione arabo-israeliana, e della vita dei palestinesi da “occupati” è che c’è sempre questo equivoco fra l’essere uno stato a sé e il dipendere militarmente ed economicamente dalla forza occupante. Ci sono quindi tentativi, anche comprensibili, di distinguersi sotto qualunque aspetto da Israele per affermare la propria diversità, e quindi indipendenza. Sforzi che però, necessariamente, si scontrano con la necessità di non complicare troppo la vita ai palestinesi che lavorano in Israele: fino alla seconda intifada quasi la metà di tutti gli abitanti della Palestina.
I giorni festivi, ad esempio, sono scelti autonomamente: quindi dove in Israele il giorno festivo è il sabato, in Palestina il sabato è lavorativo, anche se – ovviamente – per coloro che lavorano in Israele, le festività sono quelle del nemico, e questo potenzialmente condiziona l’intero sistema economico palestinese: servono gli autobus, qualche negozio aperto, etc. È il medesimo, invece, l’orario: Israele adotta un fuso europeo (GMT+2, quello della Grecia), e in Palestina si segue lo stesso. Ma c’è un’eccezione, ed è l’ora legale: il rientro all’ora solare non è mai contemporaneo, specie se c’è una coincidenza con il Ramadan. In tal caso, in Palestina come in tutti i paesi arabi, l’ora solare legale viene sfruttata con il principio contrario a quello cui siamo abituati – ovvero di risparmio energetico: solitamente si ritarda il ritorno all’ora solare il più possibile per guadagnare luce, in Palestina – sotto Ramadan – si anticipa l’ora solare per anticipare il buio, e cioè il tramonto (così per riniziare a bere mangiare).
In questo modo, però, ci sono due settimane in cui c’è un bel trambusto, perché a ogni passaggio di check-point cambia anche l’ora, e le incomprensioni sono all’ordine del giorno. La più clamorosa – assieme macabra e grottesca – fu il caso di tre terroristi palestinesi, una decina di anni fa, che stavano portando in Israele delle auto-bomba fabbricate nei Territorî così da farle esplodere nell’ora di maggior affollamento nei mercati di Haifa e Tiberiade.
Il piano consisteva nel parcheggiarle lì pochi minuti prima che esplodessero, per avere il tempo di allontanarsi dal luogo dall’esplosione, senza però rischiare che le automobili fossero notate e disinnescate.
Soltanto che gli attentatori non avevano considerato il fatto che il timer degli ordigni era stato tarato sull’orario palestinese – ancora non passato a quello solare, come in Israele – e quindi un’ora in avanti sui loro orologi.
Alle 17.30 in punto, mentre i tre sprovveduti attentatori si stavano ancora dirigendo sul luogo del potenziale massacro, gli esplosivi di cui erano imbottite le automobili scoppiarono per strada, con i tre attentatori come uniche vittime della detonazione.
Il colmo è che questi non erano terroristi-kamikaze, non avevano intenzione di suicidarsi nell’esplosione, come in altri casi – ma soltanto di fare una strage.
Questa prestazione valse loro un Darwin Award, premio che – come recita l’epigrafe – onora coloro che migliorano la specie umana semplicemente rimuovendosi da essa.
[Qui il primo: Brutti e liberi – qui il secondo: Grande Raccordo Anulare – qui il terzo: Il caso Plutone – qui il quarto: I frocioni – qui il quinto: Comunisti – qui il sesto: La rettorica – qui il settimo: Rockall – qui l’ottavo: Compagno dove sei? – qui il nono: La guerra del Fútbol – qui il decimo: Babbo Natale esiste – qui l’undicesimo: Caravaggio bruciava di rabbia – qui il dodicesimo: Salvato due volte – qui il tredicesimo: lo sconosciuto che salvò il mondo – qui il quattordicesimo: Il barile si ferma qui – qui il quindicesimo: Servizî segretissimi – qui il sedicesimo: Gagarin, patente e libretto – qui il diciassettesimo: La caduta del Muro – qui il diciottesimo: Botta di culo – qui il diciannovesimo: (Very) Nouvelle Cuisine – qui il ventesimo: Il gallo nero]
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Situazione veramente grottesca….
Il Darwin Award dovrebbe prendere piede, non per colpa di qualche poveraccio ma per toglierci dalle scatole tutti quelli che remano contro una conclusione di buon senso in quelle terre.
la fine del mondo prima o poi arriverà … di quale mondo poi si capirà …
Dalle 14.45 intanto su Rai2 c’è uno Speciale su Medjugorje con chiara amirante, nek, mirjana, ecc
Fantastico aneddoto. 🙂
Magari tutti gli attentatori fossero così!