Lunedì degli aneddoti – XXII – Che bisogno c’è?

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

Che bisogno c’è?

Di aneddoti su Napoleone ce ne son così tanti che uno deve rassegnarsi a raccontarne bona-parte. Questo per mutuare quella lì, apparsa sulla statua del Pasquino – anche lei foriera di tante di quelle storie – a Roma, dopo le scorribande napoleoniche nella penisola, che fruttavano alla Francia opere d’arte che sparivano dall’Italia: «È vero che tutti i francesi sono ladri?» «No, ma Bona Parte sì».

C’è poi quell’altra del Napoleone che la mattina della battaglia di Waterloo aveva detto «stasera saremo a cena a Bruxelles», la stessa giornata che era finita con il caustico – e celeberrimo – commento del generale Cambronne: «merde!».
E poi c’è la volta del marchese Laplace, quello del teorema che ci rincorre dai tempi del liceo. Laplace fece omaggio a Napoleone di una copia del suo libro, Esposizione sui sistemi del mondo, in cui spiegava la sua comprensione scientifica del “creato”, è il caso di mettere le virgolette; Napoleone – a cui piaceva sempre mettere in imbarazzo il proprio interlocutore era venuto a sapere della mancata menzione di Dio nel manoscritto di Laplace, così domandò: «Cittadino, ho letto il vostro libro e non capisco come mai non abbiate lasciato spazio all’azione del Creatore». Laplace, che era un feroce difensore del suo lavoro, rispose essenziamente: «Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di tale ipotesi».

Napoleone ne rise di gusto, e andò a raccontare l’episodio all’italiano Lagrange che ammise «è una bella ipotesi! Spiega molte cose».

[Qui il primo: Brutti e liberi qui il secondo: Grande Raccordo Anulare qui il terzo: Il caso Plutone qui il quarto: I frocioni qui il quinto: Comunisti qui il sesto: La rettorica qui il settimo: Rockall qui l’ottavo: Compagno dove sei? qui il nono: La guerra del Fútbol qui il decimo: Babbo Natale esiste qui l’undicesimo: Caravaggio bruciava di rabbia – qui il dodicesimo: Salvato due volte – qui il tredicesimo: lo sconosciuto che salvò il mondo qui il quattordicesimo: Il barile si ferma qui qui il quindicesimo: Servizî segretissimi qui il sedicesimo: Gagarin, patente e libretto qui il diciassettesimo: La caduta del Muro qui il diciottesimo: Botta di culo qui il diciannovesimo: (Very) Nouvelle Cuisine qui il ventesimo: Il gallo nero qui il ventunesimo: A che ora è la fine del mondo?]

Vuoi indicare un aneddoto per un prossimo lunedì? Segnalamelo.


2 Replies to “Lunedì degli aneddoti – XXII – Che bisogno c’è?”

  1. “Rispose essenziamente: «Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di tale ipotesi» Napoleone ne rise di gusto, e andò a raccontare l’episodio all’italiano Lagrange che ammise «è una bella ipotesi! Spiega molte cose»”

    Beh, certo, anche il Bonaperto sarebbe stato meglio non fosse esistito, o meglio ancora, non avesse fatto tutto quello che ha fatto, convieni?
    😉

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