Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.
Zzzzzz
Qual è il più grande portatore di morte nella storia del mondo? La guerra? L’odio? Il denaro? No, le zanzare. C’è chi le odia visceralmente e chi, come il sottoscritto lo confesso, non le ammazza neanche. Eppure sembra che abbiano ragione i primi: ogni 12 secondi, nel mondo, una persona muore per il morso di una zanzara.
Poi ci sono quelli che si vendicano, ricordo di aver letto qualche tempo fa di alcuni scienziati che avevano tolto, in laboratorio, il recettore che dava alle zanzare il segnale di “bottino pieno”. Quelle continuavano a succhiare sangue fino a esplodere.
Eppure la scoperta delle zanzare come organismi forieri di malattie è decisamente recente: soltanto nel 1877 Patrick Manson formulò l’ipotesi che le zanzare potessero essere il mezzo di trasporto delle malattie, e fu Ronald Ross vent’anni dopo a dimostrare che la malaria fosse portata proprio dalle zanzare, e – per questo – a vincere il Nobel. Curiosamente il comitato del Karolinska Institutet, quello che assegna il Nobel per la medicina (e fisiologia), ignorò completamente l’apporto di Manson, sia teorico che pratico. E non si poteva dire che non ci mettesse sé stesso, e anche di più: la prima ipotesi che fece sull’acquisizione, da parte delle zanzare, degli agenti patogeni attraverso il sangue che succhiavano, fu testata su delle zanzare a cui aveva fatto mordere il proprio cameriere affetto da elefantiasi. E non si fermò qui: a conferma della teoria enunciata dal collega Ross, Manson fece mordere il proprio figlio a delle zanzare infette del parassita responsabile della malaria che si era fatto mandare dallo zoologo italiano Giovanni Battista Grassi. Qualche giorno dopo, effettivamente, il figlio si ammalò di malaria, per poi riuscire a salvarsi con massicce dosi di chinino. Certo non si può dire che Manson non tenesse alla propria scoperta!
E infine una digressione personale: quando ero in Burkina Faso (dove avevo anche toppato la diagnosi di una malattia tropicale: pensavo fosse l’acqua, era una zanzara) – Parlavamo dei diritti delle donne, e di come fosse difficile incidere veramente – mi hanno riferito il proverbio Burkinabè: “Se pensi di essere troppo piccolo per cambiare le cose, prova a dormire in una stanza vuota con una zanzara”.
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